Judas Priest – Firepower
Il 09/03/2018, di Marco Giono.
Gruppo: Judas Priest
Titolo Album: Firepower
Genere: Heavy Metal
Durata: 58 min.
Etichetta: Epic
Distributore: Sony
Riff a combustione divampano brutali. Acuti fendono l’aria come coltelli. Borchie lunari brillano nella notte…Sono tornati. Per la diciottesima volta. Dopo quattro decadi di heavy metal. I Judas Priest piombano su di noi con un nuovo album che, già dal titolo ‘Firepower’, è pura dichiarazione d’intenti (come del resto la bellissima copertina a cura dell’artista italiano/cileno Claudio Bergamin). Il gruppo inglese vuole con forza dare vita ad un album che non solo non sfiguri nella loro discografia, ma che sia rilevante in un periodo in cui molti, troppi album hanno deluso per incapacità di smarcarsi dal glorioso passato o anche solo trovare l’ispirazione necessaria a rivitalizzare un genere sempre ad un passo dall’essere sepolto. Ecco quindi che quattro dopo anni dopo ‘Redeemer of Souls’, i Judas ci riprovano senza mutare la formula, ma correggendo dapprima alcune cose che non andavano. I suoni tornano ad essere finalmente potenti, puliti e affilati. Non solo, ma acquisiscono quella sfumatura di modernità che rende i brani più intensi e in fondo ancora più vicini al nostro sentire. Insomma un egregio lavoro alla produzione per Andy Sneap e Mike Exeter (Black Sabbath). Così diventa un piacere immergersi nell’ascolto di una title-track che sputa fiamme remotissime, tanto da farci sentire vicini ad un album mastodontico quale ‘Painkiller’, eppure anche così c’è dell’altro. La costruzione musicale è consistente. In particolare le chitarre di Glenn Tipton e Richie Faulkner riempiono gli spazi, corrono in assoli misurati, ma in grado di donare quella profondità di campo necessaria a rendere ciò che è semplice in qualcosa di affascinante. Atmosfere di metal borchiato. Da non sottovalutare in questo senso il lavoro di Tom Allom, dopo anni di assenza, è probabilmente determinante a completare il puzzle, con arrangiamenti finalmente consistenti e centrati. La voce di Rob Halford è un miracolo di equilibrio. Certo non sale come ai bei tempi, ma sia che si tratti di far male come in ‘Evil Never Dies’ o seguire melodie di ampio respiro come in ‘Lightning Strike’ riesce a trovare quella vitalità e quella forza che sono suo marchio di fabbrica. I Judas Priest mostrano in ‘Firepower’ una varietà che di certo coincide con il loro repertorio (e potrebbe essere diverso?), ma che grazie ad uno stato di grazia mirabile rendono unici e personali brani drammatici quali ‘Never the Heroes’ o alla sognante ‘Sea of Red’. Eppure c’è altro. Ci sono almeno tre canzoni che mi hanno colpito in particolar modo e che in qualche modo brillano sopra al resto. Per prima citerei la furia oscura e minacciosa di ‘Necromancer’, qui il falsetto di Halford spalanca le porte dell’ade da cui sbucano fuori i riff muraglia di ‘Flame Thrower’ e quell epica cavalcata selvaggia che è ‘Traitor’s Gate’. Probabilmente il meglio di ‘Firepower’, ma il tempo magari riserverà sorprese, lasciandoci scoprire altro.
Intanto guardiamo al presente. Non un periodo facile per i Judas (e nemmeno per i fan) che hanno annunciato di aver perso Glenn Tipton per una malattia degenerativa progressiva che non gli permetterà di suonare la chitarra con il gruppo. Se non lo potremmo vedere più sul palco, di certo la sua eredità rimane immortale grazie a brani storici e ad un presente che non è da meno… ‘Firepower’ è infatti un disco che si dimostra all’altezza del passato e che ci restituisce i Judas in una forma insperata. L’heavy metal classico torna a splendere grazie ad un gruppo che di non mollare non ne vuole sapere. Sono tornati. L’Heavy Metal anche.
Tracklist
01. Firepower
02. Lightning Strike
03. Evil Never Dies
04. Never The Heroes
05. Necromancer
06. Children Of The Sun
07. Guardians
08. Rising From Ruins
09. Flame Thrower
10. Spectre
11. Traitors Gate
12. No Surrender
13. Lone Wolf
14. Sea Of Red
Lineup
Rob Halford: vocals
Glenn Tipton: guitars
Richie Faulkner: guitars
Ian Hill: bass
Scott Travis: drums