Hardcore Superstar + more @ Hall, Padova, 17 novembre 2024
Il 22/11/2024, di La Baki.
È stato un tripudio di riff, energia e adrenalina rock all’Hall di Padova, sul cui palco si sono avvicendati i britannici South of Salem, il maestro dell’horror punk Wednesday 13 dagli Stati Uniti e gli scandinavi Hardcore Superstar.
Ad aprire la serata ci hanno pensato i South of Salem, cinque ragazzi con l’attitudine giusta e un cuore grande, pronti a regolare le frequenze della serata per catapultarci tutti nel puro fu**in’ rock’n’roll!
La loro performance è stata piacevole, anche se probabilmente resteranno più impressi per il look che per lo show. Con abiti che sembravano usciti direttamente dalla California degli anni ’80 e coreografie sincronizzate tra i musicisti, hanno portato una buona dose di stile e presenza scenica, senza però raggiungere i livelli di intensità dei protagonisti principali.
Va riconosciuta loro una menzione speciale per la disponibilità e la gentilezza: durante la serata si sono prodigati nel portare cimeli da autografare nel backstage per poi restituirli ai legittimi proprietari, guadagnandosi la simpatia di tutti. Ragazzoni dal cuore d’oro e marchiati hard rock & sleaze insomma, che stanno chiaramente trovando la loro strada. Non a caso, hanno già in programma un mini tour da headliner nel Regno Unito, con i biglietti che stanno andando a ruba.
Se c’è una cosa che Wednesday 13 sa fare, è smentire le aspettative. Non sembra un uomo della sua età: sul palco si è dimenato con un’energia travolgente, tipica di un ventenne, portando in scena un set che ha attraversato le tappe più iconiche della sua carriera.
Giubbino di pelle nera, dettagli in vinile rosso, cravatta fiammante e trucco teatrale, Poole ha dominato il palco e lo ha trasformato in un vero spettacolo horror rock.
La scaletta è stata un omaggio alla sua storia musicale, intrecciando le tracce dei Murderdolls e dei Frankenstein Drag Queens From Planet 13. L’apertura con ‘Chapel of Blood’(Murderdolls) ha subito scatenato il pubblico, verso cui Poole ha mimato uno sparo, ben conscio di fare centro con il suo fascino. Ogni momento del set è studiato per sorprendere: da ‘Death Valley Superstars’ fino al caos di ‘197666’, Wednesday 13 è a casa sul palco, e il suo “MOTHERFUCKERRRRR” urlato con i capelli mossi dai ventilatori rimarrà a lungo impresso nelle nostre menti.
Un punto culminante è arrivato con ‘Graverobbing USA’: le luci si sono dapprima spente, e poi un vocio inquietante si è diffuso nell’oscurità, facendo poi esplodere il brano come un fulmine. Ma è stato quando ha invitato il pubblico a partecipare su ‘Die My Bride’, che l’Hall si è trasformato in un’onda di mani e voci.
Wednesday 13 non ha risparmiato sorprese, come la performance di ‘I Love to Say Fuck’, cantata brandendo al cielo un ombrello decorato con un dito medio stampato al centro, e la chiusura perfetta con ‘Dead in Hollywood’, un tributo che ha riportato tutti indietro agli anni d’oro dei Murderdolls.
Con il suo charme travolgente e un repertorio intriso di nostalgia e pura potenza punk rock, Wednesday 13 ha regalato al pubblico una performance da brivido, ricordando a tutti perché è ancora una leggenda del genere.
C’è stato anche qualcuno che, tra il pubblico, ha urlato “Joey Jordison lives!” …e noi non possiamo che esserne d’accordo.
Se c’è una certezza nella vita tuttavia, è che un concerto degli Hardcore Superstar è una festa che non delude mai. Ormai ho perso il conto di quante volte li ho visti, e ogni loro live è come tornare a casa. Gli anni sembrano non passare per Jocke Berg e Vic Zino, che restano i pilastri di una band il cui carisma è tanto intramontabile quanto il loro sound. Certo, la mancanza di Adde Andréasson si sente, ma il cuore pulsante degli Hardcore è vivo e batte forte.
Il loro storico intro, ‘This Worm’s for Ennio’, ha dato il via a una performance sensazionale, come sempre intrisa di energia contagiosa e puro spirito rock’n’roll. La scaletta è stata un mix perfetto tra potenza e dolcezza: ‘Beg for It’ ha dato via alle cannonate e poi, in rapida sequenza, è stato il momento di ‘Into Debauchery’, impreziosita da uno splendido assolo di Vic, e di ‘Medicate Me’, che ha fatto saltare l’intera sala. ‘Guestlist’ ha animato i cuori dei presenti, e su ‘Kick on the Upperclass’, Vic si è guadagnato il premio per le espressioni facciali più diaboliche della serata.
Dopo una serie di brani ad alto tasso energetico, è arrivato un momento più intimo con ‘Run to Your Mama’ e ‘Standin’ on the Verge’, eseguiti in versione acustica. Ma è stato su ‘Someone Special’ che il cuore del pubblico si è sciolto, quando Jocke ha preso in braccio una bambina con vistose cuffie rosa, regalando un’immagine tenera e indimenticabile.
Da lì, la festa è ripresa con ‘Moonshine’ e ‘Last Call for Alcohol’, dove la folla ha intonato un coro da stadio improvvisato: “Bevo, bevo, bevo, mi ubriaco e son felice anche se poi vomitoooo!“. E proprio in quel momento Vic, in puro stile Hardcore Superstar, ha iniziato a lanciare bicchieri di birra dal palco, colpendo anche me.
L’encore è stato una celebrazione del rock più autentico, con ‘Above the Law’, ‘We Don’t Celebrate Sundays’ – l’immancabile inno – ed ‘Electric Rider’, chiudendo con una dichiarazione granitica: “You Can’t Kill My Rock ‘n Roll“, mentre Jocke indossava la maglietta con lo stesso slogan.
Il finale è stato perfetto: una foto di rito della band mentre dal mixer risuonava ‘Simply the Best’ di Tina Turner, a sigillare una serata che ha dimostrato, ancora una volta, che il rock non muore mai. E chi potrebbe mai uccidere il rock’n’roll di Jocke e soci!? Impossibile!
Galleria fotografica a cura di Federico Benussi