Jonathan Davis – Black Labyrinth

Il 27/07/2018, di .

Gruppo: Jonathan Davis

Titolo Album: Black Labyrinth

Genere: , , , ,

Durata: 50 min.

Etichetta: Sumerian Records

60

Così Jonathan Davis, dopo più di dieci anni di lavoro, ha deciso di esprimere la sua parte artistica più intima e nascosta, ma con quali risultati? Concettualmente parlando, Davis ha cercato di unire e sperimentare tutto ciò che notoriamente l’affascina: l’elettronica, la world music, fino alla new wave, cercando di creare un disco senza tempo. In un certo senso il cantante ha tentato di intraprendere strade alternative, ancor più alternative di quelle già percorse con i Korn. Tuttavia, nonostante gli sforzi e l’indubbia qualità di composizione ed esecuzione, ‘Balck Labyrinth’ risulta essere un album debole e (soprattutto per i suoi fan) a tratti deludente. L’inizio è carico di groove, saturo di ispirazione e passione, con ‘Underneath My Skin’. Segue poi ‘Final Days’, in cui la sperimentazione, dal sapore indiano, tribale/elettronica risulta interessante, grazie alla presenza di strumenti come il duduk e il sitar. Dopo, con ‘Everyone’, riprende senza troppe cerimonie uno stile che incrocia quello dei Korn e dei Ministry, mentre nel successivo ‘Happiness’ non c’è molto degno di nota, se non il riff. Stessa cosa vale per i seguenti ‘Your God’ e ‘Walk On By’ che possiedono, senza alcun dubbio, spunti interessanti, ma ciò che alla fine lasciano è un qualcosa di incompleto. L’esperimento riprende invece, in maniera più decisa, con un pop-elettronico che va in crescendo da ‘The Secret’ a ‘Basic Need’; nel complesso questi due brani risollevano lo spirito, dopo una parata alquanto monotona. Subito dopo si ritorna in uno stato quasi apatico con i brani ‘Medicate’, ‘Please Tell Me’, e ‘Gender’; solo in ‘What You Believe’ fanno nuovamente capolino le voci uniche, le grandi strutture di chitarre ed i synth alla Korn. L’album si chiude con ‘What It Is’ che non riesce a migliorare la resa finale o aggiungere qualcosa di significativo. Davis aveva dichiarato che quest’album sarebbe stato un tentativo per raggiungere un certo livello di illuminazione; non a caso i temi centrali sono religione, consumismo ed apatia. Tuttavia sembrerebbe che Davis abbia fatto il passo più lungo della gamba, gettando troppa roba nel calderone, a causa forse della quantità massiccia di idee accumulate in tutti questi anni; risultato un melting pot che non funziona.

Tracklist

01. Underneath My Skin
02. Final Days
03. Everyone
04. Happiness
05. Your God
06. Walk On By
07. The Secret
08. Basic Needs
09. Medicate
10. Please Tell Me
11. What You Believe
12. Gender
13. What It Is

Lineup

Jonathan Davis: lead vocals, guitar, keyboards, violin, sitar
Wes Borland: guitars
Miles Mosley: bass guitar
Mike Dillon: percussion, tablas
Shenkar: violin, back vocals
Djivan Gasparyan: duduk
Byron Katie: sample