Crossfaith – Ex Machina
Il 12/08/2018, di Marco Giono.
È prerogativa dell’arte di guardare oltre i confini del possibile, oltre ciò che appare, per disvelare la matrice invisibile che si presume domini da sempre le nostre vite. Tornano quindi i Crossfaith con un concept distopico dal titolo esplicito ‘Ex Machina’. Uomini trasformati in droni e la fiamma vitale digitalizzata in mero fluire virtuale. In quello scenario nefasto si muovono le note dei Crossfaith ai nostri giorni, assumendo contorni ancor meno definiti di quanto si possa estrapolare dalla loro discografia. La musica del gruppo di Osaka è da sempre un mix di stili che vanno dall’elettronica, al rap, al metalcore, per incrociarsi con il rock declinato in una forma modernista. In una parola electronicore. Definizione che trova un senso nella possibilità stesse offerte del suo essere crocevia di stili, sempre in movimento da un estremo all’altro, in cerca di una sorta di zen cinetico. Per cui non stupisce che i due ep precedenti, il primo più sperimentale ‘Freedom’ (davvero di ottima fattura) e il secondo più legato al solco hardcore ‘Wipeout’, iniziassero a tratteggiare quello che sarebbe stato. ‘Ex Machina’ è infatti un album dove si alternano brani con aperture melodiche tendenti al pop elettronico come in ‘Lost In You’ oppure ‘Milestone’ che pur conservando una vena metalcore si apre a melodie più marcate. Un modo intendere la musica che trova comunanza con sia con i Linkin Park che con la new wave dei New Order (cioè con melodie in pulito che seguono l’elettronica). Stessa traiettoria in fondo seguita nell’ultima degli Enter Shikari e non è un caso che ritroviamo nel brano ‘Freedom’ la voce di Rou Reynold. qui utilizzata come elemento straniante che si fa strada in un hardcore animato da un basso sporco, riff industriali e un’elettronica punk. Si percepisce il respiro contratto e acido dei Prodigy e quella voglia di stupire tipica dei migliori Crossfaith (e degli Enter Shikari). Non sarà l’unica collaborazione dell’album, ma di certo è quella più riuscita. E senza tergiversare oltre, l’album nel suo insieme non funziona. Le tracce melodiche rimangono ancorate alle linee vocali, perdendo profondità nella costruzione stessa del brano. Ed effettivamente si tratta spesso di un problema di costruzione. I Crossfaith non sempre riescono a legare melodie anche piacevoli con il loro stile composito come capita in ‘Catastrophe’ oppure in ‘Make Move’, altre volte sovrappongono troppe idee senza riuscire a trovare un bilanciamento tra i break, il coro e magari linee vocali più sghembe, come in ‘Destroy’.
Il nuovo album dei Crossfaith ha di certo il pregio di essere vario, ma ha anche il difetto di esserlo troppo, tanto da non riuscire a donare una coerenza sia alla struttura dei brani e nemmeno all’album nel suo insieme. Speravo meglio per ‘Ex Machina’, ma forse si tratta di aspettare il prossimo lavoro per sentire sia un salto di qualità che un vero e proprio cambio di passo.
Tracklist
01. Deus Ex Machina
02. Catastrophe
03. The Perfect Nightmare
04. Destroy (ft. Ho99o9)
05. Freedom (ft. Rou Reynolds from ENTER SHIKARI)
06. Make A Move
07. Lost In You
08. Wipeout
09. Milestone
10. Eden In The Rain
11. Twin Shadows
12. Daybreak
13. Faint (ft. Masato from COLDRAIN)
Lineup
Tatsuya Amano: drums, percussion
Kenta Koie: lead vocals
Kazuki Takemura: guitars
Terufumi Tamano: keyboards, programming, samples, vocals
Hiroki Ikegawa: bass guitar