Lamb Of God – Lamb Of God
Il 15/06/2020, di Andrea Del Prete.
Gruppo: Lamb Of God
Titolo Album: Lamb Of God
Genere: Groove Metal, Thrash Metal
Durata: 45 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Distributore: Warner
‘Asciutto’ aggettivo per definire il nuovo omonimo lavoro dei Lamb Of God, ottavo della serie. Pochi fronzoli, solo l’essenza del suono che la band ha affinato negli anni, raggiungendo ora un equilibrio perfetto. Quarantacinque minuti di groove thrash metal, suonato con grande perizia tecnica, volto alla forma canzone, senza perdersi mai in tecnicismi fini a sé stessi. Un tomo diretto, fatto di ritmi spezza ossa e ripartenze al fulmicotone. Il tutto condito con la voce animalesca e delirante di Randy Blythe. Il buon Randy non è mai stato definibile come un gran cantante, ma il suo stile bestiale, unito a liriche sprezzanti ed un’attitudine prettamente hardcore, ne ha fatto un punto di riferimento in fatto di (non)stile quando si parla di harsh vocals. Lamb Of God, rappresenta un punto di arrivo di un gruppo maturo e padrone dei propri mezzi. Una freschezza compositiva che ridona lustro ad un genere da sempre poco propenso alle innovazioni. 10 canzoni nude e crude, che dimostrano ancora una volta una preparazione strumentale impeccabile. L’abbandono del drummer Chris Adler è stato ampiamente assorbito con l’arrivo del giovane Art Cruz, conosciuto nella seconda fase dei Prong. Decisamente meno tecnico di Adler, Cruz ha supplito questo limite adattando il proprio stile “pestone” ai cambi ritmo delle song, aumentando a dismisura il suo ‘tocco’. Mark Morton rimane l’anima dell’ensemble statunitense, con partiture di chitarra mai banali e assoli (brevi), sempre al posto giusto. Nessuna caduta di tono dall’opener (e primo singolo) ‘Memento Mori’, canzone che parte introspettiva per poi esplodere nel chorus, per passare alla successiva e altrettanto a fuoco ‘Checkmate’ (secondo singolo). Menzione per ‘Reality Bath’, introdotta da un riff stoner-psych che si tramuta in una marcia dissonante, in cui un Blythe declaratorio si staglia senza fare prigionieri, con parti in spoken words da brividi. Il terzo estratto ‘New Colossal Hate’ è una tipica LoG song, fatta di potenza, grida disumane e rullate velocissime di un Cruz ispiratissimo. ‘Resurrection Man’ con il suo andamento doomish, spezza il ritmo, scatenando un incontrollato headbanging! ‘Poison Dream’ e ‘Routes’, forti delle ospitate eccellenti di Jamey Jasta (Hatebreed) e Chuck Billy (Testament), per assurdo risultano essere le meno riuscite del lotto. La conclusione è affidata a ‘On The Hook’, una ‘marcia’ sostenuta da un riffing stoppato, contrapposto a velocissimi blast-beat di Cruz che colpiscono nel segno. Implacabili e con la schiena ritta, i Lamb Of God sono di nuovo tra noi e lo fanno con un disco che riflette in toto il loro essere e che dimostra – se mai ce ne fosse bisogno – che il vecchio thrash può rinascere a nuova vita anche nel 21° secolo.
Tracklist
01. Memento Mori
02. Checkmate
03. Gears
04. Reality Bath
05. New Colossal Hate
06. Resurrection Man
07. Poison Dream
08. Routes
09. Bloodshot Eyes
10. On The Hook
Lineup
D. Randall Blythe: vocals
Mark Morton; guitar
Willie Adler: guitar
John Campbell: bass
Art Cruz: drums