The Old Skull – Fantasmi, Ruggine e Rumore
Il 04/02/2020, di Fabio Magliano.
Gruppo: The Old Skull
Titolo Album: Fantasmi, Ruggine e Rumore
Genere: Rap Metal
Durata: 40 min.
Etichetta: Tak Production
“Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico” diceva Giulio Cesare. Una volta la guerra era tra metallari e paninari, ma il punto di incontro non si trovò mai. Oggi l’accerchiamento è portato da rapper e trapper, che imperversano ovunque, in TV, in radio, nei talent, persino nel Festival più nazionalpopolare che ci sia, tra sbocchi di bile e sfoghi di orticaria a chi è poco avvezzo a questo tipo di sonorità. “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico” si diceva, ed è quello che hanno pensato i romani The Old Skull, un gioco di parole come nome (“vecchia scuola” (old school) ma anche il rimando ad un simbolo tipicamente rock/metal come il “teschio”/skull) dietro il quale si cela la volontà di andare a riprendere italianizzandolo quanto fatto in tempi più o meno recenti da gruppi come Cypress Hill, Beastie Boys, Bodycount, Rage Against The Machine, Korn… senza scomodare i celebri binomi Run DMC e Aerosmith, Public Enemy e Anthrax, ovvero incastrare su una base tipicamente metal le barre di alcuni dei più celebri rapper italiani come Danno del Colle der Fomento, Rancore, Lucci e Chef Ragoo giusto per citarne alcuni (questo lavoro ha coinvolto oltre quindici tra MC e DJ tra i più rappresentativi della scena Hip-Hop italiana).
Il risultato è un disco che non risparmierà convulsioni ai puristi del genere, pronti chi a chiamare l’esorcista di turno, chi a evocare la santa inquisizione per dar fuoco agli eretici ma che, a conti fatti, gode di una sua dignità, musicale ma soprattutto a livello dialettico, con messaggi forti e senza filtri che giungono diretti all’ascoltatore facendo ancora più male grazie all’utilizzo della lingua italiana. “Qua svendono al più furbo mercante, alla moda imperante io resto protetto fra casse e rullante vecchio teschio metallo urlante”… la dichiarazione di intenti affidata a Danno nell’opener ‘Vecchio Teschio’; “Beccati sto giubileo con tutti i pellegrini in giro per sta Roma genuflessa a caccia di santini a braccetto con sti preti beccamorti e becchini che mettono le idee malate in testa ai ragazzini” mitraglia Suarez in ‘Strozzapreti alla Romana’, “Noi in un Paese che crepa, noi che non facciamo una piega mentre chiudono i porti e poi contano i morti perché qui contano i voti qui contano i soldi, mostri siete la feccia del mondo nascosti dai vostri sorrisi” rispondono Chef Ragoo, Danno e Nobridge nella conclusiva ‘Peggio’.
Musicalmente, tra chitarre distorte e ritmiche serrate, il sound si presenta decisamente crudo, violento, in linea con le liriche, valido nel supportare un rap che va attingere direttamente dalla vecchia scuola del genere distaccandosi dall’immondizia che prospera ultimamente in radio, dandogli però un taglio moderno e decisamente attuale. Un lavoro per chi non ha paura di fare un passo “oltre”, per chi è aperto di mente e per chi è convinto che, dalla commistione di stili agli antipodi, possa nascere qualcosa di buono.
Tracklist
01. La Scimmia
02. Vecchio Teschio (con Danno)
03. Drunken Masters (con DSA Commando)
04. Strozzapreti alla Romana (con Suarez, Dj Craim, Chef Ragoo e Danno)
05. Novecento (con Lucci)
06. The Bench (con Dj Fastcut)
07. Sangue e Inchiostro (con Shaone, Speaker Cenzou e Paura)
08. Poeti Estinti (con Danno, Dj Fastcut e Rancore)
09. Ma Quali Idoli (con Paura, Dj Craim e Steph)
10. Gevecht (con Dj Jag e Dj Snifta)
11. Peggio (con Nobridge, Chef Ragoo e Danno)
Lineup
Luca Martino – drums
Francesco Persia – guitar
Emanuele Calvelli – bass
Alex Merola – gutar
Dj Snifta