X Japan – We Are X
Il 26/10/2017, di Stefano Giorgianni.
Gruppo: X Japan
Titolo Album: We Are X
Genere: Heavy Metal, Rock
Etichetta: Sony Music’s Legacy Recordings
Raccontare il mito è difficile, soprattutto se si hanno a disposizione solo quattordici tracce. Gli X Japan sono questo, una leggenda, una saga di emozioni con difficoltà rinchiuse in questo disco, colonna sonora del documentario ‘We Are X’, quello che non è un semplice film, bensì il giusto tributo a una delle band fondamentali per la musica giapponese tutta. Un gruppo che, in quelli che possono essere considerati pochi anni di attività (1982-1995, prima della reunion del 2007), è stato in grado di scuotere gli animi di molte persone, creando più della solita fanbase di appassionati, instaurando quasi un credo o un culto dei membri della formazione ancora oggi diretta da un abile maestro qual è Yoshiki Hayashi.
Vorrei evitare, in sede di recensione, di parlarvi della carriera degli X Japan, della storia, dei successi, dei drammi, delle controversie che hanno segnato l’esistenza del gruppo giapponese, dato che se n’è detto sin troppo negli ultimi tempi, e concentrarmi, in primo luogo, sui brani presenti nella tracklist di questo disco. Come confessato da Yoshiki stesso durante l’intervista di un paio di settimane fa, non c’è molto della sua mano nella scelta dei pezzi, dato che la selezione è stata in maggior misura compito, merito, dovere, fardello (utilizzate il termine che vi sembra più adatto) del regista Stephen Kijak. Secondo una dichiarazione della chiacchierata che avete già potuto leggere, ma che tenevo in serbo per la presente recensione, Yoshiki ha aggiunto che “mi sono affidato a lui [Kijak, ndr.] e dedicato al ruolo di compositore, suonando un po’ il piano su alcune scene, come si fa nelle colonne sonore”. Ecco, la prima questione che m’è un po’ saltata in mente a posteriori riguarda una possibile selezione di Yoshiki e della band per questa soundtrack. Mi sono fatto un’idea, forse sbagliata, che manchino alcuni dei capolavori del gruppo e poi, rinsavito – e messo da parte l’atteggiamento da fan, ho anche realizzato che non si potevano includere almeno trenta tracce in una colonna sonora e che, rimanendo nel terreno della probabilità, anche il gruppo stesso avrebbe optato per le medesime canzoni.
Com’è dunque questo disco? In primis, ha un grande valore. Questo è, a tutti gli effetti, l’album degli X Japan reperibile con più facilità nel mercato occidentale; al di là del fatto che, qui mi appello agli habitué o ai residenti nel Sol Levante, mi è stato riferito che i “vecchi” dischi del gruppo siano acquistabili non proprio agilmente nemmeno nei negozi giapponesi e, io stesso, ho tentato di comprarli online senza successo visti i prezzi fuori portata. ‘We Are X’ è e sarà, dunque, la vera chiave per la band nipponica per aprire, con sin troppo ritardo, le porte dell’Occidente e prendersi quel che gli spetta con più di vent’anni di ritardo. La colonna sonora raduna, difatti, pezzi provenienti da tutti i full-length degli X Japan, riuscendo, in parte (inevitabilmente), a dare un’idea di quello che possono essere (stati) nel corso dell’intera carriera. Usiamo il presente per un motivo fondamentale, poiché in apertura della tracklist c’è ‘La Venus’, ending theme del documentario, in versione acustica, dove le dita di Yoshiki danzano sul piano a supportare la suadente voce di Toshi. Brano che, circondato da un’atmosfera sognante, dimostra ancora la grande sintonia fra i due musicisti. Per chi non lo sapesse, aggiungiamo che la bellezza del pezzo non è passata inosservata, visto che era in lizza per la candidatura agli Oscar come Miglior Canzone Originale. Al termine di ‘La Venus’ fa capolino un classico degli X Japan, ‘Kurenai’ (紅,traducibile come cremisi), presente nel primo full-length ‘Vanishing Vision’ del 1988. La versione qui inclusa è particolare perché, come per altre tracce, proviene da uno dei migliori live album della storia della musica, ‘The Last Live’, l’ultimo concerto registrato dalla band al Tokyo Dome il 31 dicembre 1997 (un evento, quello di fine anno, che era quasi un’usanza per gli X Japan) prima dello scioglimento e della scomparsa di hide. Recuperarlo non è molto facile, anche se YouTube aiuta con alcuni pezzi in streaming, ma ve lo consigliamo. Da ‘The Last Live’ sono prese anche ‘Endless Rain’ e ‘X’, quest’ultima da considerare un po’ l’inno degli X Japan, entrambe contenute in uno dei dischi migliori del gruppo e, senza dubbio, più metal, ‘Blue Blood’. L’inserimento di queste canzoni da quel cruciale live album è molto importante per apprezzare l’energia dal vivo del gruppo e le straordinarie abilità dietro le pelli di Yoshiki, quella che si può definire una macchina da guerra.
