Avenged Sevenfold – The Stage
Il 28/10/2016, di Stefano Giorgianni.
Gruppo: Avenged Sevenfold
Titolo Album: The Stage
Genere: Alternative Metal, Heavy Metal
Durata: 74 min.
Etichetta: Capitol
Distributore: Universal
E arriva così, come un fulmine a ciel sereno (o una coltellata alle spalle, come preferite), il nuovo album degli osannati Avenged Sevenfold. Molto caos dietro a quest’uscita: una battaglia legale contro l’oramai ex-etichetta, la Warner, che ha portato ovviamente la band a cambiare label, mandando nel pallone anche gli addetti ai lavori che non sapevano più a chi rivolgersi per avere notizie sul disco; un’altra sostituzione dietro alle pelli, con Brooks Wackerman che è andato a sostituire Arin Ilejay, entrambi costretti a convivere con l’onnipresente fantasma di The Rev; una release che è stata presentata in pompa magna, con il Deathbat proiettato su diversi edifici delle più importanti città del mondo (fra cui la nostra Milano). Qualcuno però ha giocato sporco, a sfavore degli A7X (acronimo con cui si identificano gli Avenged Sevenfold), gettando in rete, attraverso le maggiori piattaforme di p2p quest’atteso, quanto improvviso album. Ecco, se la band di Huntington Beach voleva colpire nel segno, o fare qualcosa di eclatante, possiamo dire che c’è riuscita, sia in positivo che in negativo.
Queste righe vengono scritte in uno spazio che va tra l’annuncio dell’uscita del disco e la sua effettiva (o legale, a usare un termine più adatto) reperibilità nei negozi e negli store digitali, quindi la maggior parte di voi si sarà già fatto un’idea su quello che gli A7X hanno voluto proporre con questo ‘The Stage’, album che, anche dopo diversi ascolti, non è riuscito a rapire in pieno il sottoscritto. Dove sono arrivati dunque i nostri Avenged Sevenfold? Difficile a dirsi. Quella che possiamo ascoltare nel disco in oggetto non è, ovviamente, la stessa band di ‘Waking The Fallen’ o ‘City Of Evil’, neppure quella di ‘Avenged Sevenfold’ (da alcuni chiamato in maniera profana il White Album), men che meno quella del tormentato e allo stesso tempo superlativo ‘Nightmare’ o quella più tradizionale di ‘Hail To The King’. Senza dubbio gli A7X hanno guadagnato e perso frotte di fans lungo la loro carriera a causa dei loro cambi di sound (o addirittura di genere), croce e delizia di un gruppo simbolo dell’ondata (forse inesistente e solo etichettata) della NWOAHM (New Wave Of American Heavy Metal) che continua a far gridare allo scandalo coloro che sono cresciuti sotto la sacra NWOBHM, e questo ‘The Stage’ aggiunge un nuovo tassello alla loro discografia senza far eccezione.
Arrivando al succo del disco, ci si scontra sin da subito con una traccia da otto minuti e mezzo, ovvero la title-track, che ha fatto da apripista all’album dato che è stata condivisa dalla band qualche tempo prima della pubblicazione. Sensazione strana quella che mi ha dato questa ‘The Stage’, con quel primigenio suono che la fa assomigliare molto a ‘Critical Acclaim’, una delle più riuscite opener degli Avenged Sevenfold, e quelle linee di chitarra che ricordano da vicino il gruppo di ‘Nightmare’ e ‘Hail To The King’, o il proseguo che porta ancor più indietro nel tempo. Un brano indubbiamente potente, riuscito, strutturato, che fa ben sperare e che mostra una band matura, sempre pronta a poggiarsi sui mostri sacri che l’hanno ispirata (si veda la sezione centrale con uno struggente assolo melodico, a voi stabilire a chi si deve cotanta maestria). Più di otto giri di orologio, dunque, che trascorrono regalando attimi godibili e senza annoiare. Arrivano poi ‘Paradigm’ e ‘Sunny Disposion’, entrambe energiche e con una bella prestazione di M. Shadows, ma sin troppo simili a dei filler, molta parvenza e poca sostanza purtroppo, arrivando a risultare perfino disorganiche in certi segmenti. ‘God Damn’, quarto pezzo di ‘The Stage’, è invece una gran sferzata, con dei tratti avvicinabili al sound “tradizionale” degli A7X; un brano che dal vivo farà sicuramente la sua figura. ‘Creating God’ ripercorre il lato più estemporaneo e sperimentale degli Avenged Sevenfold, una traccia senza dubbio eterogenea, così come la raffinata e melanconica semi-ballad ‘Angel’ o l’eclettica, horrorifica e veloce ‘Simulation’. Insomma, il nucleo di ‘The Stage’ si dimostra interessante e per nulla scontato, anche se non memorabile, purtroppo. La seguente ‘Higher’ presenta gli A7X come li abbiamo conosciuti negli ultimi dischi, rasentando lo stile di ‘Nightmare’, con un M. Shadows che tenta di spingere anche sulla voce. Con ‘Roman Sky’ la band torna sulle ballad, rievocando lo stile di ‘Dear God’ e altre tracce che i fan ben conoscono, e con ‘Fermi Paradox’ i nostri lavorano di mestiere, confezionando un brano piacevole e variegato. Tra le migliori si piazza invece la conclusiva e lunghissima (vicino ai sedici minuti) ‘Exist’, giudizio questo che denota una crescità artistica e una maturità di un gruppo che sul versante del songwriting può essere a fatica criticato. Il riff thrashoso iniziale, gli sprazzi simil-prog, gli assoli al fulmicotone, la struttura elaborata ma non intricata, fanno di ‘Exist’ una canzone che può solcare una nuova linea nella strada stilistica degli Avenged Sevenfold.
In conclusione, ‘The Stage’ è un album strano, come scritto all’inizio di questa recensione, che può sedurre o far rimanere indifferenti, che ha degli spunti molto interessanti ma che talvolta scade in una routine che non si confà agli A7X. È dunque un disco che si può amare od odiare, così come i suoi creatori.
Tracklist
01. The Stage
02. Paradigm
03. Sunny Disposition
04. God Damn
05. Creating God
06. Angels
07. Simulation
08. Higher
09. Roman Sky
10. Fermi Paradox
11. Exist
Lineup
M. Shadows: lead vocals
Zacky Vengeance: rhythm guitar, co-lead guitar, backing vocals
Synyster Gates: lead guitar, backing vocals
Johnny Christ: bass
Brooks Wackerman: drums