Arch Enemy, In Flames + Soilwork @ Alcatraz, Milano, 16 ottobre 2024

Il 24/10/2024, di .

Arch Enemy, In Flames + Soilwork @ Alcatraz, Milano, 16 ottobre 2024

Iniziato il tre ottobre a Glasgow, il Rising From The North Tour ha nella serata milanese di mercoledì 16 la sua unica data italiana, l’undicesima in calendario. Dopo che sia Arch Enemy (il 12 ottobre) che In Flames (il primo dicembre) sono passati separatamente dall’Alcatraz nel 2022, per quest’anno si è deciso di unire le forze nel nome dello swedish melodic death Metal. È una formula, questa, che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede in sede live, dato che a quanto pare una serie di fattori sta portando sempre meno gente ad assistere ad eventi dall’appeal medio/grande, soprattutto se si considera il fatto che le band in questione girano spesso in Europa, con il conseguente rischio che, die hard fan a parte, alla lunga stanchino. Non a caso, seppur comprenda come il mercoledì sia un giorno feriale e per molti le ferie estive siano da poco concluse (e quelle natalizie ancora lontane), questa sera un locale certamente non gargantuesco come l’Alcatraz non è sold out (pur andandoci vicino), nonostante i due co-headliner già citati, ed uno special guest rispettabilissimo. Special guest che, rispondendo al nome del quintetto svedese dei Soilwork, alle diciotto e trenta prende piede sul palco: un’ora e dieci a loro disposizione, in un Alcatraz già numeroso. La band, che vanta un bel vissuto alle spalle, questa sera lo dimostra, coadiuvata da un pubblico che risponde ad ogni richiamo del frontman Strid. I pezzi si susseguono uno dietro l’altro come sempre accade per chi deve aprire ogni concerto, ma la prestazione ed il coinvolgimento sono degni di nota, a dimostrazione tangibile che gli svedesi non sono certo una novità nel panorama Hard & Heavy.

Setlist:
Stabbing the Drama
Arrival
Exile
Distortion Sleep
Spirit of No Return
Övergivenheten
Death Diviner
The Ride Majestic
Stålfågel

Puntuali come un orologio svizzero (nazione, quella elvetica, dalla quale il tour è passato il giorno precedente), alle 20:10 e sulle note di ‘Cloud Connected’, gli In Flames prendono posto on stage. E “stranamente”, i volumi sembrano un po’ più alti; niente di esagerato, anzi fino alla fine della serata il tetto massimo sprigionato dalle casse è sembrato un po’ contenuto, ma sicuramente migliore per le due band di punta, eccezion fatta nei momenti in cui i due cantanti Fridén e White-Gluz hanno dovuto cantare in clean (in quelle occasioni, si sentivano a malapena dei sussurri). Tornando all’esibizione del sestetto svedese, bisogna dire che se negli anni ha traballato discograficamente parlando (tornando però alla ribalta con ‘Foregone’, dal quale vengono eseguiti ‘In The Dark’, ‘Meet Your Maker’ e ‘State Of Slow Decay’), dal vivo è (ancora) impeccabile, complici una maturità ed un’esperienza sicuramente di livello, ed un innesto alla chitarra (l’ex Jag Panzer e Megadeth Chris Broderick) che sa il fatto suo. Fridén dimostra tutta la sua simpatia ed ironia quando, prima di ‘Food For God’, dichiara la sua felicità nell’essere tornato in questa “rainy f***ing city”, criticando poi il circle pit creato dai fan (“that circle pit sucks”) e chiedendone uno migliore. Quando invece a parlare è la musica, beh, nei sedici brani proposti il gruppo ha dimostrato una tecnica ed una perfezione eccelse, con un trasporto maggiore da parte del pubblico rispetto ai successivi Arch Enemy. Tra i pezzi più “sentiti”, sicuramente ‘Take This Life’, ‘Deliver Us’, ‘Voices’, ‘Trigger’, mentre ‘Coerced Coexistence’ e ‘Only For The Weak’ sono gli unici due estratti dal biennio 1999/2000, il preferito dal sottoscritto. Prima dei due brani conclusivi ‘I Am Above’ e ‘My Sweet Shadow’ Fridén, in un discorso commovente, sostiene che quello in corso è sicuramente, da venticinque anni a questa parte, il miglior tour a cui sta presenziando, ringrazia per il fatto che la musica degli In Flames faccia parte delle vite dei presenti, rappresentando tutto per la band, e consiglia alla folla, in questo mondo tribolato, di essere gentile, amare e portare rispetto, chiudendo uno spettacolo davvero degno di nota.

Setlist:
Cloud Connected
Take This Life
Deliver Us
Paralyzed
In the Dark
Voices
Food for the Gods
Coerced Coexistence
Trigger
Only for the Weak
Meet Your Maker
State of Slow Decay
Alias
The Mirror’s Truth
I Am Above
My Sweet Shadow

… e si arriva così allo show degli Arch Enemy un po’ provati dall’esibizione precedente; poco male, perché l’ultima band in scaletta si fa attendere un quarto d’ora oltre l’orario prestabilito e, quando dopo le note di ‘Ace Of Spades’ dei Motörhead sale sul palco sulla furia di ‘Deceiver, Deceiver’, la carica viene smorzata due minuti prima del termine della canzone, quando le luci dell’Alcatraz saltano lasciando il locale quasi al buio, costringendo il gruppo a concludere il pezzo, fermarsi per venti minuti e, di conseguenza, togliere un paio di brani dalla setlist. Dalle 21:30, riprendendo con un set luci comunque incompleto (piano piano, il tutto riapparirà a mano a mano che lo show procederà), la band dimostra tutta la sua professionalità, con una seducente White-Gluz cinica vocalmente parlando, e che fin dalla ripartenza con ‘The World Is Yours’ ringrazia i presenti per la pazienza avuta durante l’attesa. Ottimi pure i suoi compagni di viaggio, con le due chitarre di Amott e Concepcion sicuramente sugli scudi, soprattutto quest’ultimo, apparso più versatile e divertito rispetto al collega, spesso concentrato sullo strumento. Nella setlist, colpisce una novità tratta dal prossimo album ‘Blood Dynasty’, in uscita il 28 marzo prossimo, ovvero ‘Liars & Thieves’ (il video ufficiale è uscito il giorno dopo questa esibizione), mentre le varie ‘War Eternal’, ‘No Gods, No Masters’ e la conclusiva ‘Nemesis’ non hanno certo bisogno di presentazioni.

In conclusione, quando si vedono tre gruppi di questo calibro in una sola sera, credo si possa tornare a casa soddisfatti e felici, perché quantità e qualità ce ne sono state, in un livello generale sicuramente alto. Un connubio, quello dei due co-headliner, senza dubbio ben pensato ed ancor meglio svolto, poi qualcuno preferirà una band piuttosto che un’altra, ma io penso si debba esser grati a priori, perché un domani serate del genere saranno solo un ricordo, nonché un rimpianto per chi ha deciso di rinunciare.

Setlist:
Deceiver, Deceiver
The World Is Yours
House of Mirrors
My Apocalypse
War Eternal
Liars & Thieves
The Eagle Flies Alone
First Day in Hell
No Gods, No Masters
Snow Bound
Sunset Over the Empire
Nemesis

Foto di Piero Paravidino 

 

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