…and Oceans – Cosmic World Mother
Il 08/05/2020, di Maria Teresa Balzano.
Gruppo: …and Oceans
Titolo Album: Cosmic World Mother
Genere: Melodic Black Metal, Symphonic Metal
Durata: 48 min.
Etichetta: Season of Mist
Distributore: Audioglobe
Diciotto anni son lunghi da passare (e bisognerebbe aggiungerne anche un altro paio se, peccando di pignoleria, volessimo considerare solo opere affini, quindi puro symphonic black), ma i finlandesi …and Oceans alla fine sono tornati, rimettendo in discussione il sound delle origini con tutta la saggezza e la competenza acquisita durante questa lunga pausa. Senza un solo momento di cedimento tessono, in ‘Cosmic World Mother’, una solida tela su cui dipingere undici brani maestosi e violenti con una bilanciata e complessa triangolazione di chitarre caustiche, synth poliedrici e drumming apocalittico.
Inutile sottolineare l’hype che ha accompagnato l’uscita del disco, sia da parte dei fan puristi di vecchia data, sia degli ascoltatori più aperti alle contaminazioni che li hanno seguiti anche nel periodo Havoc Unit, gli …and Oceans sono in grandissima forma e, con un superbo Mathias Lillmåns (aka Vreth dei Finntroll) alla voce, ci offrono un album polare, maturo, denso, moderno e spietato.
È un disco che non sussurra all’orecchio del buon ascoltatore assiomi rivoluzionari, tantomeno si percepisce la fame delle gloriose vetuste vestigia del black sinfonico scandinavo di metà e fine anni Novanta: ‘Cosmic World Mother’ è un opus magnum che detta prepotentemente i canoni del sound symphonic black da oggi in avanti.
Per puro trastullo oserei fare un paragone paradossale, ponendo l’attenzione su velate reminiscenze di ‘Spiritual Black Dimension’, per cui i Dimmu Borgir sembravano ispirati proprio dall’atavico ‘The Dynamic Gallery of Thoughts’ degli stessi …and Oceans, un uroboro perfetto. Altre similitudini meno scontate e meno accentuate si potrebbero fare per i prevedibili intermezzi industrial, a metà strada tra Fear Factory e i nostrani Aborym, per le voci superfiltrate che ricordano lo Shagrath di ‘Puritania’, e poi… un pizzico di Emperor, una noce di Mgła, una spolverata di Old Man’s Child pestati con i Tidfall e il piatto è pronto da servire, in un perfetto equilibrio tra ferocia e sinfonia, che viaggiano decise su pattern narrativi nitidi, quasi cinematografici e mai banali soprattutto nella seconda tranche dell’album.
C’è poco altro da dire, o meglio, ci sarebbe molto altro da scrivere ma credo che fiumi di parole siano superflui in questi tempi di information overload generale, l’impatto che il disco darà ad ognuno di voi sarà condizionato dalla predisposizione del momento: se oggi volete essere sconvolti da una estrema dose di originalità passate pure il turno, ma se cercate il conforto di un sapore amico in versione gourmet, questo album fa per voi.
Tracklist
01. The Dissolution Of Mind And Matter
02. Vigilance And Atrophy
03. Five Of Swords
04. As The After Becomes The Before
05. Cosmic World Mother
06. Helminthiasis
07. Oscillator Epitaph
08. In Abhorrence Upon Meadows
09. Apokatastasis
10. One Of Light, One Of Soil
11. The Flickering Lights
Lineup
Mathias Lillmåns: vocals
Timo Kontio: guitars
Teemu Saari: guitars
Petri Seikkula: bass
Kauko Kuusisalo: drums
Antti Simonen: synth