Tornando alla tracklist, dopo ‘Kurenai’ s’incontra ‘Forever Love’ da ‘Dahlia’ (1996), ultimo disco da studio della prima era degli X Japan, album con il quale la band si stava spostando in lidi diversi dallo speed metal, continuando la trasformazione progressivo-sinfonica iniziata con la monumentale ‘Art Of Life’ (1993). Ed è proprio una sezione di ‘Art Of Life’, il Terzo Movimento, a essere presente in ‘We Are X’ come undicesima traccia. Una porzione che lascia un po’ l’amaro in bocca a chi già conosce la mezzora della release originale.
In quarta posizione si trova invece il genio pianistico di Yoshiki con la placida ed emozionante ‘A Piano String in Es Dur’, inclusa con questo titolo nel primo album solista del musicista, ‘Eternal Melody’, del 1993. Poi ben due tracce da ‘Dahlia’, la title-track e ‘Crucify My Love’, scelte che mantengono invariato il ritmo ben stabilito di ‘We Are X’, con un pezzo veloce e una ballad che spesso si alternano. Salti avanti e indietro nel tempo continuano a susseguirsi, con ‘Xclamation’ (‘Blue Blood’), conturbante e tecnico pezzo composto dai due membri scomparsi degli X Japan, hide e Taiji, alla quale segue l’unica traccia estrapolata da un live diverso da ‘The Last Live’, ovvero ‘Standing Sex’ da ‘X Japan Returns’ (2008), il quale conteneva l’esibizione degli X Japan al Tokyo Dome del 30 dicembre 1993; poi ‘Tears’ da ‘Dahlia’ e ‘Longing ~切望の夜~’, canzone sulla quale ci sarebbero da spendere fiumi d’inchiostro; a chiudere si trova invece la versione unplugged di ‘Without You’, armonioso e commovente pezzo in memoria di hide.
‘We Are X’ è la parabola, sintetica, degli X Japan. Compratelo se siete fan, in attesa del prossimo album e tour che, incrociando le dita, toccherà anche il nostro paese; acquistatelo se non conoscete il gruppo, per aggiungere alla vostra cultura musicale una band che non può mancare a un qualsiasi appassionato di una qualsiasi musica. Visual kei, J-rock, speed metal? Vita.
Tracklist
01. La Venus (Acoustic Version)
02. Kurenai (from The Last Live)
03. Forever Love
04. Piano Strings of Es Dur
05. Dahlia
06. Crucify My Love
07. Xclamation
08. Standing Sex (from X Japan Returns)
09. Tears
10. Longing/Setsubo-no-yoru
11. Art Of Life (3rd Movement)
12. Endless Rain (from The Last Live)
13. X (from The Last Live)
14. Without You (Unplugged)
Lineup
Toshi: vocals
Pata: guitars
hide: guitars
SUGIZO: guitars
Heath: bass
Taiji: bass
Yoshiki: drums, piano, keyboards