Cro-Mags – In The Beginning
Il 16/06/2020, di Stefano Ricco.
A ben venti anni di distanza da ‘Revenge’, tornano i pionieri del NYHC. Solo recentemente e dopo una serie di scaramucce legali, Harley Flanagan è riuscito ad ottenere i diritti per l’utilizzo del nome della band mentre John Joseph e Mackie Jayson, anch’essi fondatori della “leggenda” assieme allo stesso Flanagan, hanno ottenuto la possibilità di proseguire sotto il moniker Cro-Mags “JM”. Ma torniamo a noi. Il titolo del disco sembra dichiarare esplicitamente un ritorno alle origini, a quel suono e a quell’attitudine punk contaminate dal metal più veloce e intransigente degli anni Ottanta. Si tratta semplicemente di hardcore, senza fronzoli, né contaminazioni – anche se, come appena sottolineato, già l’HC ne ha rappresentata e suggellata una di contaminazione, fino ad imporsi quale genere a sé – dal suono piuttosto metallico, pesante. La voce di Flanagan è imperiosa, furiosa, in accordo con la potenza strumentale dove lo stesso cantante gioca anche il ruolo del bassista.
Il brano di apertura ‘Don’t Give In’, singolo già lanciato più di qualche mese fa, è una dichiarazione di intenti nonché un monito ma forse anche filosofia fondante dello stesso hardcore. Flanagan non si è arreso, forse forte della sua disciplina marziale o della sua provenienza dalla Lower East Side degli anni Settanta, un’area di Manhattan ben diversa da quella che possiamo trovare oggi. Così come non si è arresa la sua musica, un’ondata di freschezza che attinge dal passato ma con suoni e produzione più moderni. Proseguendo nell’ascolto, ci imbattiamo in ‘Drag You Under’, brano breve ma dal riff massiccio, con quello spazio che la chitarra solista riesce sempre a ritagliarsi all’interno del disco. ‘No One’s Coming’ urla, scalcia, si impone già con il suo intro di chitarra-basso potente: insieme a ‘Ptsd’ rappresenta uno dei brani più veloci e aggressivi. A seguire, ‘The Final Test’, una sfida provocatoria con la realtà e l’ineluttabilità del ‘test finale’, un brano dalle sonorità pungenti. L’onda adrenalinica sembra proseguire senza soluzione di continuità con ‘One Bad Decision’, brano anch’esso veloce, per poi frenare lungo il suo percorso. C’è posto anche per un brano strumentale, ‘Between Wars’, il cui contributo in termini musicali lascia dei dubbi. Forzatamente anthemico, ‘No Turning Back’ è un brano debole, poco hardcore e molto rock. Il disco chiude in maniera nervosa con ‘There Was A time’.
‘In The Beginning’ sembra voler affermare di non scordarsi delle proprie origini, sono le uniche che non mentono e di cui andare orgogliosi: il disco lo dimostra bene.
Tracklist
01. Don’t Give In
02. Drag You Under
03. No One’s Victim
04. From The Grave
05. No One’s Coming
06. Ptsd
07. The Final Test
08. One Bad Decision
09. Two Hours
10. Don’t Talk About It
11. Between Wars (instrumental)
12. No Turning Back
13. There Was A Time
Lineup
Harley Flanagan: bass, vocals
Gabby Abularach: guitars
Rocky George: guitars
Garry “G-Man” Sullivan: drums