Steven Wilson – To The Bone
Il 06/09/2017, di Angela Volpe.
Gruppo: Steven Wilson
Titolo Album: To The Bone
Genere: Acoustic Rock, Alternative Rock, Melodic Rock, Progressive Rock, Rock
Durata: 59 min.
Etichetta: Caroline Records
Distributore: Universal
Mi ritrovo di nuovo e con molto piacere questa volta, a parlare di un artista che dopo anni di carriera concepisce un album con sonorità diverse dai precedenti. In questo 2017 Steven Wilson pubblica ‘To The Bone’ e l’accusa più o meno velata che gli viene rivolta è quella di essersi dato al pop, nella connotazione più negativa del termine. Torno a dire che esiste il pop di alto livello (giusto per citare un nome illustre, i Tears for Fears), che nulla ha da spartire con i prodotti commerciali dati in pasto alle masse. Steven Wilson ha dimostrato fin dagli esordi eccellenti capacità compositive, unite a un gusto musicale raffinato e combinato a interpretazioni intense. Un dettaglio significativo da ricordare è che anche in questo disco ha suonato personalmente chitarra, basso, tastiera e mellotron in diverse tracce, oltre che occuparsi del missaggio e arrangiamenti vari. Steven Wilson non è solo un cantante/cantautore, ma un musicista completo con un grande cultura e gusto e disturba sentir usare la parola pop in modo dispregiativo in riferimento a ‘To The Bone’.
In questa ultima opera, Wilson ci regala finalmente una luce, qualche brano vivace, come la briosa ‘Permanenting’ che, senza bisogno di dirlo, è uno dei brani più incriminati, per il suo sound da hit estiva (tuttavia non credo che sia stata passata alle radio degli stabilimenti balneari di Rimini). Se finora la sua musica si prestava a un ascolto riflessivo, statico, con questo album si prova un guizzo di movimento. Nonostante il ritmo e l’atmosfera generale dell’album sia meno malinconica di quanto ci si sarebbe aspettati, è rimasto un fondo di amarezza nei testi. Merita tra tutti di essere citato un passo del brano ‘Pariah’: “Sono stanco di Facebook, stanco di tutti, e includo anche me stesso…”. Il riferimento esplicito alla società virtuale può far sorridere all’inizio, ma racchiude una grande verità e riflette l’insofferenza verso tutti quei meccanismi che ormai sono diventati talmente ordinari nelle nostre vite da venire a noia. Il titolo stesso fa riferimento a condizioni di discriminazione ed esclusione sociale. È doveroso spendere qualche parola in più su ‘Pariah’, un duetto che vede la collaborazione della istrionica cantante Ninet Tayeb, scelta encomiabile, che con la sua voce roca, potente e precisa conferisce un’energia straordinaria al brano. Ninet arricchisce anche l’emozionante brano acustico ‘Blank Tapes’. Riflessiva e toccante ‘Song Of Unborn’, dove spicca la caratteristica più morbida della voce di Wilson, mentre in ‘People Who Eat darkness’, brano trascinante che strizza l’occhio al british rock, l’effetto flautato viene sostituito nelle strofe da un registro vocale più tagliente e deciso. Ritroviamo la suggestiva psicadelia leggera alla Porcupine Tree in ‘Detonation’, traccia di quasi sette minuti da assaporare, con un assolo di chitarra sorprendente, seguito da un crescendo rock esaltante. Di ispirazione psicadelica anche’Song Of I’, in duetto con Sophie Hunger, un pezzo intrigante che suggerisce emozioni oscure.
‘To The Bone’ è un album che scava “fino all’osso” nell’anima di Wilson, rivelandone la straordinaria profondità, sebbene già affermata nei precedenti lavori e aggiungendo come nuovo elemento una scintilla di sana leggerezza. I suoni dell’intero album sono impeccabili, sontuosi. Assolutamente da sentire.
Tracklist
01. To the Bone
02. Nowhere Now
03. Pariah
04. The Same Asylum as Before
05. Refuge
06. Permanating
07. Blank Tapes
08. People Who Eat Darkness
09. Song of I
10. Detonation
11. Song of Unborn
Lineup
Steven Wilson: vocals, guitars, bass, keyboards