Sepultura – Machine Messiah
Il 08/02/2017, di Giuseppe Cassatella.
Gruppo: Sepultura
Titolo Album: Machine Messiah
Genere: Death Metal, Thrash Metal
Durata: 46 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Distributore: Audioglobe
I Sepultura sono vivi, si può discutere di volta in volta sul loro stato di forma, ma non sul fatto che cerchino di fare sempre qualcosa di nuovo. L’ennesimo capitolo della saga del più importante gruppo brasiliano non si discosta di molto da quanto prodotto dalla fuoriuscita di Max in poi, ossia un sound in bilico tra quello che sono stati e quello che vorrebbero essere. In ‘Machine Messiah’ la presenza di queste due anime è probabilmente più avvertibile che in passato, ci sono una manciata di pezzi che hanno un suono classicamente Sepultura e altri che sono degli audaci esperimenti. Sicuramente i secondi si fanno preferire ai primi, perché ‘I Am the Enemy’, ‘Alethea’, ‘Silent Violence’ e ‘Vandals Nest’ li abbiamo già sentiti nei dischi precedenti e sicuramente li ritroveremo nei prossimi. Lo spirito innovatore lo si riscontra, invece, nell’iniziale titletrack, una sorta di lentone in cui Derrick Green canta, alzando pian piano la tensione dell’ascoltatore in attesa della deflagrazione. ‘Phantom Self’ posta in terza posizione, riprende il discorso interrotto dalla più diretta ‘I Am the Enemy’, parte con ritmi tipicamente maracatu, continua con la chitarra aggressiva di Andreas e culmina in trionfo orchestrale di matrice orientale, ad opera della tunisina Myriad Orchestra. Il tutto ben amalgamato con le sonorità thrash-death tipicamente Sep. Per quello che è sicuramente uno dei migliori pezzi dell’album, non a caso scelto come singolo. In quinta e sesta posizione troviamo una doppietta – ‘Iceberg Dances’ e ‘Sworn Oath’ – che conferma la vena eccentrica di MM. La prima è una song strumentale dal piglio thrash, che potrebbe piacere agli amanti degli Annihilator, la seconda possiede al proprio interno la chiara influenza degli ultimi Machine Head. La settima ‘Resistant Parasites’ si pone a metà tra i due spirti che albergano nel lavoro, è il brano più equilibrato, suona nuovo e vecchio al contempo. Senza ombra di dubbio l’apice dell’intero disco! L’ultimo pezzo strambo, è posto in coda: ‘Cyber God’, dall’andamento instabile, chiude (non) in gloria l’album. Tirando le somme MM è un disco coraggioso ma non troppo, la band non riesce a staccarsi completamente dal proprio passato, e quando ci tenta, pur essendo apprezzabile la volontà che ci mette, non sfocia mai nel genio assoluto (cosa che invece capitava con Max). La sufficienza, pure abbondante, non gliela toglie nessuno neanche a questo giro, se solo trovassero un maggior equilibrio nel dosare le idee, probabilmente risalirebbero le gerarchie all’interno della scena.
Tracklist
01. Machine Messiah
02. I Am the Enemy
03. Phantom Self
04. Alethea
05. Iceberg Dances
06. Sworn Oath
07. Resistant Parasites
08. Silent Violence
09. Vandals Nest
10. Cyber God
Lineup
Paulo Jr.: bass
Andreas Kisser: guitars
Derrick Green: vocals
Eloy Casagrande: drums