The Wise Man’s Fear – Valley Of Kings
Il 28/05/2020, di Marco Giono.
Gruppo: The Wise Man’s Fear
Titolo Album: Valley Of Kings
Genere: Metalcore
Etichetta: SharpTone Records
Se fosse una recensione vecchio stampo, inizierei domandando al mio interlocutore immaginario, meglio se fosse impersonificato da uno dei fondatori della band, per quale di diavolo di motivo i The Wise Man’s Fear abbiano scelto di associare il fantasy al metalcore. Sentita la risposta gli avrei offerto da bere e avrei chiosato con un “beviamoci su!”. Tornando ai nostri giorni inizio invece la recensione introducendo i The Wise Man’s Fear annotando che prendono il nome da una saga fantasy scritta da Patrick Rothfuss il cui primo tomo è stato pubblicato nel 2011, diversamente la band proviene dall’Indiana e si forma nel 2013. Sei elementi che esordiscono con un disco intitolato ‘Castle of Clouds’ nel 2015. Ora è lecito domandarsi quale risultato possa sortire dall’unione impropria di generi per natura così distanti: il metalcore e il fantasy? Non sono certo di averlo capito nemmeno dopo ripetuti ascolti.
Partiamo dalla prima traccia intitolata ‘The Relics Of Nihlux’, dura poco: in circa tre minuti si susseguono una voce in growl sovrassatura ai limiti del black con controcanti in pulito ed è proprio da quest’ultima che ovviamente si diparte una melodia anche piuttosto solare. E in fondo il fantasy non è la migliore rappresentazione dicotomica tra bene e male? Qui ne avrete in abbondanza (e abbastanza) di dicotomia. Nella successiva ‘Breath Of The Wild’, il growl è meno spinto, più in linea con le tendenze metalcore usuali, ma a strabordare sono le linee melodiche in pulito, tanto che il brano vira verso un finale d’atmosfera, ma i toni di come Io immagino il fantasy che sia epico o intimista, mi paiono distanti. In ‘Tree Of Life’ troviamo persino uno stacco di fiati, ma è solo un momento, anche curioso se volete, ma ben racchiuso in una struttura metalcore: growl, stacco, melodia, repeat; con il solo problema che generalmente le dinamiche tra le parti sono deboli, così come le variazioni sulla linea melodica e quella ritmica. Talvolta invece sfoggiano soluzioni anche originali, come quando in ‘The Cave’ trovano la loro via e lo fanno con una certa fluidità: con sovrapposizioni tra growl e pulito. Dopo un brano intitolato ‘The Door To Nowhere’ oscuro come un sasso in uno stagno, i The Wise Man’s Fear chiudono nella title-track, con una melodia accattivante che strizza l’occhio per toni ad uno stile pseudo emo in stile Fallout Boy.
‘Valley Of Kings’ è opera spuria, contaminata qua e là da altro, ma quello che mostra in ultimo è la sua essenza metalcore. Solo che la mia sensazione è quella di musica che vuole strafare, provando a contaminarsi, ma non trovando la sua via, rendendo le canzoni sfilacciate, dove il denominatore comune invece risiede in una certa (ripetuta) ripetitività nelle melodie stesse.
I The Wise Man’s Fear trovano rari momenti in grado di definire la loro essenza, per il resto paiono alla ricerca della loro terra di mezzo.
Tracklist
01. The Relics Of Nihlux
02. Breath Of The Wild
03. Tree Of Life
04. The Forest Of Illusions
05. The Cave
06. What Went Wrong
07. The River And The Rock
08. Sands Of Time
09. The Door To Nowhere
10. Firefall
11. Valley Of Kings
Lineup
Joseph Sammuel: vocals
Tyler Eads: vocals
Nathan Kane: guitars, vocals
Codi Chambers: guitars
Thomas Barham: bass
Paul Lierman: drums