Kiss – Sonic Boom
Il 14/10/2009, di Fabio Magliano.
Gene Simmons lo aveva giurato e spergiurato: mai ci sarebbe stato un nuovo album dei Kiss. I fan dovevano mettersi il cuore in pace e fermare i cuori a quell’altalenante ‘Psycho Circus’ che, inciso undici anni or sono con la formazione originale, doveva rappresentare l’ideale canto del cigno per la band, almeno per quanto riguardava l’attività in studio. E invece dodici mesi dopo, ecco i quattro cavalieri mascherati prendere in contropiede il mondo del rock e uscirsene con un disco destinato a spiazzare non poco gli amanti del “bacio”, e non certo in negativo. Colpiti duramente dalle sperimentazioni soliste di Gene Simmons in ‘Asshole’, accarezzati dalle velleità melodiche di Paul Stanley con il suo ‘Live To Win’, neppure i kissomani più incalliti si sarebbero aspettati un lavoro come ‘Sonic Boom’, un disco in grado di riportare la band ai fasti del passato, privo di fronzoli e fastidiose sperimentazioni, carico invece di quel wall of sound e di quelle melodie da arena capaci di proiettare la band a livelli inimmaginabili con dischi come ‘Rock’n’Roll Over’ e ‘Love Gun’. Proprio queste due gemme sono il punto di riferimento per cercare di inquadrare ‘Sonic Boom’, alle quali va però aggiunta una sana dose di modernità e di freschezza indispensabile per rendere attuale il sound del gruppo. Il nuovo lavoro griffato Kiss si apre con ‘Modern Day Delilah’, un rock semplice semplice dal retrogusto settantiano giocato sugli sculettanti vocalizzi di Mr. Stanley, ideale apripista a quel ‘Russian Roulette’ che, sin dalle prime note, si propone come uno dei migliori pezzi del lotto. Qui la parte del leone la fa Gene Simmons che gioca come vuole in uno dei brani più divertenti e diretti del disco, con tanto di chorus studiato appositamente per essere cantato dal pubblico in sede live. ‘Never Enough’ con il suo appeal radiofonico è un altro potenziale singolo, mentre con ‘Yes I Know (Nobody’s Perfect)’ torna a galla il volto più sexy e groovy dei Kiss, mentre i due leader del gruppo si alternano dietro al microfono in ‘Stand’, brano dai due volti, il primo più rock, il secondo più commerciale con tanto di ritornello strappa orecchie. Con ‘Hot And Cold’ Gene Simmons ci fa rivivere i fasti di ‘Deuce’ nonostante il senso di “già sentito” rimanga forte per tutta la durata del pezzo, mentre ‘All For Glory’ può benissimo guadagnarsi la palma di autentica sorpresa dell’album. Dietro al microfono troviamo Eric Singer, abilissimo nel tessere le trame di un pezzo melodico e diretto che pare provenire direttamente dalle session di ‘Dressed To Kill’. In ‘Danger Us’ è splendido Tommy Thayer con la sua sei corde, vera nota positiva in un pezzo che stenta a decollare, mentre in ‘I’m An Animal’ tornano a galla i mitici anni Settanta grazie all’interpretazione estremamente groove del demone. ‘When Lightning Strikes’ vede alla voce Tommy Thayer autore di una buona prova nonostante il brano si muova su coordinate abbastanza canoniche ma non per questo meno godibili. Con ‘Say Yeah’ il cerchio di chiude in bellezza: Paul Stanley dipinge un brano dalle marcate tinte ottantine, la melodia è semplice, il ritornello di quelli trapana orecchie, l’attitudine è smaccatamente live. Una chiusura in bellezza per un lavoro atteso fin troppo tempo del quale il mondo del rock sentiva dannatamente il bisogno. Ma come i Kiss ci hanno sempre insegnato, sanno ciò che la gente vuole, sanno come dargliela e anche questa volta non hanno tradito le attese.
Tracklist
01. Modern Day Delilah
02. Russian Roulette
03. Never Enough
04. Yes I Know (Nobody’s Perfect)
05. Stand
06. Hot And Cold
07. All for the Glory
08. Danger Us
09. I’m an Animal
10. When Lightning Strikes
11. Say Yeah
Lineup
Paul Stanley: Lead Vocals, Rhythm Guitars
Gene Simmons: Bass Guitar, Lead Vocals
Eric Singer: Drums, Lead Vocals
Tommy Thayer: Lead Guitars, Lead Vocals