Metal Church – From The Vault
Il 10/04/2020, di Dan.
Gruppo: Metal Church
Titolo Album: From The Vault
Genere: Heavy Metal
Durata: 77:17 min.
Etichetta: Reaper Entertainment
I Metal Church tornano sul mercato con una raccolta, ad onor del vero, piuttosto atipica. La nuova uscita dei veterani del US Power Metal ‘From The Vault’ racchiude quattro brani nuovi, b-side del recente ‘Damned If You Do’, delle cover e due pezzi live registrati in Giappone. Vecchio e nuovo materiale dell’era Mike Howe per una miscela che presenta sia luci che ombre. Il ritorno di Mike Howe come frontman dei Metal Church, avvenuto nel 2015, ha certamente riacceso i riflettori su una delle band che, dopo i fondamentali dischi degli esordi, non è più riuscita a toccare quelle vette compositive di ‘Metal Church’ e ‘The Dark’, dischi che hanno segnato l’espansione della Nostra musica, ispirando decine di band. Gli ultimi lavori, i discreti ‘XI’ e ‘Damned If You Do’ con il figliol prodigo Howe, hanno riacceso l’interesse nella band e i nuovi pezzi inclusi nella raccolta confermano a pieno titolo una rinnovata verve. I lati positivi di questa raccolta sono per l’appunto i pezzi nuovi, potenti e diretti, grazie anche a un Kurdt Vanderhoof, unico membro originale, intento a macinare riff con quella sicurezza e ispirazione che, seppur non paragonabile agli esordi, pare oggi finalmente rispolverata e convincente, come certificano l’opener ‘Dead On The Vine’ o la successiva ‘For No Reason’. Il ritorno di Mike, come detto, ha giovato non poco alla band che infatti, anche nella nuova versione di ‘Conductor’ (ripescata da ‘Hanging In The Balance’), mostra una ritrovata energia e compattezza, aiutata anche dal mixaggio dei pezzi nuovi ad opera di Chris ‘The Wizard’ Collier (KXM, Whitesnake, Prong, Korn) e dai dei suoni letteralmente esplosivi e fragorosi ed in grado di ‘spettinare l’ascoltatore’ (cit.). Purtroppo non possiamo dire lo stesso dei B-Side che, per via di nuove reinterpretazioni e arrangiamenti più o meno riusciti, non sono certo indimenticabili, ma addirittura soporiferi, come nella strumentale ‘432hz’. Questi pezzi non aggiungono molto alla raccolta, ad esclusione forse della gradevole ‘Mind Thief’ che si fa apprezzare per il suo accattivante coro. Nulla di particolarmente rilevante nemmeno nelle cover, con l’eccezione di ‘Please Don’t Judas Me’ dei Nazareth che vede un Mike Howe a proprio agio nella reinterpretazione di questo classico anni 70. Notevole invece ‘Fake Healer’, grazie anche alla staffetta al microfono con l’ospite d’eccezione Todd La Torre (Queensryche) e ‘Badlands’, entrambe estratte dal vigoroso ‘Blessing In Disguise’ del 1989.
Acquisto quindi rivolto esclusivamente ai fans più sfegatati o ai puri collezionisti? Probabilmente. Come detto, la nota positiva sono i brani nuovi che ci fanno ben sperare per il futuro della band, mentre il resto appare un po’ un riempitivo con qualche lampo qua e là. Complessivamente un’uscita sicuramente da ascoltare, ma si attende fiduciosi un vero e proprio full lenght.
Tracklist
01. Dead on the Vine
02. For No Reason
03. Conductor (redux)
04. Above the Madness
05. Mind Thief
06. Tell Lie Vision
07. False Flag
08. Insta Mental
09. 432hz
10. Please Don’t Judas Me (Nazareth cover)
11. Green Eyed Lady (Sugarloaf cover)
12. Black Betty (Ram Jam cover)
13. Agent Green (Live in Japan)
14. Anthem to the Estranged (Live in Japan)
Lineup
Mike Howe: voce
Kurdt Vanderhoof: chitarra
Rick Van Zandt: chitarra
Steve Unger: basso
Stet Howland: batteria