Tolminator @ Tolmin, Slovenia, 24-28 luglio 2024
Il 06/08/2024, di Marghe.
La cittadina di Tolmin ne ha visti tanti di concerti.
E, più precisamente, sono 20 gli anni trascorsi da quando quel famoso festival dal nome rassicurante e semplice di Metalcamp, anzichè proseguire le sue date nella splendida Vienna venne spostato nell’ancora più splendido borgo immerso nella natura del Nord-ovest della Slovenia.
Inevitabile non venire incoronati negli anni in qualità di location più bella d’Europa dalle sue migliaia di fedeli visitatori che, anno dopo anno, si danno appuntamento fisso sulle rive del fiume Soča.
Proprio così, perchè era il lontano 2004 quando l’organizzazione comunale di Tolmin dette il permesso di trasformare quella pacifica, ridente ed innocente cittadina di 4000 anime in una delle sedi degli Open-air metal/rock più scenografici del mondo.
E che sia Metalcamp, Metaldays o Tolminator, alla gente importa poco: c’è chi ci viene per la prima volta per curiosità, complice l’essere in un punto geograficamente centrale d’Europa, c’è chi non perde un’edizione, la cui lunga fila di braccialetti in tessuto cuciti sul gilet di jeans tradisce una partecipazione assidua, e poi c’è chi come noi di Metal Hammer ci viene per la decima o l’undicesima volta (l’età ci ha portato a perdere il conto), avendo saltato (e chiediamo venia per questo) qualche edizione post Covid.
Purtroppo tanti sono stati appunto i problemi, e gli scenari poco chiari, che si sono susseguiti nel tempo nel gestire questo festival: dal passaggio da Metalcamp a Metaldays nel 2013 per cambio d’organizzazione; dalla notizia nel 2019 della costruzione dell’autostrada che attraversa l’attuale aerea campeggio e circuisce il vecchio main stage; al cambio di location in un’area più interna nel paese (Velenje), la cui prima edizione non è andata nel migliore dei modi viste le piogge torrenziali abbattutesi in tutta Europa lo scorso anno.
Non ci soffermeremo sulla lunghissima invettiva-comunicato stampa da parte dell’organizzazione del Metaldays nei confronti di quella del Tolminator, come non ci soffermeremo sul capire chi abbia ragione o chi abbia torto riguardo tale disputa, forse pervenuta ad una conclusione comune alla quale qualsiasi visitatore del posto è arrivato: squadra vincente non si cambia, o meglio, location vincente non si cambia, visto che, Tolminator,Metaldays, Metalcamp o Magic Circle che sia, la gente va a Tolmin per ciò che è Tolmin.
E quindi spostateci il main stage al second stage, rimpiccioliteci l’area campeggio, limitateci l’area ristoro, spegneteci la musica in spiaggetta alle 18, ma non toccateci il Soča.
Tante sorprese ed intrattenimento pero’, alla sua seconda edizione, de il Tolminator: ritrovo risveglio muscolare yoga ore 9,30, una novità che in fin dei conti non è, visto l’esser nato qualche anno fa; la dance nell’ex backstage ora diventato Tropicana disco a suon di pop anni Ottanta-Novanta, rivisitazione di quello che era l’after party anni prima organizzato in spiaggia; lo skate park dove, sulle note di un autentico punk-rock stile Casualties ed Exploited , gareggiano giovani Sk8ters; l’area tatuaggi accanto al merch, notevolmente rimpicciolito ma dove i banchi di riferimento per la vendita di vinili e t-shirt sono gli stessi da vent’anni.
Insomma, il divertimento non manca.
E nonostante siano passati anni luce da quando bastava dare 4 euro in cassa per qualsiasi bevanda fresca, successivamente convertiti in token, poi ancora in carta ricaricabile, il tutto risulta molto apprezzabile vista la varietà di scelta enogastronomica.
I cari e vecchi nomi delle band più amate non mancano nella line-up, partita in quarta nella giornata di mercoledì e conclusasi il sabato: Testament e Dark Tranquillity ad aprire le danze, per poi passare il testimone a Destroyer 666, Rise Of The Northstar e Behemoth. Un occhio di riguardo per i Gutalax, band ormai di casa a Tolmin, il cui spettacolo di trentaminuti con circa una cinquantina di canzoni è davvero molto sentito dai fans, appositamente vestiti a tema dopo aver saccheggiato di carta igienica gli alimentari della città.
Epici come sempre i Suffocation, direttamente dalla Florida con furore in un tour che sta facendo il pienone in giro per l’Europa, emozionanti gli Electric Wizard che, grazie agli spezzoni di cortometraggi a tema horror-splatter proiettati durante la propria performance, incantano il pubblico sulle note di un profondo doom.
E via con i Primordial, che chiudono il venerdì sera nel loro profondo celtic black metal. Chiudono si fa per dire, visto che il cantante dei Gutalax è già pronto in consolle a far scatenare il pubblico riproponendo il meglio della disco anni Novanta, e fra un What Is Love ed un Eins,Zwei,Polizei non si può che ballare con qualche lacrimuccia nostalgica che scende.
Il sabato (ricordiamo che il vero Metalcamp si chiudeva proprio con questo giorno, molti sono state le edizioni concluse al venerdì nell’insoddisfazione generale) è all’insegna del puro thrash: Toxic Holocaust, Tankard ed Exodus le band attese della settimana, inframezzate dal death-doom degli Asphyx.
Difficile riassumere le performances delle singole band, una migliore dell’altra, coinvolgenti e talmente tanto a proprio agio, all’ombra degli alberi della vallata dell’Isonzo, da render il pubblico consapevole che Tolmin è la seconda casa non solo di chi sta sotto il palco.
Il comunicato di ringraziamento de il Tolminator la domenica, e l’annuncio di alcune band per l’edizione 2025 (Ministry, Kataklysm, Warbringer and many more) fa metter da parte la malinconia scesa nel riporre quechua e sacco a pelo in macchina, allo stesso tempo però carichi e gasati per il fatto che l’estate è appena iniziata e the best is yet to come.
E mentre nell’orecchie suona ancora il Never stop listening to Heavy Metal del caro zio Zetro a fine concerto degli Exodus, si ritorna sulla via di casa, ignari del fatto che questa tremenda attesa per il prossimo concerto volerà, rispetto a certi istanti musicali resi eterni nel nostro cuore.