Green Day – Greatest Hits: God’s Favorite Band
Il 19/11/2017, di Stefano Giorgianni.
I Green Day sono uno di quei gruppi che segnano le epoche. Con il loro punk rock, diventato man mano pop punk e via via sempre meno rock, hanno guadagnato consensi, venduto milioni di dischi, stregato centinaia di migliaia di persone, vinto considerevoli premi e raggiunto uno status invidiabile nella tradizione musicale internazionale. E come poteva mancare una greatest hits ̶ con questo titolo altisonante, non nel senso di raccolta (ricordiamo, ad esempio, ‘International Superhits!’ [2001] e ‘Demolicious’ [2014]) ̶ nel loro palmarès? Il gap viene colmato in questo 2017 con ‘Greatest Hits: God’s Favorite Band’, un disco che raduna venti dei maggiori successi del gruppo statunitense, partendo dagli inizi della carriera, con l’inserimento in tracklist di ‘2000 Light Years Away’ da ‘Kerplunk’ (1992), fino alle recenti uscite.
Il viaggio, come appena detto, parte dalle origini e ci catapulta subito al clamoroso successo internazionale della band, con cinque pezzi da ‘Dookie’ (1993): ‘Longview’, ‘Welcome To Paradise’, ‘When I Come Around’, ‘She’ e l’immancabile ‘Basket Case’. Un disco entrato di sicuro nel cuore di moltissime persone, affermazione giustificata anche dai dati di vendita, avendo totalizzato circa quindici milioni di copie vendute nel mondo e aver fruttato alla band il Grammy Award for Best Alternative Music Album nel 1995, oltre a essere stato inserito alla posizione 193 nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi stilata da Rolling Stone. ‘Greatest Hits: God’s Favorite Band’ ci accompagna poi lungo il sentiero discografico dei Green Day con pezzi da ‘Insomniac’ (1995) – album sulla cui copertina campeggiava un’opera di Winston Smith, noto ai più per le cover dei Dead Kennedys – Nimrod (1997), dal quale era impossibile non selezionare ‘Good Riddance (Time Of Your Life)’ , e da Warning (2000), con il quale l’approccio pop della band è cominciato essere ben visibile. Sono, scorrendo l’elenco dei brani, il trionfale ‘American Idiot’ (2004) e ’21st Century Breakdown’ (2009), per cui i Green Day hanno vinto altri due Grammy per miglior album rock rispettivamente nel 2005 e nel 2010, a testimoniare l’evoluzione del sound del gruppo californiano. Si conclude la discografia con la trilogia ‘¡Uno!’, ‘¡Dos!’, ‘¡Tré!’ (2012) e ben tre pezzi dall’ultimo ‘Revolution Radio’ (2016): ‘Bang Bang’, ‘Still Breathing’ e ‘Ordinary World’, quest’ultima con ospite Miranda Lambert. La chiusura è invece riservata all’inedito ‘Back In The USA’.
‘Greatest Hits: God’s Favorite Band’ si può considerare un buon riassunto delle gesta musicali dei Green Day. Un nuovo tassello per gli amanti della band e, ammesso che sia possibile, un giusto punto di partenza per chi ancora non conosce gli impavidi punk rocker americani.
Tracklist
01. 2000 Light Years Away
02. Longview
03. Welcome To Paradise
04. Basket Case
05. When I Come Around
06. She
07. Brain Stew
08. Hitchin’ a Ride
09. Good Riddance (Time of Your Life)
10. Minority
11. Warning
12. American Idiot
13. Boulevard of Broken Dreams
14. Holiday
15. Wake Me Up When September Ends
16. Know Your Enemy
17. 21 Guns
18. Oh Love
19. Bang Bang
20. Still Breathing
21. Ordinary World (feat Miranda Lambert)
22. Back In The USA
Lineup
Billie Joe Armstrong: lead vocals, lead guitar, piano, harmonica
Mike Dirnt: bass, backing vocals
Tré Cool: drums, percussion, backing vocals