Dewfall – Hermeticus
Il 30/11/2018, di Giuseppe Cassatella.
Gruppo: Dewfall
Titolo Album: Hermeticus
Genere: Black Metal
Durata: 53 min.
Etichetta: Naturmacht Productions
Dopo averlo ascoltato in anteprima dal vivo e aver letto la dettagliata track by track ad opera del chitarrista Flavio Paterno, è arrivato il momento di esprimere il mio giudizio su ‘Hermeticus’. Avevo già detto come il disco mi avesse fatto una buona impressione dal vivo, dove risultava epico, oscuro ed evocativo. Un’opera compatta e omogenea che nella sua definitiva versione da studio, però, da il meglio di sé. Perché ‘Hermeticus’ è un disco complicato, ricco di sfaccettature, richiede più ascolti prima di potersi perdere nei meandri delle vicende – quelle relative alla vita terrena e mitologica di Fedrico II di Svevia – che vengono raccontate dalla band pugliese. Se i contenuti del concept non vengono trattati in modo banale, le trame musicali riescono a sorreggere degnamente l’apparato lirico, grazie alle doti tecniche dei musicisti coinvolti, capaci – a fronte di una base black metal – di variare stili e atmosfere a seconda della trama descritta dal pezzo. A mettere in evidenza queste peculiarità ci pensa già il primo brano, ‘The Abomination Throne’ (con Davide Straccione degli Zippo e Shores Of Null nelle vesti di voce narrante), che fonde al proprio interno black e metal classico, con uno sviluppo quasi prog. Però non fatevi trarre in inganno, se l’album inizia in modo ricercato, nel suo proseguo non mancano momenti più rudi e tipicamente black: ‘Murex Hermetica’, ‘Apud Portam Ferream’ (con alla voce V’gandr, noto per la su militanza negli Helheim e nei Taake) e ‘Apostasy Of Hopes’. Però se devo citare un brano che, a mio avviso, racchiude nella sua interezza la sintesi di tutto il lavoro, allora non posso che tirare in ballo ‘Moondagger’. Nei suoi sette minuti e passa, questa canzone racchiude tutta la forza espressiva di ‘Hermeticus’, con passaggi black, classici, epici e settantiani. Un meltin-pot di generi che probabilmente sarebbe piaciuto al sovrano germanico, da sempre sostenitore del multi-culturalismo. Ed è questo quello che mi piace di ‘Hermeticus’, il suo essere vario e trasversale, senza però risultare dispersivo. Anzi, questo disco dice poco, si lascia scoprire ascolto dopo ascolto, crescendo nel tempo. Ermetico di nome e di fatto!
Tracklist
01. The Abomination Throne
02. Murex Hermetica
03. Monolithic Dome
04. Apud Portam Ferream
05. The Eternal Flame of Athanor
06. Moondagger
07. The Course to Malkuth
08. Apostasy of Hopes
Lineup
Vittorio Bilanzuolo: vocals
Flavio Paterno: electric and acoustic guitars, backing vocals, traditional flute
Niko Lucarelli: electric guitars, backing vocals, mouth harp
Saverio fiore: bass