Metal Church – Damned If You Do
Il 07/12/2018, di Giuseppe Cassatella.
Gruppo: Metal Church
Titolo Album: Damned If You Do
Genere: Heavy Metal, Thrash Metal
Durata: 45 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Distributore: Warner
Nel 2016 ‘XI’ aveva sancito il ritorno all’ovile del sempre amato frontman Howe. Sin dall’ufficialità della notizia, era nata in me la speranza di poter ritrovare la magia di due album storici dei Metal Church, ‘Blessing In Disguise’ e ‘The Human Factor’, che tanto dovevano all’ugola di Mike. Quel disco mi era piaciuto parecchio, oltre che per il coinvolgimento emotivo dell’inaspettato come back, perché mostrava una band decisa, abrasiva e metallica. Una bella ignizione di adrenalina, dopo qualche prova non esaltante, che mi aveva anche spinto a fare centinaia di chilometri di macchina in solitaria per poter vedere Kurdt Vanderhoof e compagni all’opera dal vivo all’anfiteatro Le Fonti di Ripatransone (AP). A due anni di distanza, sin dall’iniziale e quasi overkilliana ‘Damned If You Do’ – traccia che da il titolo anche a questo dodicesimo capitolo del gruppo – ritrovo la Chiesa Metallica sugli stessi livelli su cui l’avevo lasciata. Ma la title track è solo l’inizio della cavalcata, anche perché la band gioca sporco, sfruttando da subito quelle che sono le carte migliori, dopo l’opner, infatti, tocca a ‘By The Numbers e ‘The Black Things’ il compito di ricordarci che cos’è l’heavy metal americano più puro e incontaminato. Vi sfido a non canticchiare questi brani dopo pochi ascolti. A metà disco è piazzata un’altra delle frecce più appuntite del disco, la thrasheggiante ‘Guillotine’, pezzo che dal vivo farà la sua sporca figura. I Metal Church appaiono in gran spolvero, ma una menzione particolare la merita il bassista, Steve Unger, in grado col suo tocco di donare ai brani un groove anni 90. Ascoltatevi la acceptiana ‘Monkey Finger’, un pezzo che dà la misura di come va suonato classico senza apparire patetici o grotteschi. ‘Damned If You Do’ viene descritto dalla note promozionali come una via di mezzo tra ‘Blessing In Disguise’ e ‘The Human Factor’, il paragone regge solo fino a un certo punto e non vi deve trarre inganno, perché non sarebbe giusto nei confronti di quei due classici e sminuirebbe l’ottimo lavoro fatto in studio nei mesi scorsi. ‘Damned If You Do’ è un disco che brilla di luce propria, convince per quello che è: una colata incandescente di US metal! Mettendo la musica da parte per un attimo, è bello ritrovare in gran forma Stet Howland, che aveva scoperto di essere malato subito dopo essere entrato nel gruppo al posto di Jeff Plate. Il già batterista degli W.A.S.P., che solo qualche mese fa aveva reso noto che il linfoma che lo aveva colpito era in fase di remissione, pare completamente recuperato: un miracolo tra le navate della Chiesa Metallica.
Tracklist
01. Damned If You Do
02. The Black Things
03. By The Numbers
04. Revolution Underway
05. Guillotine
06. Rot Away
07. Into The Fold
08. Monkey Finger
09. Out Of Balance
10. The War Electric
Lineup
Mike Howe: vocals
Kurdt Vanderhoof: guitar
Rick van Zandt: guitar
Stet Howland: drums
Steve Unger: bass