Dark Lunacy – The Rain After The Snow

Il 07/11/2016, di .

Gruppo: Dark Lunacy

Titolo Album: The Rain After The Snow

Genere: , ,

Etichetta: Fuel Records

Distributore: Self

85

L’aggettivo più adatto a definire la carriera dei Dark Lunacy è “ciclico”, la band parmense sceglie di tanto in tanto di ripercorrere strade già battute, al solo scopo di migliorarsi, compito alquanto impossibile per uno dei migliori gruppi metal italiani che il nostro Paese abbia mai potuto offrire. Sì, perché la storia dei Dark Lunacy è costellata solamente di capolavori, di album mai gettati al caso, di composizioni mai inserite per il capriccio di enumerare, di dischi rilasciati solo per lo sfizio di far numero. Questo 2016 ci riporta così una band in solita, straordinaria forma, che accantona per un attimo l’amore per la storia e la cultura russo-sovietica (ampiamente presente in due assoluti manifesti denominati ‘The Diarist’ [2006] e ‘The Day Of Victory’ [2014]) per tornare al lato più intimista e, in un certo, senso melanconico della loro discografia, un tratto già esaltato in ‘Weaver Of Forgotten’ e soprattutto nella fase embrionale del gruppo.
‘The Rain After The Snow’, questo il titolo della nuova fatica dei Dark Lunacy, album scritto e prodotto da Jacopo Rossi, bassista del gruppo, e interpretato dall’inconfondibile ugola dell’inossidabile Mike Lunacy. Già dalle parole scelte per nominare il full-length si possono sentire sulla carne i sentimenti e i moti che i parmensi vogliono scatenare nell’ascoltatore, una tempesta interiore che scalfisce l’animo del pubblico in un turbinio di note e sinfonie che non possono lasciare indifferenti. Questo lo si apprezza sin da subito con la possente e travolgente ‘Ab Umbra Lumen’, dove la melodia classica d’apertura e i frequenti richiami orchestrali si mescolano con l’irruenza tipica del death di classe dei Dark Lunacy, sezione strumentale accompagnata da un testo tetro e opprimente (“I have become the heartless one/An epitaph of myself/Deity’s shame/No paradise/I’m lost/In the dark/In pain”, così recitano alcuni versi della canzone). Atmosfera nostalgica che permea l’intero disco, dalla sofferente ‘Howl’ (con seducenti linee di basso ad opera di Rossi) dove l’anima si fa più debole, devastate da profonde e antiche cicatrici, vagando in un limbo stridulo nel quale impera la voce di Mike Lunacy. E da lì il passo è breve per entrare nell’artico reame di ‘King With No Throne’ e ‘Gold Rubies And Diamonds’, intrappolati in forma eterea e trattenuti dal gelo dell’inesistenza, da quella natura che regala e poi, impietosa, toglie. Un commovente pianto di abbandono si scorge in seguito in ‘Precious Things’, una delle tracce più emotivamente potenti di ‘The Rain After The Snow’, sinfonia di uno spirito infranto in caduta pindarica fra milioni di lacrime, un oceano di tristezza dove le membra si affondano in ‘Tide Of My Heart’. Con la magniloquente title-track, adornata di cori solenni, continua il percorso nel mare della disperazione, raggiungendo lampi di rimpianto e consapevolezza in ‘Life Deep In The Lake’, concludendo il disperato viaggio verso l’aldilà in ‘The Awarness’. Chiude la struggente strumentale ‘Fragments Of A Broken Dream’.
In conclusione è inevitabile aggiungere e lodare la presenza di decine di musicisti che vanno a comporre l’orchestra che crea il notavole impianto sinfonico di ‘The Rain After The Snow’, quindi niente samples, solo raffinatezza e sentimento. Una domanda che può sorgere spontanea al termine di questo disco è: “Dove sono arrivati ora i Dark Lunacy?” La risposta vuole che si dica “Sono tornati a casa”.

Tracklist

01. Ab Umbra Lumen
02. Howl
03. King With No Throne
04. Gold Rubies And Diamonds
05. Precious Things
06. Tide Of My Heart
07. The Rain After The Snow
08. Life Deep In The Lake
09. The Awarness
10. Fragments Of A Broken Dream

Lineup

Mike Lunacy: vocals
Davide Rinaldi: guitars
Jacopo Rossi: bass, piano
Marco Binda: drums