Lordi – Killection
Il 27/01/2020, di Francesco Faniello.
Gruppo: Lordi
Titolo Album: Killection
Genere: Horror Metal
Durata: 52 min.
Etichetta: AFM Records
Distributore: Soulfood Music
Doverosa premessa: non seguivo i Lordi dall’epoca dei loro primi due album, e ricevere il nuovo promo mi ha spinto a saggiarlo il prima possibile, in macchina e in assoluta tranquillità. La prima cosa che devo aver pensato aveva probabilmente a che fare con il consueto caleidoscopio sonoro dispiegato dalla band traccia dopo traccia, e che questa volta mi sembrava anche più accentuato del solito, ma non ci ho fatto caso, preferendo comunque avviare una riflessione sul fatto che persino i Ghost possono dirsi debitori delle intuizioni codificate da Mr. Lordi e dalla sua combriccola ben più di una quindicina di anni fa.
Successivamente, mi è però bastato leggere il nome del disco e fiondarmi di conseguenza sulle relative note di accompagnamento per constatare che la mia passione per la Storia alternativa fa proseliti giorno dopo giorno! In questo caso, ha superato il Golfo di Botnia e ha contagiato nientepopodimeno che i Lordi, che – pensate un po’ – si sono inventati l’idea dell’album compilation fittizio, per celebrare un’ipotetica carriera pluridecennale che, lungi dall’aver avuto inizio nel 1992 (dieci anni prima del debut ‘Get Heavy’), affonderebbe addirittura le radici nei gloriosi anni Settanta. Lo scopo? È presto detto: fornire un vero e proprio artifizio letterario per mettere su un lavoro variegato e ispirato ai vari stili delle decadi che gli ipotetici Lordi avrebbero attraversato nel corso della loro carriera, qui appunto riassunta su ‘Killection’.
Beh, l’idea non è affatto male, lo riconosco: il divertimento, poi, sta nei piccoli particolari, a partire dalla scelta di utilizzare diversi studi di registrazione a seconda dello “stile” da riprodurre, fino a quella di racchiudere il tutto nell’ambito di una trasmissione radio dedicata alla band (qui denominata Monster Squad dal dj, chiaro riferimento al testo della title track del loro debut), con tanto di telefonate degli ascoltatori (fans preoccupati o un po’ troppo “infuocati”), un’esilarante presentazione che chiama in causa i Judas Priest e i Guns N’ Roses (ma non voglio anticiparvi troppo!) e il prevedibile finale degno del personaggio di Nuke interpretato da Gene Simmons su ‘Morte a 33 Giri’.
Dicevamo del caleidoscopio sonoro dispiegato: se il denominatore comune sono le consuete tematiche orrifiche, lo stile è invece multiforme, almeno nelle intenzioni della band. Eh sì, perché tolte l’opener ‘Horror for Hire’, che definirei Lordi al 100%, e la successiva ‘Shake the Baby Silent’, dal sapore Rammstein / Marilyn Manson e dunque ben radicata nel passaggio tra anni Novanta e Duemila, dopo un po’ ci si rende conto che distinguere le sfumature dei vari decenni sarebbe complicato per chiunque, per via del rimescolamento avvenuto dal 2000 in poi. Non è per via dei Lordi, è proprio la Storia della musica che rende difficile dire se ‘Blow My Fuse’ appare credibile come manufatto anni ’70 (come è nelle intenzioni della band) o magari come vera / finta creazione grunge anni ’90 (ed è la mia interpretazione) o piuttosto come esperimento post / revivalistico degli Anni Dieci, perché no.
Magari era proprio questo lo scopo ultimo della band, sfidare l’ascoltatore a una partita di interpretazioni; dal nostro punto di vista, l’importante è che il risultato sia gradevole, come in effetti è. Infatti si passa dalla bigiotteria retrò di ‘Apollyon’ all’incedere disco / kissiano di ‘Zombimbo’ per giungere a ‘Scream Demon’, che – un po’ come le precedenti – non avrebbe sfigurato su un disco dei succitati discepoli Ghost. E il resto? Giù il cappello per ‘Up to No Good’ e i suoi chiari riferimenti agli Anni Ottanta di Warlock, W.A.S.P. o Motley Crue, per la tradizione goth / black mitigata dall’acidità del rock’n’roll scandinavo di ‘I Dug a Hole in the Yard for You’ e per il pomp / rock di ‘Cutterflies’, che sembra prendere in prestito le lenti dei Night Flight Orchestra, grazie anche a uno dei rari assoli di chitarra che qui i Lordi hanno deciso di regalarci.
‘Killection’ è così, un lavoro tutto da scoprire: e a a proposito di chicche, non perdetevi ‘Like a Bee to the Honey’, scritta da Paul Stanley e Jean Beauvoir, con un bell’inserto di sassofono firmato da Michael Monroe. Più che un ideale passaggio di consegne, ci si può leggere il manifesto dell’immortalità del rock’n’roll, in una scia che attraversa le decadi per rimanere vitale, scoppiettante e senza tempo.
Tracklist
01. Radio SCG 10
02. Horror For Hire
03. Shake The Baby Silent
04. Like A Bee To The Honey
05. Apollyon
06. SCG10 The Last Hour
07. Blow My Fuse
08. I Dug A Hole In The Yard For You
09. Zombimbo
10. Up To No Good
11. SCG10 Demonic Semitones
12. Cutterfly
13. Evil
14. Scream Demon
15. SCG10 I Am Here
Lineup
Mr. Lordi: vocals
Mr. Amen: guitars
Mr. Hiisi: bass
Mr. Mana: drums
Ms. Hella: keyboards