Redemption – Long Night’s Journey Into Day
Il 21/08/2018, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Redemption
Titolo Album: Long Night's Journey into Day
Genere: Progressive Metal
Durata: 75 min.
Etichetta: Metal Blade
Distributore: Audioglobe
Nello scrivere questa recensione (ma anche – consigliamo – nel leggerla) è bene partire dal presupposto che è sempre difficoltoso per una band cambiare cantante. Se poi la band in questione è al settimo disco di una carriera lunga oramai una quindicina di anni, e ha quindi avuto tutto il tempo di definirsi un’identità ben riconoscibile, la cosa diventa ancora più complessa. Se poi, come in questo caso, il cantante dimissionario è qualcuno del calibro di Ray Alder… beh, tirate un po’ voi le somme. I Redemption, dunque, all’alba di questa torrida estate 2018, si trovano ad affrontare con questo ‘Long Night’s Journey Into Day’ il salto nel buio del primo disco da ‘Fullness Of Time’ senza l’ugola d’oro del singer dei Fates Warning, situazione poco invidiabile che però Nick Van Dyk e soci affrontano come vedremo con professionalità ed esperienza, riuscendo comunque nell’impresa di confezionare un disco all’altezza della buona ultima prova ‘The Art Of Loss’ e pure superiore al precedente ‘This Mortal Coil’. Chiavi di questo non scontato successo sono state sicuramente il fatto che il gruppo, in passato, di batoste ne ha già prese parecchie (ricordiamo in ordine sparso il tumore del sangue del mastermind Van Dyk, l’aneurisma cerebrale del fondatore Versailles e la malattia rara della figlia di Van Dyk) e anche la caratura e l’esperienza del nuovo ingresso: nientemeno che Tom Englund dei Everegrey, che da solo regge il peso di un disco che curiosamente risulta più incentrato sulle melodie che sulla chitarra come ci saremmo aspettati, anche di più rispetto ai diretti predecessori. La partenza, affidata alla diretta ‘Eyes & You Dare Not Meet In Dreams’, ci porta subito nel mood che caratterizzerà l’intero album, con un riffing vorticoso che ricorda decisamente più i Threshold che i Dream Theater e una linea vocale lineare e in primo piano, dove più che le melodie in sè, a fare la parte del leone è proprio la malinconia e l’espressività che emergono dal cantato di Englund. ‘Someone Else Problem’ calca la mano ancora di più sulle melodie, ritagliando da subito una buona fetta di palco per il nuovo arrivato, così faranno poi anche gli altri brani più accessibili, come ‘The Echo Chamber’ e ‘And Yet’. La firma forte di Van Dyk emerge ovviamente ancora, soprattutto nei pezzi più lunghi e tecnici… ‘Indulge in Colors’ è il classico pezzo lungo su cui i Redemption eccellono da sempre, e anche i due pezzi più pesanti e duri ‘Little Man’ e ‘Impermanent’, portano chiaramente il timbro riconoscibile della personalità del bravo chitarrista e compositore. Insomma, considerate le difficoltà in partenza nella scrittura del disco e il giustificato pregiudizio dei fan nel vedersi togliere l’amatissimo Alder possiamo dire tutto di quest’album tranne che si tratti di un fallimento o di un mezzo successo… per noi infatti, promozione piena!
Tracklist
01. Eyes You Dare Not Meet in Dreams
02. Someone Else’s Problem
03. The Echo Chamberalla
04. Impermanent
05. Indulge in Color
06. Little Men
07. And Yet
08. The Last of Me
09. New Year’s Day
10. Long Night’s Journey into Day
Lineup
Tom Englund: vocals
Bernie Versailles: guitars
Nicolas van Dyk: guitars, keyboards
Vikram Shankar: keyboards
Sean Andrews: bass
Chris Quirarte: drums