At The Gates – To Drink From The Night Itself
Il 21/05/2018, di Marco Giono.
Gruppo: At The Gates
Titolo Album: To Drink From The Night Itself
Genere: Death Metal, Melodic Death Metal
Durata: 44 min.
Etichetta: Century Media
Distributore: Sony
Vi sono sempre diversi motivi per cui una nuova uscita degli At The Gates riesce a calamitare l’attenzione dei più. Indubbio che il loro quarto disco ‘Slaughter Of The Soul’ , considerato dai più uno dei capolavori del death metal melodico, diventi una sorta di termine di paragone per appassionati del genere e a volte anche per nostalgici in cerca di confronti improbabili. Come se non bastasse, i fan che hanno vissuto i nove anni intercorsi tra ‘Slaughter Of the Soul’ (1994) e l’uscita di ‘At War With Reality’ (2013) nella certezza di una fine annunciata e nel dubbio successivo di una possibile rinascita, cosa che fatto che alzare le aspettative per il nuovo disco. Disattese per lo più, ma la band gode di un enorme credito grazie ad una discografia di tutto rispetto che la rende per certi versi intoccabile. Diversamente nessuno è insostituibile, nemmeno il chitarrista Anders Björler, uno dei principali compositori del gruppo degli ultimi due dischi, che ai nostri giorni viene sostituito da Jonas Stålhammar (che comunque non ha preso parte alla composizione del nuovo disco, la cui paternità è da imputare a Jonas Björler e a Tomas Lindberg). Ecco quindi che il nuovo lavoro degli At The Gates, ‘To Drink From The Night Itself’, torna a polarizzare l’attenzione dei fan, i più curiosi anche solo di comprendere quale sia la nuova direzione musicale. Il nuovo disco degli At The Gates si presenta sia nella veste grafica che nei titoli dei brani come qualcosa di antico o per dirla diversamente, sa di old school. La presenza demoniaca, disegnata e colorata con quel rosso sangue alternato al nero inchiostro è un indicatore consistente delle atmosfere claustrofobiche che si respirano ascoltando nelle tracce di ‘To Drink From The Night Itself’. L’intro ‘Der Widerstand’ per chitarra acustica e violino è un lento vortice onirico. A cui nemmeno a dirlo fa da contrappasso la title-track che ricorda ‘Slaughter Of The Soul’ sia per aggressività che per mood melodico. Quello che invece spiazza sin da subito è la produzione. La voce risulta ovattata, quasi compressa, ma più in generale i suoni sono opprimenti, la qualcosa va a discapito del lato più brutale degli At The Gates. Inutile dire che in alcuni brani, in alcuni passaggi viene un po’ a mancare il lato più feroce della band svedese, ma in generale questa scelta ha una sua logica. Prendiamo un brano come ‘Palace Of Lepers’ che si sviluppa in una sorta di epica oscura, tra riff di sinistro nitore e corse a perdifiato nel buio più pesto. Intanto è un gran brano e lo anche grazie alla produzione che ne esalta proprio il lato più remoto, oscuro, ancestrale. Cosa che si ripete nell’incedere lunare e poderoso di ‘Colours Of The Beast’ o nell’incursione maligna di ‘Labyrinth of Tombs’ (che potenza quel finale con voci detonanti a fare da contrappunto e un assolo a tranciare il cielo notturno!). Quello che in fondo recuperano dal passato più remoto della propria discografia è un approccio volto ad esaltare i cambi di ritmo e la costruzione dei brani stessi, piuttosto che le melodie, qui in secondo piano o quasi assenti. Così è un piacere lasciarsi trascinare dai ritmi striscianti di ‘Daggers Of Black Haze’ che cambia di passo in uno splendido passaggio acustico a cui segue un assolo che scheggia l’oscurità. Questi alcuni degli esempi di quello che potrete trovare sul nuovo album, ma i brani da scoprire non mancano di certo (potente anche la traccia finale ‘The Mirror Black’)
Gli At The Gates non cercano la via facile e il loro nuovo album può risultare ai primi ascolti di difficile lettura, le atmosfere, i cambi di passo vengono alla luce con più chiarezza dopo ripetuti ascolti. L’album vive però di momenti, vi sono in fondo pochi brani che davvero lasciano il segno, non discostandosi in realtà da quanto fatto rispetto all’album precedente. ‘To Drink From The Night Itself’ rimane una cavalcata notturna negli abissi del death metal, di certo ben eseguita, ma con pochi acuti.
Tracklist
01. Der Widerstand
02. To Drink From The Night Itself
03. A Stare Bound In Stone
04. Palace Of Lepers
05. Daggers Of Black Haze
06. The Chasm
07. In Nameless Sleep
08. The Colours Of The Beast
09. A Labyrinth Of Tombs
10. Seas Of Starvation
11. In Death They Shall Burn
12. The Mirror Black
Lineup
Adrian Erlandsson: drums
Jonas Björler: bass
Tomas Lindberg: vocals
Jonas Stålhammar: guitar
Martin Larsson: guitar