Dee Snider – We Are The Ones
Il 20/10/2016, di Fabio Magliano.
Gruppo: Dee Snider
Titolo Album: We Are The Ones
Genere: Hard Rock, Modern Metal
Durata: 37 min.
Etichetta: earMUSIC
Vivo un lutto dallo scorso 14 luglio (musicalmente parlando), dopo aver vissuto in prima fila uno degli ultimi show europei dei Twisted Sister, fuso con la consapevolezza che il mondo della musica con il ritiro dalle scene della band newyorkese, perderà una delle sue creature più incredibili, soprattutto nella versione live. Inutile dirlo, mattatore indiscusso di quel concerto lo straordinario Dee Snider, un animale da palcoscenico senza eguali, capace di catalizzare su di sé l’attenzione del pubblico, tenerlo in mano, giocarci a piacimento, farlo godere senza trucchi e senza effetti speciali, affidandosi unicamente al suo smisurato carisma. Un lutto reso forse più dolce dalla notizia dell’uscita imminente di ‘We Are The Ones’, il nuovo disco solista di Dee Snider che, non ancora raffreddati i motori della sua band, si è subito gettato su una carriera solista che, a onor del vero, non ha mai visto il cantante esprimersi su livelli eccelsi. Un trend che, purtroppo, non muta dopo l’ascolto di questo disco, lasciandoci con un fastidioso senso di incompiuto in bocca. Perchè dopo le prime note della title track erano lacrimoni di godimento quelli che colavano, tre minuti in perfetto stile Twisted Sister in salsa moderna, con quella melodia irresistibile e quel coro destinato a stamparsi in testa sin dal primo ascolto riportandoti in un nano secondo a quando si cantava a squarciagola, dito medio al vento, ‘We’re not gonna take it anymore’. Peccato che l’estasi iniziale inizi a scricchiolare sin dalla seguente ‘Over Again’, un pezzo che, non fosse per la voce al vetriolo di Mr. Snider potrebbe benissimo essere uscita dalla penna del “Boss”, un rockettone a stelle e strisce con tanti “ohoo” ruffiani a tagliargli su misura una perfetta veste radiofonica. Non va meglio con ‘Close To You’ con un synth ingombrante ad alternare cadenze pop a rabbiose esplosioni moderne che mai riescono a far decollare il pezzo come realmente dovrebbe. Si torna su livelli accettabili pur mantenendo elevato il tasso di ruffianeria con ‘Rule The World’, un rock radiofonico con evidenti echi pop, roba che al tempo di MTV avrebbe fatto sfracelli in abbinata a qualche tamarrissimo video. Quindi l’indefinibiile. ‘We’re Not Gonna Take It’ è una pietra miliare dell’hard rock, un inno, un pezzo imprescindibile, con le sue cavalcate chitarristiche, i suoi cori, il suo refrain…qui viene riproposto in una versione piano e voce, già utilizzata per una campagna per la ricerca contro il cancro infantile, con il risultato che in brano pur uscendo completamente sfigurato non fa mai storcere il naso ma neppure urlare al miracolo; un’eleganza che forse stona un po’ ma vista la nobile causa per la quale è stato concepito, chiudere un occhio è doveroso. Si drizzano nuovamente le antenne con ‘Crazy For Nothing’ un pezzo robusto costruito su una batteria feroce e su un rafrain ancora una volta irresistibile in grado di renderlo sin dal primo ascolto uno degli highlight di questo lavoro. Che sprofonda nuovamente con ‘Believe’, un rock moderno senza mordente costruito seguendo i dettami del mercato statunitense ma che cozza non poco con quell’ingombrante nome scritto sulla copertina del disco. Che torna a picchiare con la cover dei Nine Inch Nails “Head Like A Hole”, qui riletta in chiave più incazzata con il risultato di “scollarla” dal marchio NIN e avvicinarla sempre più all’universo di Rob Zombie, una bella mazzata senza dubbio, che non sposta però gli equilibri di un disco sin qui altalenante. “‘Superhero’ troverebbe facilmente posto fra i titoli di coda di un film della Marvel o della DC” recita la nota introduttiva al disco. Sacrosanto. La domanda piuttosto è un’altra: serviva davvero questo pop plasticoso nel disco di Dee Snider? La risposta appare almeno scontata…Quindi la conclusione affidata a ‘So What’, pezzo che nasce in acustico solo chitarra e voce per crescere lentamente, con una sezione di archi ad accompagnare la drammatica interpretazione del cantante che in questa insolita ballad si confronta con se stesso uscendone inevitabilmente vincitore. Una chiusura positiva in un disco che, tuttavia, ha presentato troppi passaggi a vuoto, mostrandoci un cantante vocalmente mostruoso troppo concentrato sul partorire un lavoro multiforme in grado di accontentare un po’ tutti (con effetto però contrario) piuttosto che sul cercare una via coerente ma soprattutto convincente. A noi non resta che attaccarci a quei pezzi nei quali emerge a pieno l’essenza di Mr. Snider, accarezzare il ricordo dei Twisted Sister e pregare per un (oggi) improbabile ripensamento.
Tracklist
01. We Are The Ones
02. Over Again
03. Close To You
04. Rule The World
05. We’re Not Gonna Take It
06. Crazy For Nothing
07. Believe
08. Head Like A Hole
09. Superhero
10. So What
Lineup
Dee Snider: vocals