Isle of the Cross – Excelsis
Il 30/03/2020, di Maurizio Buccella.
Gruppo: Isle of the Cross
Titolo Album: Excelsis
Genere: Progressive Death Metal, Progressive Metal, Symphonic Metal
Durata: 62:04 min.
Etichetta: Rockshots Records
Già da prima che mi tuffassi nelle profondità sonore del loro debutto discografico ‘Excelsis’, degli Isle of the Cross avevo raccolto abbastanza informazioni da far vibrare di curiosità i miei centri nervosi. In primis, la formazione: il gruppo è guidato dal polistrumentista compositore Je Schneider, autore di colonne sonore per videogiochi e film, coadiuvato dal chitarrista Eric Gillette, più due vocalist, Diane Lee (clean) e Eric Castiglia (growl). Statunitensi ma sotto l’egida dell’etichetta nostrana Rockshots, con base a Torino. In più l’intero apparato lirico ruota attorno alla storia di due amanti che si inseguono oltre i confini delle loro esistenze mortali fin nei recessi più oscuri dell’aldilà. La definizione sul sito della band è progressive metal, con influenze che spaziano dal technical death metal all’avantgarde. Il primo brano ‘Sacrifice’ spinge subito il convoglio di suoni su ritmiche serrate, con un riff massiccio, degno dei migliori Devil You Know prima della loro disgraziata mutazione genetica in Light the Torch, sovrapposto a cori femminili e vocals death. Un brano che potrebbe essere sintetizzato alla perfezione dall’immagine di copertina, ricca di contrasti cromatici: colori freddi e sfumature incandescenti, fiamme e angeli, estasi e dannazione. L’adeguata esemplificazione grafica di un sound che, per i 62 minuti di durata del full-length, rimbalza di continuo da chitarre ipercompresse e cambi di tempo repentini ad arrangiamenti sinfonici e sviolinate gotiche. Sul piano vocale ho trovato la prestazione maschile un po’ sottotono rispetto alla controparte femminile. Purtroppo non tutte le miscele alchemiche raggiungono l’equilibrio nella loro trasformazione in oro. Devo ammettere che, malgrado l’ottima infrastruttura tecnica, vera spina dorsale dell’intero lavoro, è stata dura arrivare al termine delle dodici tracce senza cedere alle esecrabili tentazioni di slittare in fast forward lungo le traiettorie tortuose dei singoli brani. Già la seconda traccia ‘Tartarus’ appare meno compatta, rispetto alla prima, con l’effetto di vaporizzare la struttura technical death tra inserti acustici e disserzioni in pieno stile power, tanto più pronunciati nella successiva title track. E così via, fino alla conclusiva ‘The 9th Circle: Inferno’, suite di oltre otto minuti, avvolta in svariati strati di tappeti tastieristici come il cadavere del mio range attentivo già in decomposizione avanzata al termine del brano. Nel complesso l’esperienza dell’ascolto mi ha ricordato i miei tentativi di vedere lo shock movie ‘A serbian film’ in lingua originale senza sottotitoli, finendo per saltare da un’atrocità all’altra, inframmezzate da dialoghi in serbo, senza riuscire ad abbracciare la visione d’insieme. Peccato che, quando ebbi modo di vedere la versione sottotitolata in inglese anni dopo, il film mi apparve un capolavoro assoluto. Mi auguravo che lo stesso potesse accadere con ‘Excelsis’. Vista la mole di lavoro dietro agli sforzi compositivi della formazione di Schneider, il minimo che potevo fare era concedere al disco il beneficio del secondo ascolto – dopotutto, in questi giorni di quarantena, il tempo libero è l’unico bene fuori dal rischio esaurimento scorte – ma il giudizio è rimasto pressoché immutato. Nonostante tutto va accordato, agli Isle of the Cross, un sound di sicuro ben riconoscibile, già molto personalizzato per essere al loro debutto, del genere che si ama o si odia. Per come la vedo io il difetto principale del loro stile è l’ostinazione di voler danzare sulla linea sottile che separa il sublime dal grottesco, senza tuttavia mantenere l’equilibrio necessario per evitare quei costanti scivoloni nel pacchiano tutte le volte che le chitarre inseguono la chimera delle melodie struggenti o dei soli epici, lontani anni luce dalla destrezza con cui bands come Opeth e Novembre riescono a transitare in assoluta fluidità da derive black/death ad aperture melodiche ricche di pathos e grazia. Al contrario ‘Excelsis’ mi ha dato l’impressione di un mastodontico ibrido alla Frankenstein, incapace di stare sulle sue gambe, le cui parti cucite assieme si rigettano l’un l’altra in un generale fallimento di innesti.
Tracklist
1. Sacrifice
2. Tartarus
3. Excelsis
4. The Wolf, Pt. I. Invocation
5. The Wolf, Pt. II. Sanctuary
6. Stars
7. Empyrean
8. Paradigm
9. Breatheia
10. The 9th Circle, Pt. I. Caina
11. The 9th Circle, Pt. II. Judecca
12. The 9th Circle, Pt. III. Inferno
Lineup
Je Schneider: Lead Songwriter, Lyricist, Multi-Instrumentalist, Vocalist
Eric Gillette: Lead Guitar
Diane Lee : Vocals
Eric Castiglia: Vocals