The Night Flight Orchestra – Aeromantic
Il 27/02/2020, di Francesco Faniello.
Gruppo: The Night Flight Orchestra
Titolo Album: Aeromantic
Durata: 59 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Distributore: Warner
C’è poco da fare, sono letteralmente fissato per l’aeronave targata The Night Flight Orchestra. Nati quasi per gioco durante un tour della band madre Soilwork, giunti ora al quinto disco in studio (terzo per la Nuclear Blast, dopo gli esordi per l’italiana Coroner Records), non sembrano aver perso quella spinta propulsiva che li ha lanciati da subito negli spazi siderali delle melodie pompose, dei cori barocchi e delle armonizzazioni pleonastiche tra chitarre e synth che hanno fatto la fortuna di tanti act heavy / rock / pop tra la metà dei Settanta e tutto il decennio successivo e che rivivono nelle mani di questi artigiani scandinavi. Artigiani del kitsch, obietterà qualche malelingua, incurante del fatto che queste sonorità hanno fatto e fanno ancora sognare le generazioni, al ritmo battente dell’amarcord amplificato dalle celebrazioni per i quarant’anni trascorsi da quel fatidico 1980.
Certo, non ci sono più le mezze stagioni, e Strid e soci hanno tirato fuori un lavoro “fuori stagione”, nel senso che stavolta giunge leggermente in anticipo per essere il disco dell’estate… eppure, la magia è sempre lì, immutata: ‘Aeromantic’ beneficia del consueto nugolo di potenziali hit, con ‘Servants of the Air’ che rispetta la tradizione dell’opener frontale e “in your face” ancor più di quanto facessero gli omologhi modelli settantiani, collocandosi sullo stesso solco delle scorse ‘Sail On’, ‘Midnight Flyer’ e ‘This Time’, solo per citarne alcune. Avevamo già familiarizzato con ‘Divinyls’, con il suo incedere sinuoso ancora più evidenziato dal classico break, e l’impressione di essere dinanzi a un lavoro ancor più sfacciato e glitterato rispetto ai predecessori non può essere che confermata dalla alcatrazziana ‘If Tonight Is Our Only Chance’, con quelle sonorità malmsteeniane edulcorate da una tensione pomp, o dal cipiglio naturale da singolo apripista di ‘Transmissions’, uno di quei ponti tra AOR e New Romantic lanciati dalla band sin dalla sua creazione.
E poi, il classico taglio Whitesnake / Kiss di ‘Aeromantic’ ci consegna una title track magari non ispirata come quella di ‘Internal Affairs’, ma l’energia non manca al quintetto neanche agli albori del nuovo decennio. Anzi, ex quintetto, visto che in formazione ci sono ormai in pianta stabile Anna-Mia Bonde e Anna Brygård, le due coriste / hostess dell’astronave Amber Galactic che aggiungono il tocco di classe a una semiballad come ‘Golden Swansdown’, uno di quegli episodi con cambi di tonalità e grandi partiture di chitarra che suonato da qualsiasi altro gruppo retro rock farebbe gridare al passo falso e invece qui riesce a emergere, al netto di soluzioni dozzinali, ma irresistibili.
Spesso poi le tracce si susseguono senza soluzione di continuità, come nel passaggio tra ‘Taurus’ e ‘Carmencita Seven’, due episodi che hanno il sapore dell’outtake ritrovata da uno di quei dischi dimenticati degli anni ’80, come ‘Some Tough City’ di Tony Carey (qualcuno se lo ricorda?), il tutto annaffiato da copiose porzioni di Journey e Survivor.
Volendo trovare il pelo nell’uovo, i suoni dei Night Flight Orchestra si sono di certo fatti sempre più ovattati lasciando maggiore spazio ai sintetizzatori, anche se il tutto è funzionale al concept sonoro inseguito da Andersson e Forslund; insomma, se fossimo ancora negli anni ’80 potremmo dire che i ragazzacci di Helsingborg si siano “ammorbiditi”, siano diventati più… commerciali, easy-listening, “facili” e amenità simili, tutti epiteti utilizzati a profusione (e a ragione) quando i nostri beniamini della NWOBHM si tinsero i capelli di biondo e magari se li cotonarono anche, in quello che fu il giro di boa di metà decennio, con l’ingresso degli odiati sintetizzatori nelle case degli ascoltatori. Qui invece il discorso è diverso, e non possiamo che guardare con simpatia al viaggio ammantato di nostalgia della compagnia Aeromantic, un must della scena svedese degli anni Dieci che si prepara ad affrontare il nuovo decennio forte della propria ampia gavetta nelle galassie stellate della melodia asservita al Dio del Rock.
Tracklist
01. Servants Of The Air 6:28
02. Divinyls 3:45
03. If Tonight Is Our Only Chance 3:13
04. This Boy’s Last Summer 3:59
05. Curves 4:05
06. Transmissions 5:44
07. Aeromantic 4:13
08. Golden Swansdown 4:16
09. Taurus 2:54
10. Carmencita Seven 6:13
11. Sister Mercurial 3:45
12. Dead Of Winter 6:07
13. City Lights And Moonbeams 4:16
Lineup
Björn Strid: lead vocals
David Andersson: guitar
Sharlee D’Angelo: bass
Sebastian Forslund | guitar, percussion, special FX
Jonas Källsbäck: drums
Anna-Mia Bonde: backing vocals
Anna Brygård: backing vocals