Dream Theater @ Unipol Arena – Assago (MI) – 25 ottobre 2024

Il 28/10/2024, di .

Dream Theater @ Unipol Arena – Assago (MI) – 25 ottobre 2024

Esattamente un anno fa i Dream Theater, insieme a Mike Portnoy, annunciavano il rientro nella band del figliol prodigo – tutt’altro che prodigo, visti i millemila ottimi progetti messi in piedi. Un annuncio atteso davvero da gran parte dei fan della band: non che Mangini non sia stato all’altezza di ricoprire il ruolo lasciato scoperto dal suo predecessore (non entriamo in inutili polemiche del “è meglio questo, è meglio quello”), ma quel seggiolino è sempre stato, nell’immaginario di tutti, di Portnoy.
Quindi per puro caso, poteva capitare ovunque, ma è capitata proprio in Italia la celebrazione di questo grande avvenimento. Italia che non ha mai mancato di dare calore ed affetto alla band e a Mike. Quale occasione migliore per celebrare questo rientro tutti insieme riempendo il Forum d’Assago?
La band ha deciso di regalare ai fan la formula ‘An Evening with Dream Theater’ già sperimentata tempo fa con ottimo successo. Formula che non prevede nessuna band di apertura e nella quale, tolta una pausa (che scopriremo essere di venti minuti), si propone un set da tre ore. Una cosa non proprio comune ma che viene apprezzata da tempo dai fans.
Il palazzetto non è sold out per pochissimo. Ci sono alcuni seggiolini vuoti ma il numero è davvero esiguo.

Un tendone gigante raffigurante il manifesto del tour copre tutto il palco. La scritta Dream Theater appare luminescente quando inizia il riff della prima canzone, un brano ormai diventato parte della storia musicale di questo combo: ‘Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper’. La band sembra, con questa scelta, voler affermare qualcosa tipo: “iniziamo alla grande”. Brano estratto dall’amatissimo ‘Images And Words’ e che ha dato origine al concept ‘Scenes From A Memory’ uscito qualche anno dopo. Appena inizia la parte di batteria ecco cadere il tendone per lasciare spazio alla band con un’ovazione generale da parte di tutti i presenti. LaBrie non inizia benissimo il concerto inanellando una serie di imperfezioni che lasciano pensare ad un’ennesima serata negativa, poi col passare del tempo e delle canzoni lo stesso singer troverà la forma migliore. Come detto con amici alla fine dello show, James LaBrie è sempre stato un diesel, ci mette un pochino ma poi dà soddisfazione. Non bastasse questo come inizio, eccoci pronti per ‘Act I: Scene Two: I. Overture 1928’ che regala a James qualche attimo di riposo anche perché nella successiva (‘Act I: Scene Two: II. Strange Déjà Vu’) ci sarà bisogno di lui.
E’ la volta di ‘The Mirror’ estratta da ‘Awake’, un altro capolavoro della band. Canzone che non entrava nelle setlist live addirittura da ben dieci anni. Il riff potente riecheggia nel palazzetto causando headbanger violento fino al arrivare al finale dove Jordan scende dalla sua postazione con la tastiera portatile per l’esecuzione del suo solo. In chiusura del brano c’è stato un accenno a quello che fu il singolo di quell’album che risponde al nome di ‘Lie’.
Prima di continuare la mera elencazione dei brani proposti un primo accenno alla performance della band. Stiamo parlando di cinque musicisti già osannati per qualità tecniche sin dalla prima pubblicazione. Tutto questo per confermarvi che, a differenza di quello che avevo letto per le poche date precedenti, anche LaBrie pare essere in buona forma e la band ci sta regalando l’ennesima esibizione da ricordare. I tre schermi alle spalle della batteria e uno ulteriore che rimane sotto alla batteria stessa ci regalano video piacevoli senza sosta (creati forse con l’AI). Senza contare i mega schermi posti ai lati del palco che alternano primi piani vari.
La prima parte continua con John Petrucci che ci introduce ‘Panic Attack’ seguita da ‘Barstool Warrior’ uno dei due brani facenti parte della discografia della band con Mangini. Personalmente ho sentito il brano come se fosse fuori contesto, ma forse è semplicemente una mia sensazione dettata dalla poca familiarità. Tre brani ci separano dalla pausa che sono nell’ordine ‘Hollow Years’, eseguita come la versione demo quindi con una versione delle lyrics un po’ diversa da quella incisa sull’album, seguita da un finale che sembra una jam session, ‘Constant Motion’ e ‘As I Am’.
James annuncia una pausa di venti minuti che praticamente volano via durante i quali ci viene fatta ascoltare musica classica (‘The Grand Duel’ di Bacalov e ‘La Gazza Ladra’ di Rossini, grazie all’aiuto di Shazam).

