Pino Scotto – Dog Eat Dog
Il 12/03/2020, di Alberto Gandolfo.
Gruppo: Pino Scotto
Titolo Album: Dog Eat Dog
Genere: Blues Rock, Hard Rock, Rock
Durata: 54 min.
Etichetta: Nadir Music
Mi piace aprire questa recensione come il mio amico Fabio Magliano, sempre sulle pagine di Metal Hammer, aprì la recensione del precedente disco del rocker italiano: “Pino Scotto è incazzato, ma questa non è una novità”.
Già perché Pino Scotto, che da poco ha soffiato su ben 70 candeline, non ci pensa minimamente a fermarsi e continua ad urlare la sua rabbia nel microfono arrabbiato come non mai. Ed è così che il rocker ci consegna il nuovissimo ‘Dog Eat Dog’ a meno di due anni dal precedente ‘Eye For An Eye’.
Il cantante partenopeo ha di nuovo fatto centro, con un disco che non cala mai d’intensità, non registra momenti bassi, e colpisce sin dal primo ascolto.
Già dalla seconda traccia, ‘Not Too Late’, parte l’headbanging grazie a un riff che sembra uscito direttamente dagli anni ’70 e per merito di un sound delle tastiere che tanto ricorda i leggendari Deep Purple. Molto interessante anche la terza traccia, ‘Before It’s Time To Go’, una ballad quasi inaspettata, dove un Pino Scotto in gran forma viene accompagnato da una voce femminile.
L’ascolto del disco scivola via che è un piacere tra momenti più riflessivi e brani che ci fanno venire voglia di scatenarci e pogare in casa (come ‘Dust To Dust’ dove Federico Paulovich dei Destrage alla batteria è autore di una gran prestazione) in questo difficile momento di reclusione forzata portata dall’emergenza Coronavirus.
La title track e ‘Rock This Town’, sono brani con influenze purpleiane, il cantante partenopeo urla tutta la sua rabbia, una voce graffiante che sa ancora stupirci nonostante i tanti anni di carriera alle spalle nella quale il buon Pino ha sempre cantato senza scendere compromessi.
Con ‘Talking Trash’, arriva il brano più interessante di questa release, un brano hard rock e adrenalinico dove Paulovich dietro alla batteria e nuovamente di altissimo livello, notevole anche l’assolo di chitarra di Steve Volta, che in generale ha sparso buoni assoli per tutto il disco, con un sound caldo e convincente.
Prima di chiudere le danze con il granitico riff di ‘Ghost Of Death’, Pino lascia anche un po’ di spazio alla nostalgia re-interpretando, con un mood più intimo, ‘Don’t Be Lookin’ Back’ dei Vanadium.
Il rocker campano con ben 70 primavere alle spalle, riesce nuovamente a stupirci con un disco bello, grintoso e allo stesso tempo riflessivo con dei testi ricercati. Un lavoro che sicuramente farà piacere a chi ama il rock grezzo degli anni ’70 e che colpisce per la facilità d’ascolto e per il “tiro” sempre costante che non annoia l’ascoltatore. Dopo diverse prove convincenti in studio, Pino Scotto meriterebbe molta più attenzione in quanto musicista che in quanto personaggio mediatico, speriamo che questo ennesimo buon lavoro in studio riesca a far capire a molti rockers che il buon Pino non è “solo quello che insulta il trapper o il politico di turno” ma anche un grandissimo musicista.
Tracklist
01. Dont’t Waste Your Time
02. Not To Late
03. Before It’s Time To Go
04. Right From Wrong
05. Dust To Dust
06. Dog Eat Dog
07. Rock This Town
08 One Wolrd One Life
09. Talking Trash
10. Same Old Story
11. Don’t Be Looking Back
12. Ghost Of Death
Lineup
Pino Scotto: Vocals
Steve Volta: Guitars
Leone Villani Conti: Bass
Federico Paulovich: Drums
Mauri Belluzzo: Keybords