Refuge – Solitary Man

Il 11/09/2018, di .

Gruppo: Refuge

Titolo Album: Solitary Man

Genere: ,

Durata: 56 min.

Etichetta: Frontiers

83

All’indomani del terremoto in formazione che nel 2015 splittò (un’altra volta) i Rage lasciando il solo mastermind Peavey Wagner alle redini della sua creatura si crearono, come conseguenza delle onde tettoniche risultanti, altre due band che promettevano grandi cose. La prima di queste è rappresentata ovviamente dagli Almanac di Smolski, i quali nel triennio successivo hanno rilasciato ben due album di metal sinfonico di ottima caratura. La seconda band sono invece i qui presenti Refuge, progetto nostalgico dello stesso Peavy con due dei nomi più amati tra i musicisti della formazione dei Rage: Manni Schmidt e Chris Efthimiadis. Con questi due fidi compagni – che solo al nominarli si può sentire il profumo del poderoso power metal del periodo centrale dei Rage, quello appunto di ‘Trapped!’, ‘Black In Mind’ e ‘End Of All Days’- il massiccio Peavy fa prima una serie di show nei quali pesca a piene mani dal repertorio di quel periodo a cavallo degli Anni ’90, e poi si rinchiude in studio per dare vita piuttosto in fretta a questo ‘Solitary man’, un platter eccezionale che recupera appieno il feeling di quei bellissimi dischi già citati in precedenza. Ed è proprio il sound di ‘End Of All Days’ quello che esplode dalle casse con l’opener ‘Summer’s Winter’ e soprattutto ‘The Man In The Ivory Tower’, brani in cui il cantato grintoso, la chitarra corposa, le linee melodiche ultra catchy e la batteria veloce riportano inevitabilmente alla mente il periodo d’oro del cosiddetto power metal teutonico. Il disco procede come un treno, senza spaccare le ossa ma imprimendo a fuoco nelle nostre menti quasi ogni ritornello, e così ‘From The Ashes’, ‘Living On The Edge Of Time’ (fortemente debitrice di alcuni pezzi trai più meldici di ‘Black IN Mind’) e soprattutto la spaziale ‘We Owe A Life To Death’ fanno il loro sporco lavoro, costringendoci a cantarle già dal secondo/terzo ascolto. Sorvolando su ‘Mind Over Matter’, l’unico pezzo a nostro parere poco ispirato del lotto, anche il finale del disco ci esalta, con la terremotante ‘Hell Freeze Over’ e la conclusiva ‘Another Kind Of Madness’ sugli scusi rispetto al resto. Che dire? Peavy è di sicuro un nostalgico, e questa bella rimpatriata non aveva lo scopo di inventare niente: però, nella sua assoluta devozione a un sound che oramai non c’è più, il grosso tedesco riesce nell’impresa di fornirci un album che parla al nostro cuore più delle ultime (comunque ottime) uscite della band madre. D’altronde, alla soglia dei quarant’anni, un po’ nostalgici lo siamo anche noi…

Tracklist

01. Summer’s Winter
02. The Man In The Ivory Tower
03. Bleeding From Inside
04. From The Ashes
05. Living On The Edge
06. We Owe A Life To Death
07. Mind Over Matter
08. Let Me Go
09. Hell Freeze Over
10. Waterfalls
11. Another Kind Of Madness (bonus track)

Lineup

Peavy Wagner: vocals, bass
Manni Schmidt: guitars
Christos Efthimiadis: drums