Rammstein @ RCF Arena Campovolo, Reggio Emilia – 21 luglio 2024
Il 24/07/2024, di Alex Ventriglia.
E’ inutile girarci troppo intorno: ora come ora lo spettacolo dal vivo dei Rammstein è probabilmente la migliore esperienza di industrial-metal che il denaro possa comprare in termini di valore di produzione. Per non dire degli spettacoli dal vivo dei tedeschi, quasi indescrivibili tanto sono iconici e rappresentativi, ma questo per una buona ragione: i Rammstein padroneggiano l’arte delle live performance, creando un’esperienza assolutamente indimenticabile per i fan e non solo. Lo scorso anno in quel di Padova ero rimasto fortemente impressionato, una sensazione che mi infondeva emozioni contrastanti, dilaniato tra la curiosità di poter assistere al nuovo concerto di Lindemann e soci e il timore che, produzioni così imponenti e faraoniche, alla lunga potessero finire per risultare ripetitive e persino un po’ noiose. Tutto cancellato non appena i quattro si calano dall’imponente torre centrale sulle note dell’overture del Royal Fireworks Music di Handel. Lo spettacolo è un sovraccarico sensoriale, caratterizzato da un flusso infinito di effetti speciali, con un impatto pirotecnico sui pilastri e persino sugli strumenti dei membri della band, creando uno spettacolo che, sebbene familiare, non delude mai. Fuochi d’artificio, laser, cannoni a CO2: i Rammstein portano veramente di tutto in tavola. L’intricato allestimento richiede giorni per essere assemblato, sottolineando l’immenso sforzo che viene messo in ogni performance, ma oltre allo spettacolo visivo impressionante, le performance dal vivo dei berlinesi si distinguono per la loro qualità sonora straordinaria e la precisione meticolosa. Lo stile vocale distintivo della band, profondamente radicato nella loro eredità tedesca, infonde alla loro musica un sapore unico e affascinante. La voce profonda e risonante di Till Lindemann emana un senso formidabile di potere e autorità, che migliora l’esperienza immersiva per il pubblico, avvolgendolo nell’energia cruda e intensa della band. Sebbene la scaletta fosse ampiamente circolata, c’era ancora curiosità riguardo allo spettacolo vero e proprio. E Il ruggito che è esploso quando la band è salita sul palco è stato quasi altrettanto forte degli effetti pirotecnici pronti ad esplodere… Ad aprire lo show, così come era stato a Monza nel 2016, è toccato a ‘Ramm 4’, poi tra giochi di luce e colate di fumo si viene introdotti nell’inquietante mondo della band con ‘Links2 3 4’ e ‘Keine Lust’, con Till Lindemann che appare subito in forma eccellente, il suo continuo andare in giro per il palco domina l’attenzione generale. Affiancato dalla coppia Paul Landers e Richard Kruspe, Lindemann ringhia, ruggisce, mormora e generalmente intimidisce, come il suo personaggio vuole. Con ‘Mein Herz Brennt’ abbiamo il primo assaggio di pyro, ma non è nulla rispetto a quello che verrà… Cala il gelo sulla torrida Reggio con la tremenda ‘Puppe’, dilaniata attorno alla classica culla in fiamme prima che il pubblico venga sepolto sotto migliaia di confetti neri che profumano di morte. ‘Wiener Blut’ è una piccola sorpresa, mentre ‘Deutschland’ lievita grazie al remix di Richarz Kruspe improvvisato dj, dopo essersi issato sulla torre centrale mentre gli altri membri della band, indossate tute illuminate, creano sul palco un effetto di grande impatto! Con ‘Mein Teil’ Till nelle vesti dell’ormai tradizionale sadico chef cuoce Flake con un lanciafiamme, ma il trionfo del fuoco lo si ha con l’accoppiata ‘Du Hast’ e ‘Sonne’, grazie a uno spettacolo pirotecnico incredibile e alla visione dell’intero stage che, letteralmente in fiamme, vale da solo il prezzo del biglietto.
La seconda parte del concerto si apre con la versione pianistica di ‘Engel’ già proposta lo scorso anno grazie all’accompagnamento delle Abèlard, duo femminile di supporto alla band, che di fatto è andato a rileggere questo grande classico del gruppo. Il quale sicuramente guadagnerà in pathos grazie all’accoppiata pianoforti/arena illuminata come da richiesta da migliaia di telefonini, ma che, parere personale, perde tantissimo in fascino e spettacolarità senza le tipiche ali infuocate indossate in passato da Till. Dopo aver navigato sulla testa dei presenti a bordo dell’immancabile gommone, dispensando foto e autografi, ‘Ausländer’ e una potente esecuzione di ‘Du riechst so gut’ riportano la temperatura a livelli altissimi, divenuti bollenti con ‘Pussy’, mitigata alla fine da Till che, a cavallo di un mastodontico cannone, innaffia il parterre con tonnellate di schiuma prima di chiudere il set con la marziale ‘Ich Will’. Il secondo encore si apre con ‘Rammstein’, pezzo con il quale il concerto raggiunge l’apice, tra fiammate che avvolgono lo stage, Till trasformato in una sorta di sole irradiato da raggi infuocati e i due chitarristi chiamati a suonare imbracciando lanciafiamme. Un crescendo pazzesco che rende il saluto finale, ‘Adieu’, una sorta di urlo liberatorio. Perché questo folle spettacolo avrebbe molta meno importanza se la musica non fosse così potente. I Rammstein cantano per lo più in tedesco, ma il suono e le visioni della band possono comunque lasciare cicatrici in qualsiasi lingua, e lo spettacolo di Reggio Emilia ne è stato ancora una volta la prova lampante…
Galleria fotografica dall’archivio di Giuseppe Craca