Visigoth – Conqueror’s Oath
Il 11/02/2018, di Francesco Faniello.
Gruppo: Visigoth
Titolo Album: Conqueror's Oath
Genere: Heavy Metal
Durata: 42 min.
Etichetta: Metal Blade
Distributore: Audioglobe
Allora, fondi una band, vuoi fare metal classico che più classico non si può, da dove cominci? Ma dal monicker, ovvio! Non so cosa ne pensate, ma personalmente trovo geniale la scelta del nome Visigoth – strano non ci avesse pensato ancora nessuno! Poi… la copertina. Ecco, non so perché ma sin dall’artwork ho intuito che si trattasse di un gruppo americano. Non tanto perché l’ambientazione mi ha fatto pensare a “Spiral Castle” dei Manilla Road, ma soprattutto per la rappresentazione vivida di uno scenario mai esistito nel Nuovo Mondo: castelli, fossati e cavalieri bardati a quella maniera. Tutto il contorno appare perfetto, e anche il contenuto lo è, a sua maniera. Nati a Salt Lake City nello Utah, i Visigoth hanno pubblicato un primo album nel 2015, balzando subito agli onori delle cronache dei festival europei che contano, quando si tratta di sonorità stagionate. Una cosa è certa: i cinque sanno come farsi amare dal loro pubblico di riferimento, piazzando un riff in apertura della prima “Steel And Silver” nel tipico stile dei Virgin Steele, ma senza indulgere in improbabili rincorse a quale sia l’ugola più dorata. In questo senso, è una fortuna che il singer Jaker Rogers paghi il giusto tributo alle origini autentiche dello US Metal, badando più all’effetto evocativo che alle acrobazie di teutonica (ed helloweeniana) memoria.
Dicevamo dell’opener… anthemica, perfetta così com’è, impreziosita in particolare dal guitar work della coppia Palmer / Campana (gli assoli di quest’ultimo sono il vero asso nella manica di ‘Conqueror’s Oath’, com’è giusto che sia). L’intento primario della band è chiaramente quello di rappresentare un ponte tra la tradizione europea e quella a stelle e strisce, per mezzo di linee vocali evocative e solenni e delle twin guitars di matrice britannica interpolate dalle tipiche aperture dei cugini di Oltreoceano – di Oltreoceano per noi, compatrioti per i Visigoth! Un simile schema trova la sua realizzazione su ‘Warrior Queen’, ma anche nella funambolica e tirata ‘Outlive Them All’ (chiaramente ispirata a ‘Highlander’), nonché nella strana ‘Salt City’, che unisce la passione per l’epicità a un sound più fresco e dalle suggestioni hard rock. Tuttavia, i Visigoth non sono solo questo: se già ‘Hammerforged’ tradisce l’amore per le melodie anni ’70 incastonate in una struttura corazzata e da defender, sono le suite ‘Traitor’s Gate’ e ‘The Conqueror’s Oath” a mantersi in bilico tra la migliore tradizione epica a stelle e strisce e il mood seventies, lo stesso che aveva fatto innamorare i quattro ragazzi newyorkesi guidati da Joey DeMaio, agli albori dei Manowar. Delle suite citate, la prima non manca di pagare il giusto tributo ad atmosfere neoclassiche e barocche, la seconda incede liturgica e solenne; proprio come facevano i migliori Manowar, ma con un occhio a ciò che c’è stato prima di loro.
Ascoltare per credere… e a proposito, l’ascolto di ‘Conqueror’s Oath’ mi ha offerto persino l’occasione di scoprire che una band dal nome Ostrogoth è già esistita, nata in Belgio negli anni d’oro della NWOBHM. Peccato: credete a me, in Italia sarebbero stati perfetti, magari con un cantato fonetico alla maniera di Paul Chain, a sottolineare il carattere astruso della popolazione in questione che emerge da sempre nel nostro immaginario, sia nei libri di Storia che in quelli di filologia germanica. Ehm, da Salt Lake City è tutto, ed è anche più di quanto un vero appassionato possa aspettarsi, di questi tempi…
Tracklist
01. Steel and Silver
02. Warrior Queen
03. Outlive Them All
04. Hammerforged
05. Traitor’s Gate
06. Salt City
07. Blades In The Night
08. The Conqueror’s Oath
Lineup
Jake Rogers: vocals
Leeland Campana: lead guitar
Jamison Palmer: guitar
Matt Brotherton: bass
Mikey T.: drums