Non so se siano passati i fatidici venti minuti ma ad un certo punto inizia a partire un altro video nel quale vengono inserite le immagini di tutte le copertine degli album in ordine cronologico ed al contempo viene citato il tema di un brano dell’album corrispettivo ma in versione ‘musica classica’, una sorta di omaggio alla discografia. Il tutto fino a quando non si spengono le luci, rimane solo un brusio prima di sentire la band ripartire con il nuovo singolo ‘Night Terror’, accolto con l’ennesimo boato.
Due considerazioni veloci mi vengono spontanee che sono: quante altre band possono far uscire un singolo di oltre dieci minuti? Davvero poche. La seconda è relativa all’attesa ed alla voglia di ascoltare qualcosa di nuovo che ha premiato la band con un’esagerazione di visualizzazioni (ad oggi siamo a 2,3 milioni), risultato per il quale LaBrie alla fine del brano ci ringrazia. Questa seconda parte comprenderà meno brani ma gli stessi sono decisamente di lunghezza più elevata e quindi la qualità non accenna a calare. ‘This Is The Life’ è il secondo brano estratto dalla discografia con Mangini, un pezzo splendido che è sempre un piacere ascoltare. Si prosegue con ‘Under a Glass Moon’ leggermente modificata nella parte cantata, ma sinceramente non mi sento di imputare nessuna critica o colpa a James. ‘Vacant’ e ‘Stream of Consciousness’ regalano un po’ di pausa alle corde vocali del povero LaBrie, sicuramente messe a dura prova anche se siamo alle prime date del tour. Chiude il set ‘Octavarium’, ennesima suite assente dai live da addirittura diciotto anni. I suoi cambi di tempo e di atmosfera non fanno altro che rendere scorrevole un brano della durata di quasi mezz’ora.
Finita la seconda parte la band saluta e ringrazia guadagnando i camerini.
Fortunatamente, come ben sappiamo, c’è ancora spazio per la musica. Spazio che verrà riempito con i bis di rito, ancora una volta presi da un album che a giorni festeggerà i venticinque anni (‘Metropolis part II. Scenes From A Memory’ uscito il 26.10.1999) ed infatti la band riguadagna il palco per farci ascoltare ‘Home’, seguita dall’immensa ‘The Spirit Carries On’ brano nel quale tutti i telefonini si accendono creando un’atmosfera surreale e magica. Si chiude la serata con un classico ‘Pull Me Under’ che fa letteralmente deflagrare il palazzetto.
Una serata, un concerto, che i fan italiani aspettavano da tempo e che non ha di certo deluso le aspettative. Senza entrare nel particolare, i Dream Theater sono sempre stati osannati per le qualità tecniche e criticati per la freddezza, proprio perché votati alla tecnica. L’unica variabile è data dal cantato di LaBrie, non sempre perfetto e preciso come i suoi compagni di band. Questa sera, se è vero che ha iniziato male, è altrettanto vero che il finale è stato ottimo. Portnoy è dove deve essere. Non ci sono molte altre parole da dire. Questo è il suo posto, con buona pace di Mangini e di tutti i suoi fan. Ottimo musicista al quale va un ringraziamento per aver ricoperto un ruolo davvero difficile. Rudess, Petrucci e Myung sono macchine infernali. Chiudo questo report consigliando, a chi è in dubbio, di andare a vedere/godere la serata con i Dream Theater perché vi regaleranno emozioni a non finire come stanno ormai facendo da quarant’anni.

 

Setlist:
Act I
01. Prelude (Bernard Herrmann song Psycho Main Title)
02. Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper
03. Act I: Scene Two: I. Overture 1928
04 Act I: Scene Two: II. Strange Déjà Vu
05. The Mirror (with ‘Lie’ solo outro)
06.Panic Attack
07. Barstool Warrior
08. Hollow Years (’96 demo version)
09. Constant Motion
10. As I Am

20 minutes intermission
(‘The Grand Duel’ di Bacalov e ‘La Gazza Ladra’ di Rossini) 

Act II
01. Night Terror
02. This Is the Life
03. Under a Glass Moon
04. Vacant
05. Stream of Consciousness
06. Octavarium

Encore:
01.Act II: Scene Six: Home
02. Act II: Scene Eight: The Spirit Carries On
03. Pull Me Under

Singin’ In the Rain (Arthur Freed & Nacio Herb Brown song)
Galleria fotografica a cura  di Piero Paravidino 
Leggi di più su: Dream Theater.