Dimmu Borgir – Eonian
Il 01/05/2018, di Stefano Giorgianni.
Gruppo: Dimmu Borgir
Titolo Album: Aeonian
Genere: Black Metal, Symphonic Metal
Durata: 54 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Distributore: Warner
Squillino le trombe e rullino i tamburi, i Dimmu Borgir sono tornati. Ecco, la recensione potrebbe anche finire qui, visto che del disco un’opinione ve la sarete già fatta tutti. Sì, perché di questo nuovo ‘Eonian’ tutti sembrano sapere tutto (scusate il gioco di parole) e, vuoi per la complicità della rete o per la voglia della band di spiegare l’intero processo per filo e per segno della loro opera con il bel bagaglio di trailer vari, non c’è più molto da dire. Qualcosa, però, tentiamo di tirarla fuori ugualmente.
Otto anni, altra informazione scontata per i più, dal proprio non amato – almeno dagli addetti ai lavori – ‘Abrahadabra’ e ci ritroviamo sotto le mani e dentro le orecchie questo ‘Eonian’, calderone massimale di idee spinte all’ennesima potenza per stupire, sbalordire e irretire la maggior parte di pubblico possibile. Già, alla fine lo scopo, magari involontario, di questo full-length potrebbe essere proprio quest’ultimo: catturare l’audience metal mainstream plasmando un sound semplice per la fruizione ma elaborato nella concezione.
I Dimmu Borgir oggi sono questo, ovvero quello che potete sentire in ‘Eonian’. Un gruppo per cui addirittura il termine “sperimentare” è limitativo, e ciò si era capito già con il precedente disco. Difatti, le due parole che meglio qualificano la band norvegese sono “prendere o lasciare” e, a quanto credo in una totale espressione della mia idea personale, il pubblico del (fu) black metal ha “lasciato” da tempo. Forse, e lasciamo sempre il beneficio del dubbio, anche loro stessi hanno abbandonato il genere, ma non crediate che sia così facile o scontato che dentro di loro se ne siano distanziati del tutto. Questo perché è comodo giocare con la dietrologia, sfruttare la retorica o spalare merda su un gruppo senza nemmeno tentare di capirlo.
Sono passati venticinque anni dalla formazione della band, più di venti dal trittico ‘For All Tid’/ ‘Stormblåst’/ ‘Enthrone Darkness Triumphant’, quindici da ‘Death Cult Armageddon’ e qui tempi – ahimè, ahinoi, ahitutti – sono andati. Il caso dei Dimmu Borgir mi ricorda molto quello recente dei Satyricon con il loro ‘Deep Calleth Upon Deep’, che ha fatto rabbrividire larga parte dei fan con giustificazioni tipo “ma non sono più quelli di ‘Dark Medieval Times’; e sticazzi, aggiungiamoci pure. Eppure, parlando di recente sia con Frost, per il caso Satyricon, che con Shagrath, per quello Dimmu Borgir, mi è parso di capire che questa è la direzione in cui questi musicisti vogliono andare, senza stare lì a discutere con fan o giornalisti del “perché”, “percome”, “per cosa”… E se conoscete la psicologia di questi personaggi, potrete facilmente capirne il motivo.
Com’è dunque questo ‘Eonian’? Pomposo e temerario. Tastiere, arrangiamenti, sinfonia e, a dir la verità, non mi aspettavo una cosa diversa, magari un filino meno sontuosa, questo sì. Il criticato e mal accolto singolo ‘Interdimensional Summit’, assieme con tracce simili come ‘Ætheric’ o l’opener ‘The Unveiling’, non riescono però a esplicare l’intera direzione verso cui va l’album. Questo perché ‘Eonian’ nel suo azzardo è un disco molto vario. Il secondo estratto, ‘Council Of Wolves And Snakes’, si distacca difatti abbastanza dal percorso musicale delle altre tracce. Gli inserti tribali e una struttura pressoché inedita sono, a tutti gli effetti, i punti di forza di un pezzo senz’ombra di dubbio affascinante. La seguente, ‘The Empyrean Phoenix’, è un’altra canzone che funziona, discretamente bilanciata e un po’ orientata ai tempi passati. ‘Lightbringer’, dove i Dimmu Borgir tentano di rievocare l’ambigua figura di Lucifero, e ‘I Am Sovereign’ sono anch’esse tracce interessanti, con la prima dove troneggia una curiosa tastiera lucifero-xilofonina e la seconda che ha quella gran parvenza da spettacolo operistico-teatrale che ben rappresenta l’ambizione dei Nostri. E cori, cori e cori, cori ovunque, come se grandinasse, tanto da far sorgere la questione se i Dimmu Borgir lo fanno per “piacersi” o per “piacere agli altri”.
Ad aprire poi ‘Archaic Correspondence’ è sempre la malefica tastiera lucifero-xilofonina, che vi sognerete per il resto della vostra vita. Non vi ripeto, però, che sono presenti cori…
Continuando nell’ascolto si incontrano ‘Alpha Aeon Omega’ e ‘Rite Of Passage’, quest’ultima epica, trionfante, seducente trasporta davvero in un’altra dimensione se si guarda il monicker impresso in copertina.
Ma allora ‘Eonian’ è un disco black metal? No di certo, oserei dire. È un album sinfonico con sfumature black, quello che forse si potrebbe definire symphonic blackened metal, ma d’altronde questo sono i Dimmu Borgir oggi, “prendere o lasciare”.
Tracklist
01. The Unveiling
02. Interdimensional Summit
03. Ætheric
04. Council Of Wolves And Snakes
05. The Empyrean Phoenix
06. Lightbringer
07. I Am Sovereign
08. Archaic Correspondence
09. Alpha Aeon Omega
10. Rite Of Passage
Lineup
Shagrath: vocals
Silenoz: rhythm guitar
Galder: lead guitar