Therion – Beloved Antichrist
Il 23/02/2018, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Therion
Titolo Album: Beloved Antichrist
Genere: Progressive Metal, Rock, Symphonic Metal
Durata: 186 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Distributore: Warner
Limitandosi a una sterile presentazione del lavoro e alla relativa analisi tecnica, diciamo senza problemi che ‘Beloved Antichrist’ – nuovo album dei Therion che rompe un silenzio in discografia principale che durava dal 2010 – è un lavoro eccezionale. Durata totale di tre ore spalmata equamente su tre supporti digitali, un cast di performer vocali e non che supera la ventina di elementi, un orchestra ad accompagnare il tutto. E poi ancora otto lunghi anni di composizioni, di scritture, di ricerche; giorni infiniti di pentagrammi buttati nel cesso e di altri conservati gelosamente perché vi si sentiva qualcosa di buono, ma magari non adatto in quel momento della composizione. Si dice che il periodo di nove mesi della gravidanza serve, oltre che alla formazione fisica del feto, anche alla formazione psicologica dei genitori che nella fatica di questi mesi di scombussolamento e di forzata concentrazione su chi sta per arrivare imparano già da quei mesi ad amare il piccolo. Possiamo ben immaginarci come per Christofer Johnsson i lavori su questo prodotto così complesso possano aver avuto un sapore simile a quanto abbiamo appena descritto, e di questo siamo felici per lui, sicuri che si è meritato tutta la soddisfazione che ora sta provando. Ma.
Ma, se guardiamo al nostro giudizio (e in una recensione, ci dispiace, ma conta molto anche quello), la parola eccezionale non la useremo più nel proseguo dell’analisi di questo disco. ‘Ambizioso’, di sicuro. ‘Monumentale’ anche, descrive bene il risultato. Potremmo sbilanciarci su ‘Sbalorditivo’, come rimaniamo giustamente sbalorditi davanti al puzzle di 10000 pezzi che il nostro amico ci sta facendo vedere aver costruito. Ma, una volta riconosciuto il lavoro profuso, l’immagine che vediamo ci è piaciuta? Come avrete capito se avete già guardato il voto, la risposta è più no che sì. ‘Beloved Antichrist’ è tutto quanto abbiamo detto, però non è riuscito almeno per noi nell’intento che in fondo in fondo hanno tutti gli album, che è quello di intrattenere nella sua interezza. Nonostante i 9 e i 10 che vediamo fioccare in giro ci chiediamo quanti si metteranno in futuro seduti, libretto in mano, a sentire le tre ore continuative del lavoro, scoprendone ogni volta le sfumature salienti. Noi non riusciamo, col bimbo che va a dormire alle 22:00 e il treno alle 06:45 del mattino il giorno dopo non ce la sentiamo di investire fino all’una di notte in questo. Quanti quindi metteranno solo uno dei tre dischi? Quanti lo sentiranno magari continuamente, ma in macchina o mentre fanno altro, cosa che non sappiamo in fondo se Johnsson apprezzerebbe. Insomma, sotto il profilo fruibilità, questo mattone di musica sublime non colpisce proprio nel segno. E nemmeno lo fa sotto il profili della assimilazione, visto che dopo quaranta giorni di ascolto le canzoni che abbiamo associato a un titolo non saranno più di una dozzina, su quarantasei presenti. E, e qui il giudizio è ancora più personale, nemmeno dal punto di vista creativo ci siamo abbastanza. Quello che è stato costruito è barocco, imponente, monumentale, ma sorprendentemente privo di veri colpi di genio, di guizzi. Il cantato, seppur portato avanti da artisti incredibili, visto l’approccio sempre ed esclusivamente operistico alla lunga appiattisce le linee vocali, le orchestrazioni ricche e magniloquenti impastano le canzoni, e anche le parti più strettamente rock/metal (ci sono) alla fine risultano costituite da riff e soluzioni invero banalotte, che prese singolarmente sarebbe state facilmente composte da nomi ben meno blasonati.
Quindi? Che ci rimane di questo album monumentale ma non eccezionale? Ci rimane di non averlo capito, lo ammettiamo candidamente. Colpa nostra? Si, forse, ma anche chi l’ha composto deve sapere che non sta parlando solo ad anime artisticamente illuminate e sopraffine. Dal nostro punto di vista, e siamo pronti a scommettere di non essere gli unici a pensarlo, qui si è dato troppa importanza al lavoro, al dettaglio, al fatto di ‘fare’, perdendo di vista la visione di insieme. Che è quella di un album troppo lungo, senza sussulti e a tratti caratterizzato da una banalità vestita da ostentata eleganza.
Tracklist
01. Turn From Heaven
02. Where Will You Go
03. Through Dust, Through Rain
04. Signs Are Here
05. Never Again
06. Bring Her Home
07. The Solid Black Beyond
08. The Crowning Of Splendour
09. Morning Has Broken
10. Garden Of Peace
11. Our Destiny
12. Anthem
13. The Palace Ball
14. Jewels From Afar
15. Hail Caesar!
16. What Is Wrong
17. Nothing But My Name
18. The Arrival Of Apollonius
19. Pledging Loyalty
20. Night Reborn
21. Dagger Of God
22. Temple Of New Jerusalem
23. The Lions Roar
24. Bringing The Gospel
25. Laudate Dominum
26. Remaining Silent
27. Behold Antichrist
28. Cursed Be The Fallen
29. Resurrection
30. To Where I Weep
31. Astral Sophia
32. Thy Will Be Done!
33. Shoot Them Down!
34. Beneath The Starry Skies
35. Forgive Me
36. The Wasteland Of My Heart
37. Burning The Palace
38. Prelude To War
39. Day Of Wrath
40. Rise To War
41. Time Has Come Final Battle
42. My Voyage Carries On
43. Striking Darkness
44. Seeds Of Time
45. To Shine Forever
46. Theme Of Antichrist
Lineup
Christofer Johnsson: guitars, keyboards, Hammond organ, orchestrations, vocals
Thomas Vikström: vocals
Chiara Malvestiti: vocals
Lori Lewis: vocals
Ulrika Skarby: vocals
Lydia Kjellberg: vocals
Melissa Verlak: vocals
Marcus Jupither: vocals
Linus Flogell: vocals
Erik Rosenius: vocals
Mikael Schmidberger: vocals
Kaj Hagstrand: vocals
Samuel Jarreck: vocals
Matilda Wahlund: vocals
Karin Fjellander: vocals
Linnea Vikström: vocals
Nalle Påhlsson: bass
Sami Karppinen: drums
Christian Vidal: lead guitars