Witches of Doom – Funeral Radio
Il 03/04/2020, di Francesco Faniello.
Gruppo: Witches of Doom
Titolo Album: Funeral Radio
Genere: Gothic Metal, Horror Metal
Durata: 45 min.
Etichetta: My Kingdom Music
Distributore: Goodfellas
Il bello, con i Witches of Doom, è che abbiamo smesso da tempo di associare il loro nome al genere musicale che sembra richiamare, un po’ come non assoceremmo mai il quartetto romano alla stregoneria, ecco. D’altronde, se vogliamo c’è un corrispettivo internazionale piuttosto noto, gli Eagles of Death Metal, che ovviamente non hanno nulla a che fare né con gli Eagles né con i Morbid Angel, ma sono solo l’ennesima intuizione desertica di Josh Homme. Ecco, forse iniziamo ad avvicinarci all’universo delle Parche capitoline se pensiamo più al sud della California e meno al sud della Svezia e ai Candlemass. O meglio, all’accoppiata vincente Londra / New York dalle cui viscere Venditti e soci traggono linfa vitale, in questo nuovo disco come non mai.
Ho conosciuto i Witches of Doom con il precedente ‘Deadlights’, un lavoro promettente che lasciava presagire spiragli di evoluzione ma che era sicuramente frenato da alcune asperità tipiche di quando il manierismo prende la mano dell’artista e lo porta a sparare tutte le sue cartucce nell’immediato.
Ad esempio, indiscutibilmente la carica noir dei Type 0 Negative è da sempre presente nell’economia della band, ma è solo ora che sembra aver espresso pienamente il proprio potenziale. Il motivo? Peter Steele credeva fermamente nella lezione dei Beatles, e la applicava anche quando cantava “I know you’re fucking someone else”, pertanto seguire gli eroi immortali e verdognoli di Vinnland significa in primis acquisire il segreto racchiuso nella tanto vituperata forma canzone. E il nuovo lotto servito su questo ‘Funeral Radio’ ha questo di bello, il fatto di portare con sé delle canzoni, per quanto grondanti di sudore e cantina siano: sin dalle suggestioni stoner dell’opener ‘Master of Depression’ notiamo come l’incedere simil caterpillar della ritmica porti con sé quel velo orrifico che dà sempre un tono all’ambiente, quando applicato in maniera sapiente.
Il piglio è quello che potete immaginare, con la lezione della scuola americana di Danzig e Type 0 Negative su cui si inserisce un’indiscutibile porzione di goth di matrice britannica, man mano che le tracce si susseguono; sono tante le sfaccettature di questo disco, senza dimenticare quella spigolosità tipica dei progetti di Myke Hideous, con Danilo “Groova” Piludu che in effetti presenta più di un’affinità con la timbrica del singer del New Jersey, specie su ‘Coma Moonlight’.
In sostanza, i Witches of Doom dimostrano di aver acquisito maestria nella scrittura, e lo fanno sciorinando il piglio radiofonico di ‘Queen of Suburbia’, che fa il verso ai Cult nel riff iniziale per poi richiamare Steele e soci con l’inserto di organo, quello stesso organo che assume velleità da hammond alla Antonio Aiazzi su ‘Sister Fire’ per poi farsi liquido e accogliere le atmosfere fumose care a Johnny Cash su un blues maledetto come ‘Ghost Train’.
E se pensate di averle viste tutte, provate con la strana commistione tra Ozzy e Metallica di ‘November Flames’, col suggello easy listening dei Ghost a riportare il tutto ai nostri anni, senza contare che l’alienazione del Madman fa capolino anche nella conclusiva ‘Hotel Paranoia’ (che sin dal titolo tradisce il riferimento speculare al classico di Don Felder e soci… chi lo avrebbe mai detto che avrei citato gli Eagles per ben due volte?), con la parte spettrale d’ordinanza interrotta da un urlo liberatorio che ha tutto l’aspetto di una citazione di ‘Digging the Grave’ dei Faith No More.
Insomma, una bella sorpresa e un deciso passo in avanti per il combo capitolino, che conferma il vecchio adagio per cui il terzo disco costituisca la fatidica quadra per una band, in questo caso rappresentata dall’equilibrio vincente tra l’hard’n’heavy oscuro e le atmosfere più decadenti e goth, entrambe già parte della formula costitutiva dei Witches of Doom ma ora miscelate in una maniera convincente, confermando le aspettative riposte in occasione dei precedenti lavori.
Tracklist
01. Master Of Depression
02. Coma Moonlight
03. Queen Of Suburbia
04. Funeral Radio
05. Sister Fire
06. Ghost Train
07. November Flames
08. Hotel Paranoia
Lineup
Danilo “Groova” Piludu: vocals
Federico Venditti: guitars
Saiax: bass
Francesco Ciacciarelli: drums
Fabio Reeks Recchia: keyboards
Luca Iovieno: played drums on the album
Jacopo Cartelli: played bass on the album