Queensrÿche – The Verdict
Il 05/03/2019, di Andrea Schwarz.
Gruppo: Queensryche
Titolo Album: The Verdict
Genere: Progressive Metal
Durata: 42 min.
Etichetta: Century Media
Distributore: Sony
01/03/2019: segnatevi questa data sul calendario a caratteri cubitali. Non ve ne pentirete, statene certi. Da dove nasce tutto questo entusiasmo? Dall’uscita del nuovo fiammante album dei Queensrÿche, una band che facciamo a meno di presentare vista la discografia e il pedigree che si sono guadagnati in oltre trent’anni di onorata carriera, girando il globo in lungo e in largo vendendo al tempo stesso milioni di album quando il pubblico li comprava ancora e passando attraverso bruschi ed alquanto dolorosi cambi di line up. Michael Wilton, Eddie Jackson e Scott Rockenfield non si sono mai persi d’animo pubblicando oggi il terzo album con Todd La Torre dietro il microfono, una scelta che fu un azzardo vista l’importanza e l’indiscutibile talento di Geoff Tate che ha marchiato indelebilmente la loro precedente discografia. Il loro merito, unito alla caparbietà e al talento canoro di Todd La Torre ha fatto sì che la loro storia potesse proseguire, certo i precedenti self-titled album del 2013 e ‘Condition Human’ del 2015 erano per certi versi claudicanti, possedevano buoni brani intervallati da momenti poco esaltanti, condizione che potrebbe raffreddare gli appetiti musicali di coloro che ne hanno apprezzato il passato e che si ritrovavano di fronte ad una copia odierna un po sbiadita, una fenice che viveva purtroppo di luce riflessa piuttosto che di nuova linfa. Ma fortunatamente la storia a volte ha risvolti quasi inaspettati perché invece ‘The Verdict’ è l’album che per tanto, troppo tempo, i fans dei ‘Ryche attendevano con ansia. Non si scomodi troppo velocemente il loro fulgido passato ma possiamo dire, dopo innumerevoli ed attenti ascolti, che ci troviamo di fronte ad un album che fa gioire cuore e mente. Le trame chitarristiche di Wilton e Lundgren disegnano orpelli che suonano deliziosi fin dai primi ascolti, il trademark caratteristico è presente in ogni nota sia in fase ritmica che solista. Todd La Torre si è lasciato definitivamente alle spalle una pesante eredità prendendosi sulle spalle la band, le melodie non sono mai scontate o banali, quasi come se le precedenti release siano servite come un banco di prova che oggi porta frutto. Probabilmente la vera chiave di volta consta nel fatto che a differenza del recente passato si è cercato di trovare la giusta interpretazione piuttosto che la prestazione vocale fine a se stessa, un cambio di prospettiva che non si fa fatica a scorgere durante le dieci tracce qui presenti. Todd La Torre merita una menzione particolare anche per aver egregiamente suonato tutte le parti di batteria al posto dell’indisponibile Scott Rockenfield. Chiaro, lo stile e l’impostazione sono diverse ma il risultato è egregio, onestamente se non fossimo a conoscenza di chi abbia registrato in studio le parti di batteria…quasi non ce ne accorgeremmo. L’album ha un inizio scoppiettante che toglie quasi il respiro grazie all’accoppiata ‘Blood Of The Levant’ / ‘Man The Machine’, due brani che hanno nel proprio DNA il tipico marchio ‘Ryche in ogni frangente. La successiva ‘Light-Years’ ha un inizio arabeggiante il cui riff ricorda un po’ ‘Home’ di Dream Theater-iana memoria unita ad alcuni effetti vocali e di tastiera che ricordano le atmosfere di un altro loro caposaldo, ‘Rage For Order’. ‘Inside Out’ è un altro pezzo che ha al suo interno atmosfere mediorientali ed un coro dinamico, una tensione che ricorda i migliori momenti di ‘Empire’ e ‘Promised Land’. Potremmo andare avanti a parlarvi ancora per molto di questi e degli altri brani qui presenti ma non vogliamo togliervi il gusto di assaporare il disco nella sua interezza. Ultima menzione la merita uno dei singoli estratti, quella ‘Dark Reverie’ con il suo affascinante mood drammatico, vocal evocative disegnate da un superbo Todd La Torre unite ad un ipnotico guitar solo che si stampa nella memoria fin dai primi ascolti. In definitiva ci troviamo di fronte al disco più organico e meglio riuscito della loro recente discografia, molto più dei precedenti ‘Queensryche’ e ‘Condition Human’, sempre in bilico tra il loro tradizionale trademark e un taglio più moderno che proietta la band definitivamente in una nuova era. C’è un forte senso di appartenenza e di identità in ‘The Verdict’, il disco dimostra che la band ha ancora molto da dire approcciando al loro trentacinquesimo anniversario in una forma smagliante, anche se siamo solamente a marzo il disco si candida seriamente ad essere uno dei migliori album dell’anno. Chapeau, i Queensrÿche sono tornati senza clamore e quasi in sordina a dispetto di altri ensemble che, scherzo del destino, escono nello stesso periodo con un battage pubblicitario enorme….ma se vi piace la sostanza non avrete dubbi a scegliere il disco da ascoltare.
Tracklist
01. Blood Of The Levant
02. Man The Machine
03. Light-years
04. Inside Out
05. Propaganda Fashion
06. Dark Reverie
07. Bent
08. Inner Unrest
09. Launder The Conscience
10. Portrait
Lineup
Todd La Torre: vocals, drums
Michael Wilton: guitar
Parker Lundgren: guitar
Eddie Jackson: bass