Anaal Nathrakh – The Whole Of The Law
Il 27/10/2016, di Giuseppe Cassatella.
Gruppo: Anaal Nathrakh
Titolo Album: The Whole Of The Law
Genere: Black Metal, Industrial Metal
Durata: 42 min.
Etichetta: Metal Blade
Distributore: Audioglobe
Gli Anaal Nathrakh negli anni hanno dimostrato di essere degli agenti al servizio del caos, gli strumenti per portare a compimento questa missione sono cambiati, però, di disco in disco: Black Metal, Industrial, Grind, la strada che porta al disordine è sempre lastricata di “cattivi” suoni. In particolare, questo 2016 riconduce il duo inglese al primo amore, quello per la fiamma nera. L’ascolto del nuovo The Whole Of The Law (nono album della carriera per questi figli di albione) crea un grave disturbo di natura cerebrale, un emisfero si esalta per dei passaggi, l’altro ti fa notare che quelle le cose le hai già sentite in un qualsiasi disco degli Emperor o degli Arcturus. La non identità stilistica è da sempre uno dei punti cardini della proposta degli inglesi, a cui evidentemente piace spaziare tra i generi, però alla lunga la corda si spezza: non si può passare una carriera a rincorrere gli altri, perché alla fine si ricade nella mediocrità, soprattutto se il songwriting, oltre che derivativo, si dimostra poco inspirato come nel caso di questo The Whole Of The Law. Perché dovrei spendere il mio danaro per comprare il nuovo Anaal Nathrakh quando posso dirottare i miei risparmi su un vecchio album di Samoth e Ihsahn o di qualsiasi altra band del picco commerciale del Black Metal (Dimmu Borgir, Satyricon, Cradle Of Filth) che oggi trovo a pochi euro in qualsiasi sito che vende usato? Perché nel 2016 mi dovrei meravigliare o sconvolgere per una ‘We Will Fucking Kill You’ ? Non basta neanche una violentissima ‘…So We Can Die Happy’ a farmi cambiare opinione sugli AN 2016. Le idee sono poche e soprattutto prese in prestito. A rendere più dolce la pillola non bastano neanche le bonus track, la cover di ‘Powerslave’ e quella di ‘Man at C&A’ dei The Specials. Gli Anaal Nathrakh a questo giro hanno palesato delle capacità insufficienti, e per questo si meritano un 50, che sale a 52 nel teschietto rosso, poiché il sorriso malizioso che il nome della band ci strappa da fine anni 90 vale di per se due punti!
Tracklist
1. The Nameless Dread
2. Depravity Favours the Bold
3. Hold Your Children Close and Pray for Oblivion
4. We Will Fucking Kill You
5. …So We Can Die Happy
6. In Flagrante Delicto
7. And You Will Beg for Our Secrets
8. Extravaganza!
9. On Being a Slave
10. The Great Spectator
11. Of Horror, and the Black Shawls
12. Powerslave (bonus track)
13. Man at C&A (bonus track)
Lineup
Mick Kenney: bass, guitars, programming
Dave Hunt: vocals