Ravenscry – The Invisible
Il 26/03/2017, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Ravenscry
Titolo Album: The Invisible
Genere: Heavy Metal, Modern Metal, Progressive Metal
Durata: 66 min.
‘Ambizioso’ è di sicuro l’aggettivo che primo ci viene in mente parlando di ‘The Invisible’, il nuovo lavoro dei milanesi Ravenscry. Certo, a modo loro tutti gli album che recensiamo possono essere descritti da quel lusinghiero aggettivo, questa volta però, usandolo, non vogliamo indicare semplicemente il fatto di averci messo il massimo possibile nella realizzazione di un prodotto; vogliamo invece sottolineare come la realizzazione del prodotto stesso rappresenti di per se un salto nel buio per l’intera band, un cammino su strade non conosciute, dove ogni passo è a modo suo una nuova esperienza. ‘The Invisible’ è infatti un concept album – il primo nella storia dei Ravenscry – ma è uno di quei concept caratterizzato da diversi livelli di interpretazione, una sorta di frutto a bucce concentriche dove più esternamente c’è la musica, dentro di essa c’è una storia, all’interno della storia si cela un messaggio più metaforico e il messaggio dipinge l’immagine di un personaggio a tutto tondo, di spessore. Diversi livelli d’ascolto dunque, che solo se considerati tutti assieme danno veramente la stima della profondità d’analisi cui è giunta la band meneghina con questo lavoro. Partendo dal livello più esterno, abbiamo la musica: ancora una volta un heavy moderno e attuale, dai suoni e dall’impostazione piuttosto cupa ma capace anche di grandi aperture melodiche, contaminato però da un innegabile groove e da massicce iniezioni prog metal, influenze queste che rendono – come succedeva nell’album precedente – la proposta di difficilissima categorizzazione. Nascosto dentro questo originale mix musicale si nasconde dicevamo una interessante storia dal significato nascosto, che sfrutta il continuo tratteggio del complesso carattere della protagonista (Coral, una ragazza affetta da autismo) per descrivere un viaggio, che può essere inteso tanto interiore quanto reale. Il flusso della musica e del concept è fluido, costante e senza interruzioni, e soddisfa la nostra curiosità nel comprendere la storia; parallelamente la scelta di un approccio più rock e meno metal rispetto ad ‘Attraction Of The Opposites’ ha lo strano effetto di non ammorbidire l’album ma di donargli anzi ancora più spessore, colorando ogni brano di un emozionalità che sul disco precedente era sì presente ma non sbozzata così bene. La voce di Giulia Stefani, che lodiamo dal primo album ‘One Way Out’, risulta qui ancora più definita, capace di giocare bene con i frangenti dolci quanto con quelli caratterizzati da una maggior tensione, sui quali il suo timbro acuto e drammatico continua a comunque a dare il massimo. La maturità raggiunta in tre album dai Ravenscry è eccezionale, a questo punto ci chiediamo quale obbiettivo potranno mai togliersi con un quarto album…
Tracklist
01. The Entanglement
02. Whispered Intro
03. Hypermnesia
04. Coral (As Seen By Others) [The Librarian Talks About Coral]
05. The Mission
06. Monsters Inside [The Director Of The Institute Talks About Coral]
07. The Invisible Revolution [The Teacher Talks About Coral Part 1]
08. The Deepest Lake [The Grandmother Talks About Coral]
09. More Than Anything [The Teacher Talks About Coral Part 2]
10. Nothing But A Shade [Nora Talks About Martin]
11. Oscillation
12. In Collision
13. The Magic Circle [Martin Talks With Coral Part 1]
14. Flux Density
15. Overload [Martin Talks With Coral Part 2]
Lineup
Giulia Stefani: vocals
Paul Raimondi: guitars
Mauro Paganelli: guitars
Fagio: bass
Simon Carminati: drums