Delain – Apocalypse & Chill
Il 24/02/2020, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Delain
Titolo Album: Apocalypse & Chill
Genere: Symphonic Metal
Durata: 56 min.
Etichetta: Napalm
Distributore: Audioglobe
Continua alla grande il percorso degli olandesi Delain, che con questo nuovo ‘Apocalypse & Chill’ giungono al traguardo di sei dischi in una carriera che sfiora oramai i 15 anni. Parlando di discografia ‘principale’ (la band del minore dei fratelli Westerholdt è nota per la pubblicazione di un gran volume di materiale tra un full lenght e l’altro…), vale la pena ricordate che i Nostri si erano resi autori di una prova maiuscola con l’ultimo ‘Moonbathers’, un disco che figurò al secondo posto nella nostra classifica di fine anno per le uscite 2016. Era quindi facile per chi scrive temere che questo nuovo lavoro avrebbe avuto difficoltà ad eguagliare le qualità di quel disco o del clamoroso ‘We Are The Others’, ma così non è stato: ‘Apocalypse’ è un altro centro pieno, che spinge i Delain sempre più come band di primo piano nell’affollatissimo palco delle cosidette ‘female fronted band’.
Complesso ed elaborato senza però rinunciare alla melodia e al miele della voce della Wessels, ‘Apocalypse & Chill’ è un album vario, pieno di strati, che rappresenta a modo suo un vero e proprio viaggio all’interno della visione musicale della band. Partendo da brani più diretti e in qualche modo luminosi e chiudendo su una cupezza e una drammaticità maggiore; l’album esplora diverse regioni anche distanti di quel vasto mondo che classifichiamo con il nome di ‘symphonic metal’, calpestando nel suo percorso lidi assolutamente catchy con ‘We Are Everything’, oppure assaporando il significato dell’aggettivo ‘modern’ come avviene in ‘Let’s Dance’ o ‘Chemical Redemption’. La voce di Charlotte è – lo dicevamo prima – una vera delizia, la gemma più bella in una teca di pietre preziose: la sua prestazione in ‘Masters Of Destiny’ ad esempio è maiuscola, con una padronanza dei registri alti e una forza espressiva assolute, ma non è il solo punto dove ci stupisce. In ‘Burning Bridges’ infatti la bella cantante ci accarezza con melodie meno spinte ma altrettanto belle, mentre nella simil ballad ‘Ghost House Heart’ punta tutto su una timbrica sempre più bella e personale. E se la varietà della musica contenuta e la voce della Wessel non bastassero già di per loro a giustificare il voto che vedete in calce; a mettere ulteriore valore aggiunto alla proposta ci pensa il fattore originalità: nel pentagramma di questo album non troverete infatti continui richiami o ‘pegni’ pagati alla solita triade Nightwish, Epica e Within Temptation. Certo, qualcosa soprattutto degli ultimi c’è, ma è impossibile non notare come comunque le coordinate generali sfuggano al richiamo quasi magnetico dei poli di queste tre band… a tratti – non a caso – sembra più di sentire richiami di Lacuna Coil o Ravenscry che delle band sopra citate.
I Delain insomma sono riusciti a stupirci un’altra volta. E’ da ‘We Are The Other’ che siamo contenti delle loro uscite, e anche questa volta i bravi olandesi si prendono il nostro pollice alzato. Speriamo che questa strada che hanno intrapreso oramai da due o tre album continui a portarli a produrre lavori sempre di questa qualità…
Tracklist
01. One Second
02. We Had Everything
03. Chemical Redemption
04. Burning Bridges
05. Vengeance
06. To Live Is To Die
07. Let’s Dance
08. Creatures
09. Ghost House Heart
10. Masters Of Destiny
11. Legions Of The Lost
12. The Greatest Escape
13. Combustion
Lineup
Charlotte Wessels: vocals
Timo Somers: guitars
Otto Schimmelpenninck van der Oije: bass
Martijn Westerholt: keys
Joey Marin de Boer: drums