Cradle Of Filth + Butcher Babies + Mental Cruelty + Black Satellite @ Live Club, Trezzo Sull’Adda, 20 novembre 2024
Il 26/11/2024, di Gianfranco Monese.
Dopo una leg di ben undici date iniziata il ventisette ottobre in Regno Unito ed Irlanda, il ‘By Order Of The Dragon Tour’ è ripartito lo scorso undici novembre dalla città tedesca di Colonia: la data di Trezzo Sull’Adda è l’ottava di un calendario che ne contiene ventuno. Personalmente, quello con i Cradle Of Filth è un appuntamento al quale assisto per la seconda volta a ben ventun’anni dalla prima, ovvero quando il quindici giugno 2003 vidi la ciurma di Dani Filth in promozione a ‘Damnation And a Day’ aprire per gli Iron Maiden in un Heineken Jammin’ Festival davvero scottante, sia per temperature che line up (lo stesso giorno si esibirono Domine, Vision Divine, Lacuna Coil e Murderdolls). Sicuramente, rispetto all’estate novembre si addice di più ai sei vampiri di Ipswich, nuovamente a Trezzo dopo lo show del 14 ottobre di due anni fa, dove si esibirono assieme ad Alcest e Naraka. Quanto alla line up di questa sera, invece, alle 19:05 tocca ai newyorkesi Black Satellite aprire le danze: mezz’ora a disposizione del quartetto, a dire il vero ben spesa nel suo alternative Metal condito dalla chitarra ribassata di Tyler Halverson e dalla voce, sia pulita che sporca, della frontwoman Larissa Vale, anche se a lungo andare la sensazione di una certa similarità tra i vari pezzi aleggia nell’aria di un (freddo) Live Club pieno meno della metà, che si scalda solo durante lo svolgimento della conclusiva cover dei Rammstein ‘Sonne’ la quale, seppur ben eseguita ed in linea con la proposta dei quattro, penalizza l’alta ugola della Vale.
Setlist:
Dead Eye
Broken
Far Away
Here It Ends
Void
Don’t Remind Me
Decay
Sonne
Dopo un veloce cambio palco, è la volta dei tedeschi Mental Cruelty, e qui il registro cambia radicalmente, dato il preciso e maniacale deathcore proposto nella mezz’ora a disposizione. Fiore all’occhiello il camaleontico frontman Lukas Nicolai, che tra scream e growl sa come intrattenere i presenti, soprattutto prima della presentazione di ogni brano, cosa che raramente accade per i gruppi spalla, solitamente devoti a tirare dritto senza interazioni. Tra i brani in scaletta, spicca la conclusiva ed epica ‘Symphony Of a Dying Star’, per uno show convincente che ha incuriosito più di un presente il quale, siamo sicuri, non si perderà la prossima calata italica del quintetto.
Setlist:
Midtvinter
Obsessis a Daemonio
King Ov Fire
Forgotten Kings
Nordlys
Zwielicht/Symphony Of a Dying Star
Sono le 20:35 quando, puntuale, tocca al quartetto dei Butcher Babies calcare il palco del Live Club, e i led che da terra si ergono per poco più di un metro lungo il palco, passando davanti alla batteria, finalmente si illuminano, con un alternanza di luci davvero accattivante. In una proposta che risulta un buon compromesso tra le due band viste in precedenza, a colpire è soprattutto (e non poteva essere altrimenti) la frontwoman Heidi Shepherd, carica come una molla e ben coadiuvata dai suoi tre compagni di viaggio, tra cui ricordiamo l’italiano Ricky Bonazza al basso. Durante ‘Spittin’ Teeth’ la cantante scende addirittura dal palco e, chiaramente attorniata dalla security, chiede al pubblico un circle pit attorno a lei, per poi ringraziarlo prima dell’esecuzione di ‘Last December’, canzone che come spiegato rappresenta un momento buio della sua vita, durante il quale “credevo di non meritare tutto questo… Credevo di non meritare neppure di vivere”. E così i tre quarti d’ora volano tra una prestazione impeccabile, brani che spaziano tra rabbia groove Metal e momenti più alternative, e sicuramente quella voglia, a show terminato, di rivedere i quattro losangelini il più presto possibile.
Setlist:
Backstreets Of Tennessee
Red Thunder
Monster’s Ball
King Pin
Sincerity
It’s Killin’ Time, Baby!
Beaver Cage
Spittin’ Teeth
Last December
Magnolia Blvd
…ed arriviamo così alla portata principale del menù serale, ai Cradle Of Filth i quali, dopo una doverosa intro, sulle note di ‘Existential Terror’ fanno subito capire di che pasta sono fatti. Quale unico membro storico del gruppo, ma anche personaggio di fama mondiale del panorama Hard & Heavy, Dani Filth attira tutte le attenzioni su di sè, e se vocalmente non siamo (e sarebbe assurdo pretenderlo) ai livelli di una ventina di anni fa, bisogna ammettere senza esagerazione alcuna che la prestazione di questa sera ha superato pienamente la sufficienza. Impeccabili i suoi cinque compagni di viaggio, a partire dalla coppia d’assi della sei corde Burbage e Smerda per poi proseguire con Firth ed il suo cinque corde, mentre la tastierista Federoff fa capire quanto necessario sia il suo apporto vocale e strumentale. I brani si susseguono uno dietro l’altro ben supportati dall’audience, e se il nuovo singolo ‘Malignant Perfection’ (farà parte della tracklist del prossimo album in studio, previsto per marzo del prossimo anno) ottiene consensi, le varie ‘Saffron’s Curse’ (presente nell’imprescindibile ‘Midian’ [2000]), ‘Nymphetamine (Fix)’, ‘Malice Through The Looking Glass’ ed il trittico proposto nel bis scatenano la folla. Tutto termina alle 23:20 per un totale di un’ora e mezza scarsa (considerando le varie pause nonchè intermezzi strumentali) di spettacolo, un minutaggio a quanto pare congruo per consentire in primis al frontman, che ricordiamo aver superato le cinquanta primavere, di poter dare il massimo ogni sera. Ed infatti, non si è certo tornati a casa scontenti.
Setlist:
The Fate Of The World On Our Shoulders
Existential Terror
Saffron’s Curse
The Forest Whispers My Name
She Is a Fire
Summer Dying Fast
Malignant Perfection
Heartbreak And Seance
Nymphetamine (Fix)
Malice Through The Looking Glass
Creatures That Kissed In Cold Mirrors
Encore:
The Monstrous Sabbat (Summoning The Coven)
Cruelty Brought Thee Orchids
Scorched Earth Erotica
Her Ghost In The Fog
Foto di Mauro Parozzi