La Janara – La Janara
Il 18/01/2018, di Giuseppe Cassatella.
Gruppo: La Janara
Titolo Album: La Janara
Genere: Doom Metal, Horror Metal
Etichetta: Autoprodotto
Distributore: Black Widow Records
L’ultimo lotto di promo che ho ricevuto dalla Black Widow, conteneva due vere sorprese autoprodotte con distribuzione affidata all’etichetta genovese (la quale dimostra ancora una volta la propria attitudine di talent scout). Se dei Legionem parliamo altrove, qui ci concentriamo sugli irpini La Janara, arrivati da poco all’esordio. Il disco si presenta bene sin dalla splendida copertina moebiusana, però le cose migliori, inutili dirlo, si trovano l’interno. Questa giovane band riprende un discorso molto caro alla nostra tradizione musicale, in particolare si rifà a diversi artisti del catalogo Black Widow, mi vengono in mente i Presence, i Crystal Phoenix, i Dunwich e i Sacred Tales, cioè band che ripropongono sonorità oscure, intrise di misticisimo e magia, e caratterizzate dalla presenza di voci femminili. Ed è proprio la magia la chiave di volta di questo progetto, magia che viene evocata su un rifframa di scuola italica, che tanto deve a Paul Chain. Rispetto, però, ai nomi citati l’elemento folk nella musica dei campani ha un ruolo centrale, che si sviluppa, non solo a livello tematico, ma anche sonoro. In questo contesto, la scena la ruba la voce di Raffaella Cangero, strega (o janara) che riesce ad accendere la fantasia dell’ascoltatore con il suo stile che ben si sposa con le oscure liriche folkloristiche che la band propone. ‘Ianva’ introduce l’opera, che parte con ‘Sul Rogo’, un brano che contiene al proprio interno nei suoi 4 minuti e passa il sunto delle sonorità dei La Janara: parte con un’intro acustica e si sviluppa su un riff portometal/doom, che però non dimentica certe melodie anni 80. ‘Spettri’ ha un sapore tipicamente heavy italiano (Sabatoge, Strana Officina), mentre ‘Strega’ è più legata alla tradizione spaghetti doom e contiene un ritornello arioso. ‘Le Janare’ mostra il lato più epico della band, ‘Cuore di Terra’, con il suo incedere che mi ha ricordato la teatralità de Il Segno Del Comando, si guadagna la palma di miglior brano del disco in ex equo con ‘Strega’. ‘Requiem’ e l’acustica ‘Luce’ chiudono questo esordio senza far perdere un minimo della tensione emotiva accumulata sin lì dall’ascoltatore. I La Janara in modo originale e senza particolari ricette troppo artefatte hanno buttato giù una prima prova discografica convincente, ricca di fascino e mistero. Sono sicuro che negli anni venturi sentiremo ancora parlare della strega irpina!
Post scriptum in salsa Voyager: una delle tracce si intitola ‘Malombra’, come una delle band su cui la Black Widow ha fondato la propria fama “maledetta”. C’è anche ‘Spettri’, che fa pensare a un’altra compagine della scuderia genovese, Gli Spettri. Inoltre, l’album inizia con ‘Ianva’, che è il monicker scelto da Mercy, dopo l’esperienza Malombra, per il suo progetto neofolk. Quasi che la Black Widow fosse nel destino del quartetto campano: caso, precisa volontà o magia?
Tracklist
01. Ianva
02. Sul Rogo
03. Spettri
04. Strega
05. Le Janare
06. Malombra
07. Cuore di Terra
08. Orchi
09. Requiem
10. Luce
Lineup
Nicola Vitale: guitar
Raffaella Cangero: voice
Rocco Cantelmo: bass
Stefano Pelosi: drums