Death – The Sound Of Perseverance
Il 15/10/2019, di Alex Ventriglia.
Gruppo: Death
Titolo Album: The Sound Of Perseverance
Genere: Death Metal
Durata: 56 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Che i Death fossero in procinto di rientrare ufficialmente in azione lo si sapeva da tempo, non pochi gli addetti ai lavori che, in funzione di gradito pacco natalizio, si scambiavano tra loro l’ambitissimo advance-tape di tre pezzi confezionato per illustrare lo stato di forma di Chuck Schuldiner e la sua fin troppo incasinata line-up. Durante una recente trasferta in Inghilterra il sottoscritto ebbe modo di saperne di più, sul nuovo corso targato Death, da chi aveva ascoltato per intero e in assoluta anteprima ‘The Sound Of Perseverance’, quando ancora il master dell’album doveva essere consegnato ai boss della Nuclear Blast, label che oggi sprizza di gioia per essersi accaparrata i servigi di una delle formazioni storiche e seminali del metal più estremo. Dalle informazioni accalappiate a suo tempo, risultava quindi il fatto che i floridiani, tenendo fede come sempre ai voleri dell’assoluto deus ex machina e axe-man Schuldiner, avevano tirato un po’ il freno rallentando di parecchio le furiose scorribande di un tempo, con il leader che, con il suo strumento e la sua voce tagliente, spadroneggiava su tutto e tutti. Gruppo che non ha mai smesso di esercitare il suo fascino maledetto, che non è mai passato di moda, né tra i deathsters più incalliti e neppure tra coloro che generalmente si dedicano a ben altro (tra i complessi più gettonati e richiesti nella rubrica Anticus, che in tempi brevi dedicherà ai floridiani l’intera pagina ricca di aneddoti e informazioni utili per saperne di più), quello dei Death è stato uno dei precursori del death metal, più volte equiparati ai conterranei Morbid Angel, per violenza esecutiva e di certo non per gli stessi temi portati avanti, per chi scrive di gran lunga superiori a Trey Azaghtoth e soci, soprattutto in un contesto evolutivo: scappatoia obbligatoria se non si vuol mostrare la corda, se non si vuole avere idee ridotte al lumicino. In un genere come il death poi, a quei tempi fin troppo incollato ai dettami di partenza. Così, dopo albums simili ma affatto identici tra loro, dove brutalità e tecnicismo cesellato dalla maestria del riffmaker Schuldiner (per non parlare del pulsante basso di Steve DiGiorgio e della distruttiva genialità alla batteria di Gene Hoglan, i primi due che vengono in mente perché non facile collegare pezzo per pezzo, disco dopo disco, l’instabile organico del gruppo) andavano di pari passo, a volte superandosi tra loro, quali ‘Scream Bloody Gore’ e ‘Leprosy’ (coppia devota al sound più oltranzista e ricoperto di grumi di sangue e frattaglie), ‘Spiritual Healing’ e ‘Human’, ‘Individual Thought Patterns’ e ‘Symbolic’ (poker da amare per chi è officiante dei funambolismi techno/death metal, che oggi vanno tanto per la maggiore soprattutto in Svezia), ecco in tavola ‘The Sound Of Perseverance’: il suono della perseveranza, un titolo che è tutto un programma per uno degli albums più attesi. E anche il suono della splendida, ormai consolidata a pieno regime, maturità strumentistica raggiunta da Chuck Schuldiner, al quale la band va dietro ossequiosa, nei suoi excursus chitarristici, nella sua rabbia covata da anni, nei suoi proclami di morte e distruzione filamentosi di abilità tecnica e songwriting finemente rivalutato. A rafforzare l’amore di Chuck per l’heavy metal inteso come tale (il padre-padrone dei Death colleziona memorabilia dei Kiss e il suo sogno segreto è quello di formare un gruppo con Ronnie James Dio!), il remake di ‘Painkiller’ dei Priest, che da solo vale l’acquisto dell’album della rentrée. Mi pare d’esserci spiegati…
Tracklist
01. Scavenger Of Human Sorrow
02. Bite The Pain
03. Spirit Crusher
04. Story To Tell
05. Flesh And The Power It Holds
06. Voice Of The Soul
07. To Forgive Is To Suffer
08. A Moment Of Clarity
09. Painkiller
Lineup
Chuck Schuldiner: vocals, guitars, acoustic guitar
Shannon Hamm: guitars
Richard Christy: drums
Scott Clendenin: bass