The White Buffalo @ Viper Theater, Firenze, 25 ottobre 2024
Il 03/11/2024, di Luigi Balzano.
I The White Buffalo scelgono Firenze come prima data italiana del tour 2024, ospiti del Viper Theater. Il passaggio del bisonte bianco anche stavolta ha regalato un sold out all’arena, e una folla di appassionati si raduna di fronte ai cancelli in attesa dello spettacolo. La band è espressione del progetto musicale del cantautore Jake Smith, voce e chitarra acustica della formazione e vero deus ex machina del progetto, con la collaborazione di Matt Lynott alla batteria e Christopher Hoffee al basso e chitarra elettrica.
La platea si riempie con regolarità mentre gli ultimi preparativi tecnici si svolgono sul palco, e già appare Hoffee, accolto dal caldo saluto del pubblico del Viper, per regolare di fino le geometrie delle spie e i riverberi della sala.
Tutto sembra pronto, calano le luci. Si attende l’orario previsto per l’inizio dello spettacolo. Pronti a salire sul palco, i californiani L. A. Edwards, fidati compagni di viaggio di Smith e soci. Prima ancora di aprire le danze, la sfortuna tira un primo, piccolo colpo: il flight-case che sosteneva le due chitarre degli L.A. si chiude, facendole cadere. Il fumo parte, e gli Edwards salgono sul palco in perfetto orario raccogliendo gli strumenti da terra.
Il quintetto saluta il pubblico con energia e un pizzico di impertinenza, mentre il service del Viper provvede prontamente a sistemare due stand per chitarra. La performance è ben eseguita e ricca di sfumature. Le chitarre dei fratelli Edwards dialogano alla perfezione, affiancando arpeggi ricchi di modulazione e riff pieni di groove a fraseggi distorti e graffianti, fino a creare un muro di suono che quasi riempie la banda. Basso e tastiera arricchiscono l’orchestrazione, mentre la batteria scandisce il ritmo, precisa.
La mala sorte è ancora in agguato, e ad un certo punto il microfono del tastierista si sgancia dal supporto cadendo sui tasti, anche qui lo staff risponde prontamente in assistenza agli artisti. Il tecnico di palco, però, non fa tempo ad uscire di scena che un’asta della batteria cade a terra, richiedendo un altro intervento. La band comunque mantiene il palco, non lasciandosi scomporre dagli imprevisti tecnici e regalando al pubblico un concerto appassionato, euforizzante e a tratti mistico, con qualche sbavatura sui passaggi più catartici ma tutto sommato ben eseguito.
Gli L.A. Edwards salutano il Viper Theater con qualche parola in italiano e le luci tornano a spegnersi. Pochi minuti per il cambio palco e finalmente arriva il momento che tutti aspettavano. Smith si presenta sul palco da solo, accompagnato dal fragore dell’arena in festa, e imbracciata la chitarra apre l’esibizione con una ballata, intonata puntualmente da tutto il pubblico. Il secondo pezzo è l’occasione per l’ingresso in scena degli altri membri del trio, che entrano nel mezzo del brano completando la formazione. La voce di Smith è calda e graffiante e trascina il pubblico tra sonate toccanti e ritmi frenetici.
La dinamica della band è impressionante: Lynott accarezza con dolcezza le pelli per poi scaricare dai tamburi colpi di cannone mentre schiaffeggia violentemente i suoi piatti; Hoffee si destreggia fra chitarra elettrica e tastiere, arricchendo l’accompagnamento con fraseggi precisi, parti di slide e ritmiche distorte; Smith riversa tutta la sua energia sulla sua Taylor, colorata da un overdrive nelle pennate più intense, mentre infiamma il pubblico con la forza della sua voce. Le canzoni si susseguono fra rappresentazioni che si fanno a volte più malinconiche, a volte energiche e scanzonate, sempre accompagnate da entusiasmo e partecipazione da parte dei presenti.
La sorte, però, sembra avercela anche con i White Buffalo, e infatti anche loro incappano in un problema con una spia della voce e con la solita asta della batteria, che stasera proprio non ne vuole sapere di restare in piedi e cade per altre due volte. Anche in queste occasioni lo staff del Viper è pronto all’azione, garantendo il corretto andamento della serata. La scaletta comunque scorre in fretta, con il pubblico che intona a squarciagola le composizioni del cantautore dell’Oregon, che anche stasera offre un’esibizione ricca di passione e catarsi.
Il concerto giunge alla fine, e certamente resterà nelle menti e nei cuori dei presenti come un momento da ricordare.
Scaletta:
L.A. Edwards
Day I die
Louisiana
Comin’ around
HI RITE NOW!
If I had you
Already gone
Don’t know better
Let it out
The lucky one
The White Buffalo
Wish it was true
Into the sun
Kingdom for a fool
Set my body free
Don’t you want it
House of the rising sun
C’mon come up come out
Sycamore
Come join the murder
Oh darlin, what have I done
Last call to heaven
Stunt driver
I got you
The whistler
Problem solution
The pilot
Damned
How the west was won