Inira – Gray Painted Garden
Il 05/12/2018, di Marco Giono.
Gruppo: Inira
Titolo Album: Gray Painted Garden
Genere: Modern Metal
Durata: 50 min.
Etichetta: Another Side Records
Per una volta lasciatevi sorprendere. Non tuffatevi nell’ennesima onda mainstream e addentratevi con me nel giardino dipinto di grigio. Non che non abbia avuto qualche timore al principio, quando ricevi la promo di una band agli esordi e sai che la delusione è dietro l’angolo. Quindi di solito lascio perdere la bio o altri dati che possono essere allo stesso tempo seducenti, ma anche ingannevoli. Semplicemente clicco play. Tuttavia stavolta rimango sorpreso dagli Inira. Qualcosa non mi torna….questi sono bravi per davvero! Produzione pulitissima, ma che comunque riesce a fare male. Il loro modern metal ti entra in circolo molto velocemente, ma hai da subito la sensazione che abbia comunque quella profondità necessaria ad accompagnarti per diverso tempo fuori dal mare sempre più affollato di uscite metal.Quindi non sono una band esordiente? Non proprio, anche se in fondo ‘Gray Painted Garden’ (uscito il 5 ottobre 2018 per Another Side Records) è un re-inizio. In verità il disco d’esordio ‘Revolution Has Begun’ risale al 2010, ma allora suonavano death metal. Pur aderendo al genere death in maniera piuttosto marcata, già mostravano una perizia tecnica-compositiva notevole (un esordio che per gli amanti del death è decisamente da prendere in considerazione!). Tuttavia i membri della band cambiano con il passare delle stagioni. La formazione ai nostri giorni include i due fondatori, il cantante Efis Canu e il bassista Marco “Cucci” Bernardon, a cui si aggiungono il chitarrista, Daniele “Acido” Bressa (ex. Fireflips, Raintime) e il batterista Gabriele Boz (turnista live per gli Elvenking). Quindi è tutto chiaro, no? Non proprio, nel senso che la musica è qualcosa di più della somma delle qualità dei singoli, ma di certo l’essere preparati aiuta. Per non girarci ulteriormente attorno, diciamo subito che oltre a essere stato costruito su basi solidissime, il nuovo ‘Gray Painted Garden’ è un lavoro di alto livello. Alla modernità ruba determinate dinamiche che lo collocano in prossimità di un genere quale il post-core, ma allo stesso tempo conserva lo spirito della classicità in alcune scelte melodiche (chorus e atmosfere gotiche), in un approccio meno estremista nel filtrare i suoni o negli screaming stessi che costruiscono e non feriscono solamente. Ed in fondo la copertina stessa è rappresentazione di dualismo; i colori della classicità riletti in linee stilizzate post moderne. La title-track, posta in apertura, è un perfetto manifesto della poetica degli Inira, diventando punto d’incontro tra la metafisica satura delle chitarre, passando per lo screaming autoriale fino ad arrivare ai cori che corrono immateriali nell’anima dell’invisibile. Potere della musica. Così le prime tre tracce (le altre non citate, ‘Discard’ e ‘This Is War’) ti tengono incollato tanto da chiederti, ma il resto è di questo livello? Si e lungo la tracklist troverete brani piuttosto vari, come la cadenza ‘The Falling Man’ oppure la claustrofobica ‘Oculus Ex Inferi’.
In un mare di uscite usa e getta, è davvero un piacere poter ascoltare un album come ‘Gray Painted Garden’ che rivela una cura compositiva ben al di sopra della media ed allo stesso tempo mette in scena una musica di alto livello.
Tracklist
01. Gray Painted Garden
02. Discarded
03. This Is War
04. Sorrow Makes for Sincerity
05. Venezia
06. Zero
07. The Falling Man
08. The Path
09. Universal Sentence of Death
10. Oculus Ex Inferi
11. Home
Lineup
Marco “Cucci” Bernardon: bass
Daniele “Acido” Bressa: guitars
Efis Canu Najarro: vocals
Gabriele Boz: drums