Profezia – Dodekaprofeton
Il 06/08/2018, di Giuseppe Cassatella.
Gruppo: Profezia
Titolo Album: Dodekaprofeton
Genere: Black Metal, Horror Metal, Melodic Black Metal, Symphonic Black Metal
Durata: 56 min.
Etichetta: Moribund Records
Dopo ben cinque anni di attesa, tornano i Profezia, non più una one-man come agli inizi o un duo come nelle ultime prove, ma una realtà che è qualcosa di simile a una all star band del black metal underground: due membri degli Abhor – Kvasir e Domine Saevum Graven -, il danese Ynleborgaz (Angantyr) e alla voce il compianto Marco De Rosa (Opera IX, Darkness, Huginn e Skoll), qui alla sua ultima prova vocale prima del decesso. Il disco – le cui tracce sono dedicate ai profeti dell’Antico Testamento – parte con ‘Malachi’, una sfuriata di epic black, in stile Immortal di ‘At the Heart of Winter’, che solo nel finale sale di intensità, lasciando presagire quanto di buono contiene ‘Dodekaprofeton’. Infatti, già dalla successiva ‘Nahum’ le cose cambiano, i tempi rallentano, l’inquietudine sale. Viene ripresa una certa vena dark-orrorifica tipica della scuola italiana (Jacula, The Black, Opera IX), che rende questo brano, ma anche tutto il disco, una piccola gemma nera. Se nelle prime tracce i Profezia denotano una propensione per i brani lunghi e complessi, la caratteristica viene meno con ‘Amos’ e ‘Obadiah’. La prima è una cavalcata black epica e drammatica, enfatizzata dalla presenza del violino; la seconda riprende più o meno le caratteristiche di ‘Nahum’ sintetizzandole in 3 minuti e rotti. ‘Jonah’ è un inquietante pezzo di poco più di 180 secondi, nel quale fa capolino la voce narrante e straziante di Nequam dei Mortuary Drape (gli altri ospiti del disco sono Ravenlord dei Woods of Infinity e Leonardo Lonnerbach degli Abhor). Poco più di un’intro – che richiama i grandi Evol – per la successiva ‘quieta’ e morbosa ‘Zechariah’. In coda il capolavoro di ‘Dodekaprofeton’, l’esplosiva ‘Zephaniah’, capace di condensare nei suoi quasi 20 minuti tutta la grandezza di questo album. Nella sua complessità si alternano atmosfere e generi, per un finale drammatico, allucinate e, perché no, psichedelico come un Sabba. Un disco di black metal che non scimmiotta gli dei del nord, ma che indica una strada italiana al genere: un piccolo capolavoro da non far morire nell’indifferenza generale.
Tracklist
01. Malachi
02. Nahum
03. Amos
04. Obadiah
05. Jonah
06. Zechariah
07. Zephaniah
Lineup
Kvasir: all instruments
Ynleborgaz: drums
Domine Saevum Graven: lyrics
M.: vocals