Danzig – The Lost Tracks Of Danzig

Il 13/07/2007, di .

Gruppo: Danzig

Titolo Album: The Lost Tracks Of Danzig

Genere: ,

Durata: 115 min.

Etichetta: AFM

Distributore: Audioglobe

77

L’idea, forse un po’ romantica, sicuramente bizzarra, è che nella magione di ogni artista che si rispetti esista una cassettiera nella quale confluiscono tutti quei brani, quelle idee, quelle bozze che, per un motivo o per un altro, non hanno mai raggiunto la definitiva forma/canzone, rimanendo sepolte allo stato inedito sotto strati e strati di polvere. Almeno sino al giorno in cui l’artista di turno se ne ricorda, riapre quel fantomatico cassetto e va a riesumare questi brani, nella maggior parte dei casi per infarcire di bonus track o b-side singoli o raccolte di prossima uscita. Poi c’è il caso di Glenn Danzig, un artista tutto tondo che ha sempre rifiutato le cose semplici e canoniche, che di unreleased tracks collezionate dal 1988 ad oggi ne aveva un baule pieno e che oggi, proprio quando tutti si attendevano da lui un nuovo studio album, non trova nulla di meglio da fare che scoperchiare quello scrigno e realizzare un disco doppio composto proprio da queste lost tracks. Non un album di scarti, come l’ex leader dei Misfits di è affrettato a specificare, bensì ottime song escluse originariamente dai rispettivi album perché poco consone come atmosfera o come tematica al concept dell’album stesso o perché non ultimate al momento di entrare in studio ad incidere. Ecco quindi che ‘The Lost Tracks Of Danzig’ si propone a noi con una doppia valenza: non solo permette ad ottimi brani di vedere finalmente la luce anche dopo vent’anni di distanza, ma ci consente di seguire passo dopo passo l’evoluzione stilistica ed artistica di un musicista da sempre considerato fuori da ogni schema. In questo imponente lavoro (da menzionare lo splendido packaging con cover ancora una volta realizzata dall’ottimo Simon Bisley e ricchissimo booklet pieno di illustrazioni e note dell’autore) vengono mostrati tutti i volti dell’arte di Danzig, da quello più rock oriented a quello più decadente, passando per dark blues marcio sino al midollo e quello più sperimentale. ‘Pain Is Like An Animal’ e ‘Whed Death Had No Name’ risalgono al periodo Samhain e per varie ragioni non avevano trovato spazio su ‘Danzig I’: una pecca grave perché mostrano un Danzig in grande spolvero, drammatico, evocativo come non lo si ricorda da tempo. ‘Angel Of The 7th Dawn’, ‘You Should Be Dying’ e ‘Cold Cold Rain’ risalgono al periodo ‘Danzig II Lucifuge’ ma se le prime due risaltano per la loro vena nervosa e la loro carica oscura, la terza ci mostra un “Dark Elvis” alle prese con un lento di rara intensità emotiva. ‘Satans Crucifiction’, ‘The Madrake’s Cry’ e ‘White Devil Rise’ sono datati 1994, anno di ‘Danzig IV’ e si presentano come brani provocatori, molto rock oriented, piacevoli ma non al livello delle song che li hanno preceduti, ma all’eccellenza si torna subito con l’acustica ‘Come To Silver’, originariamente composta per Johnny Cash e qui proposta con Jerry Cantrell alla sei corde. Il primo CD si chiude con due “scarti” di ‘Danzig V’, ‘Deep’ ma soprattutto ‘Warlok’, una piccola gemma in possesso di un refrain da urlo. La seconda parte del lavoro si apre con ‘Lick The Blood Off My Hands’ e ‘Crawl Across Your Killing Floor’, song che ci mostrano il Danzig dell’era dark-blues alle prese con due brani dal mood pazzesco colpevolmente trascurate al loro tempo. ‘I Know Your Lie’ è una traccia interlocutoria risalente all’epoca ‘Danzig VI’ , mentre dal periodo ‘Danzig VII’ arrivano le successive cinque tracce, la meravigliosa ‘Bound By Blood’, uno dei pezzi da novanta di questo lavoro, la darkeggiante ‘Dying Seraph’ e le più violente ed ossessive ‘Who Claims The Soulless’ e ‘Soul Eater’, tracce più moderne che portano a galla lo spirito sperimentatore dell’ “EvilElvis”. ‘Lady Lucifera’ è una canzone non terminata al tempo di ‘Circle Of Snakes’, ‘Underbelly Of The Beast’ non è altro che il remix della versione apparsa su ‘Satan’s Child’ così come ‘Unspeakable (Shango Mix)’. A completare il quadro di questo box, tre singolari cover: ‘Buick McKane’ dei T-Rex, una versione completamente stravolta di ‘Caught My Eye’ dei Gems ed un’esplosiva ‘Cat People’ di David Bowie, tre validi esempi di come si possa prendere una canzone, vivisezionarla, rileggerla totalmente e realizzare un nuovo, ottimo brano. In definitiva un lavoro eccellente, ulteriore conferma di come piccoli gioielli si possano trovare proprio ovunque. Anche sul fondo di un cassetto impolverato…

Tracklist

Disc: 1
1. Pain Is Like An Animal
2. When Death Had No Name
3. Angel of the Seventh Dawn
4. You Should be Dying
5. Cold, Cold Rain
6. Buick McKane
7. When Death Had No Name
8. Satans Crucifiction
9. The Mandrake’s Cry
10. White Devil Rise
11. Come to Silver (Acoustic version)
12. Deep
13. Warlok

Disc: 2
1. Lick the Blood Off My Hands
2. Crawl Across Your Killing Floor
3. I Know Your Lie
4. Caught In My Eye
5. Cat People
6. Bound by Blood
7. Who Claims the Soulless
8. Malefical
9. Soul Eater
10. Dying Seraph
11. Lady Lucifera
12. UnderBelly of the Beast (remix of “Belly of the Beast”)
13. Unspeakable (Shango Mix)

Lineup

Glenn Danzig: voice