Amon Amarth – Berserker
Il 06/05/2019, di Stefano Giorgianni.
Gruppo: Amon Amarth
Titolo Album: Berserker
Genere: Heavy Metal
Durata: 57 min.
Etichetta: Metal Blade
Distributore: Sony
Volevo cominciare questa recensione scrivendo: “Sbarrate le porte, i vichinghi son tornati”. Poi, però, l’entusiasmo è calato, quasi finito sotto le scarpe, e allora inizio col solito pippone.
Undicesima fatica discesa direttamente da Asgard per i cinque prodi musicisti svedesi, reduci dal successo della release celebrativa ‘The Pursuit Of Vikings: 25 Years In The Eye Of The Storm’, un album live con allegato un documentario, vera gemma di quella che è stata l’ultima uscita dell’oramai celebre gruppo scandinavo. Questa volta, a differenza del penultimo ‘Jomsviking’ che prevedeva la costruzione dell’album attorno a un unico soggetto, Johan Hegg&Co. si liberano dalle catene del concept e tornano a tracce ispirate ciascuna a un tema singolo, sempre tratto da miti, leggende e quant’altro faccia riferimento all’universo norreno.
Scrivevo prima che “l’entusiasmo è calato” dopo alcuni ascolti di questo ‘Berserker’, album minacciosissimo nel titolo e nella copertina, tra l’altro, da un punto di vista totalmente soggettivo, vi dico che mi piace davvero poco e mi fa rimpiangere davvero le storiche illustrazioni che campeggiavano su ‘Versus The World’, ‘The Crusher’, o addirittura sullo scialbo ‘Surtur Rising’, il disco degli Amon Amarth di cui ancora adesso non riesco a ricordare bene una singola canzone. Parlavamo di minacciosità, ecco, il “minaccioso” finisce alla soglia dell’artwork.
Ora, non voglio andare a rivangare la questione del mutamento stilistico della band , però qualche considerazione è indispensabile buttarla sul piatto. Di sicuro, ‘Berserker’ è un full-length leggermente più aggressivo rispetto al suo predecessore, tuttavia ne segue pressoché la linea, per gran dispiacere di quelli che seguivano gli Amon Amarth al massimo fino a ‘Twilight Of The Thunder God’, disco dal valore indiscutibile e, secondo l’idea di alcune persone, il capolavoro degli agguerriti scandinavi. Assodato dunque che ‘Once Sent From The Golden Hall’ e la sua furia siano lontani almeno un paio di mondi nell’Yggdrasill della discografia degli svedesi. Eppure, vale ancora la pena dire “dagli Amon Amarth mi aspettavo di più” o meglio “qualcosa di diverso, un ritorno alle origini”? Forse, non è che non ne valga la pena, pare proprio che non abbia senso. Il nuovo sentiero imboccato dal gruppo è questo, più heavy e meno death, più ammiccante e meno rabbioso. E, comunque, come mi disse il chitarrista Johan Söderberg poco prima di uno show all’indomani dell’uscita di ‘Jomsviking’, “non è che ci siamo messi a fare pop”. Ecco, sia stata la voglia di cambiare della band, o la tanto decantata svolta commerciale, o ancora l’evoluzione naturale di artisti che sono cresciuti e non sentivano più che il vecchio sound si adattasse alla loro maturazione, gli Amon Amarth oggi sono questi, prendere o lasciare. Alcuni li hanno presi, altri li hanno lasciati.
Tenendo presente tutto questo discorso, quanto vale ‘Berserker’? In tutta sincerità, direi che vale come la musica suonata dopo la battaglia, e non durante. Qualcosa che ti aiuta a celebrare la vittoria, a conquistare altri territori oramai che la cittadella è stata fortificata, ma che non ti spinge a ipotecare le gonadi di fronte al nemico, o a entrare tra le fila degli einherjar. Impiegherei, quindi, un aggettivo fastidiosissimo: godibile. “Godibile” non significa però “scarso”. Ci sono molti episodi divertenti e tracce – molte – già pronte ad aizzare la folla. Ad esempio, ‘Crack The Sky’, che è basata su un riff tipico degli ultimi Amon Amarth; così come ci sono altri brani intrattenenti, come ‘Mjölner’, ‘Ironside’, ‘When Once Again We Can Set Our Sails’, e alcuni meno riusciti, ‘Shield Wall’ su tutti.
In conclusione, ‘Berserker’ piacerà? Non ci sono dubbi. A tutti? Certo che no. Ora aspettiamo di vedere gli Amon Amarth sul loro terreno naturale, il palco, per vedere come questi nuovi pezzi funzioneranno e tastare con mano il parere del pubblico.
Tracklist
01. Fafner’s Gold
02. Crack The Sky
03. Mjölner, Hammer Of Thor
04. Shield Wall
05. Valkyria
06. Raven’s Flight
07. Ironside
08. The Berserker At Stamford Bridge
09. We Can Set Our Sails
10. When Once Again
11. Wings Of Eagles
12. Into The Dark
Lineup
Johan Hegg: vocals
Olavi Mikkonen: guitar
Johan Söderberg: guitar
Ted Lundström: bass
Jocke Wallgren: drums