Any Given Day – Everlasting
Il 24/08/2016, di Stefano Giorgianni.
Il metalcore è uno dei generi allo stesso tempo più amati e bistrattati di oggi. Eppure ogni tanto c’è un lampo di luce, un groviglio di suoni che può metter d’accordo tutti e, per quanto riguarda il sottoscritto, questo bagliore è rappresentato dagli Any Given Day. La giovane band tedesca, autrice dello stupefacente “My Longest Way Home” (da me votato come album -core del 2014), torna in questo 2016 con un album che conferma ciò che di buono era stato fatto in precedenza e, se possibile, accresce il valore del quintetto di Gelsenkirchen. Il sound rimane pressoché invariato rispetto al precedente full-length, con una mistura equilibrata fra metalcore e djent (la rinomata variante informe si dice inventata dai monolitici Meshuggah), dove troneggia la voce del possente Dennis Diehl, un armadio a quattro ante capace anche di regalare emozioni con un cantato pulito di tutto rispetto.
Analizzando questo “Everlasting” più in profondità, si può notare come non vi siano filler di alcun genere; ogni pezzo è disposto in maniera sapiente nella tracklist, adornando l’album con un saliscendi di sensazioni sullo stampo di “My Longest Way Home”. Cinquanta minuti di altalenanti botte sonore e di flebili sfumature melodiche che di tanto in tanto offrono angoli di rilassamento; affermazione quest’ultima giustificata già dall’opener ‘My Doom’, traccia dalla partenza quieta e dall’impettito sfogo improvviso, un’alternanza che si colloca appieno nel sound degli Any Given Day. Impressionante per tutta la durata dell’album è il lavoro della sezione ritmica, composta da Raphael Altmann dietro le pelli e Michael Golinski al basso, un duo che esalta la cadenza tipica del djent e sostiene alla grande l’opera di riffing degli axeman Andy Posdziech e Dennis Ter Schmitten.
Continuando nell’ascolto si scorgono altri preziosi nascosti in “Everlasting”, come ‘Levels’, nella quale Diehl fornisce una delle migliori prestazioni del disco, l’irruenta ‘Coward King’, ‘Sinner’s Kingdom’, ‘Hold Back The Time’ e ‘Arise’, dove troviamo Matt Heafy dei Trivium a dare man forte all’indomito vocalist. Abbiamo trovato la release -core del 2016? Potremmo scommetterci qualcosa!
Tracklist
01. My Doom
02. Endurance
03. Levels
04. Coward King
05. Mask Of Lies
06. Sinner’s Kingdom
07. Hold Back The Time
08. Masquerade
09. Ignite The Light
10. Farewell
11. Arise (feat. Matthew K.Heafy)
12. The Bitter Man
Lineup
Dennis Diehl: vocals
Andy Posdziech: guitars
Dennis Ter Schmitten: guitars
Michael Golinski: bass
Raphael Altmann: drums