My Dying Bride – The Ghost Of Orion
Il 27/02/2020, di Stefano Ricco.
Gruppo: My Dying Bride
Titolo Album: The Ghost Of Orion
Genere: Doom Metal
Durata: 56:05 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Distributore: Warner
A cinque anni di distanza da ‘Feel The Misery’, la band britannica torna finalmente sulle scene. La pausa forzata, dovuta ai gravi problemi familiari che hanno visto Aaron Stainthorpe sostenere la piccola figlia nella sua vittoriosa battaglia contro il cancro, restituisce alla “sposa morente” sufficiente linfa per regalarci un altro disco intenso e profondamente motivato. Il sound gotico e doom, a base di tempi lenti, voci melodiose, quasi salmodianti, conferma quel marchio di fabbrica con cui il gruppo ha imposto la propria personalità sul mondo intero. Rispetto ai lavori precedenti, in questa ultima fatica si percepisce la ricerca di un suono maggiormente catchy, meno violento, forse più accessibile ma pur sempre “decadente”. ‘The Ghost Of Orion’ non tradisce infatti la trentennale tradizione che la band vanta alle proprie spalle. Solo in poche occasioni la rabbia recondita, frutto delle sofferenze insite nella condizione umana e che la band deve aver provato fino in fondo, evolve in un cantato più aggressivo. Le chitarre compongono arpeggi, riff e ritmiche che trasportano e avvincono caldamente l’ascoltatore. ‘Your Broken Shore’ è il brano di apertura del disco, il più aggressivo del lotto, in competizione con la lunga ‘The Long Black Land’, entrambe dure ma splendidamente romantiche. Violini e tastiere romanticizzano ulteriormente il risultato sonoro del disco, regalando una sorta di pace interiore, pur nel turbinio di passioni ed emozioni che i brani scatenano nell’ascoltatore. A suo modo straziante, ‘The Solace’ gode della presenza vocale di Lindy-Fay Hella della band norvegese Wardruna, sostenuta da una chitarra insistente nelle sue note dolorose. La title-track apre con un arpeggio ammaliante, che si trascina coraggiosamente per i tre minuti della sua durata, in qualche modo spiazzandoci. ‘Your Woven Shore’ chiude il disco in maniera piuttosto poetica, sul suono triste di un violino. L’ascolto non può deludere, anzi rafforza l’attrazione per il modo singolare e irripetibile con cui i My Dying Bride concepiscono e interpretano la musica pesante.
Tracklist
01. Your Broken Shore
02. To Outlive the Gods
03. Tired of Tears
04. The Solace
05. The Long Black Land
06. The Ghost of Orion
07. The Old Earth
08. Your Woven Shore
Lineup
Andrew Craighan: Guitars
Aaron Stainthorpe: Vocals
Lena Abé: Bass
Shaun Macgowan: Keyboards, Violin
Jeff Singer: Drums
Neil Blanchett: Guitars