Dish-is-Nein – Dish-is-Nein
Il 05/01/2018, di Giuseppe Cassatella.
Gruppo: Dish-Is-Nein
Titolo Album: Dish-is-Nein
Genere: Alternative Rock, Industrial Metal, Punk
Durata: 26:35 min.
Etichetta: Black Fading
Distributore: Contempo Records
Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Chi si aspettava un ritorno sulle scene dei Disciplinatha, magari all’indomani del concerto di presentazione del cofanetto ‘Tesori Della Patria’ nel 2012, forse resterà deluso. Ma chi ha amato alla follia la band autrice di ‘Primigenia’, sarà sicuramente contento per l’arrivo del primo Ep dei Dish-is-Nein. Perché come dice lo slogan che accompagna questa uscita “Si scrive Dish-Is-Nein ma si legge Disciplinatha”. Questo nuovo progetto nasce dalle ceneri della band più odiosa della scena rock italiana a cavallo tra fine ottanta e metà novanta, tre quarti della formazione sono rappresentati da membri dei Disciplinatha (il quarto è Justin Bennet, il batterista dei mostruosi Skinny Puppy). Sono Cristiano Santini, Dario Parisini e Marco Maiani i garanti della continutà artistica, e lo fanno a modo loro, tirando fuori un disco che poi non ha tanto da spartire con l’ultimo capitolo della saga degli autori di ‘Abbiamo Pazientato 40 Anni Ora Basta’. Ed è questo il vero cordone ombelicale, la libertà artistica. Il non suonare Disciplinatha è ciò che fa suonare ‘Dish-is-Nein’ Disciplinatha. Perché la creatura di Santini non è mai stata uguale a se stessa, neanche prima. Però attenzione: gli elementi punk, industrial, e rock che hanno fatto grande la band in passato ci sono tutti. Il disco parte con ‘La Chiave Della Libertà’, canzone epica, con il coro di Monte Calisio a dare un tocco di sacralità a questo semi-come back. ‘Toxin’ ci riporta all’anima industrial della formazione, quella più distruttiva e fastidiosa, mentre ‘L’Ultima Notte’ ci ricatapultata nei 90, con quel suo incedere quasi CSI. La nenia ‘Macht Frei’, a metà strada tra rock italico e Pink Floyd, fa male per le sue dosi di nichilismo Disciplinatha. Perché i Disciplinatha sono stati sì suoni, ma sopratutto parole. In questo caso, è la penna di Mercy (Malombra, Segno Del Comando, Ianva) a recuperare lo spirito controverso della band, ammantandolo di poesia e ironia nera (come nel coretto ‘No Future – No Future’, proprio in ‘Macht Frei’, che richiama i Sex Pistols). In ‘Eva’ ricompare una vecchia conoscenza, Valeria Cevolani, già voce femminile dei Disciplinatha, per quello che è uno dei migliori brani della sestina, facilmente riconducibile ai tempi di ‘Primigenia’. ‘Finale’ chiude il lavoro in modo melanconico e amaro. ‘Dish-is-Nein’ è un disco – ordinabile dal sito della band in formato digitale o vinile bianco – che va oltre ogni più rosea aspettativa e ci riconsegna alcuni dei musicisti più talentuosi e controversi del nostro panorama musicale. Abbiamo pazientato 22 anni, finalmente ora basta! Bentornati!
Tracklist
01. La Chiave Della Libertà
02. Toxin
03. L’Ultima Notte
04. Macht Frei
05. Eva
06. Finale
Lineup
Dario Parisini: guitar
Cristiano Santini: voice, guitar
Marco Maiani: bass
Justin Bennet: drums